«Ho cercato di capire a personalità di Ilaria»

«Ho cercato di capire a personalità di Ilaria» «IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI», FILM SULLA TRAGEDIA DELLA ALPI «Ho cercato di capire a personalità di Ilaria» Giovanna Mezzogiorno parla del suo ruolo, i genitori della giornalista uccisa in Somalia ne riconoscono la «grande umanità»."Il regista: «Raccontiamo soltanto l'ultimo mese di vita dei due protagonisti» Fulvia Caprara ROMA Sono passati esattamente nove anni dal giorno in cui la cronista del Tg3 Ilaria Alpi e l'operatore Miran Hrovatin furono uccisi da un misterioso commando somalo mentre attraversavano, a bordo della loro automobile, ima strada di Mogadiscio. Era il 20 marzo e la Somalia, squassata da ima terribile guerra civile, presidiata dalla forza multinazionale dell'Onu, divenne teatro di un assassinio dalle ragioni oscure, difficili da far emergere e da spiegare all'opinione pubblica. Per questo la presentazione di «Ilaria Alpi II più crudele dei giomi», il film tratto dalla vicenda, con Giovanna Mezzogiorno protagonista e Rade Sherbedgia nel ruolo, del cameraman (sui nostri schermi dal 28), suscita ancora adesso polemiche, interrogativi, voglia di chiarezza: «Abbiamo deciso - spiega Ferdinando Vicentini Orgnani, il regista e autore della sceneggiatura insieme con lo scrittóre Marcello Pois - di limitare l'arco del racconto a un mese, dal primo incontro fino alla morte dei due protagonisti. Ci siamo attenuti scrupolosamente alla documentazione del caso, cercando di riempire i vuoti con una nostra lettura. E' stato un lavoro molto complicato, perchè pieno di "paletti" che non si potevano superare: la verità dei fatti, le esigenze del racconto cinematografico, il processo ancora in corso e quindi le diverse interpretazioni delle testimonianze, le prove, le omissioni, i depistaggi, i comportamenti strani di persone anche direttamente coinvolte». Ispirato al libro «L'esecuzione», scritto dai genitori della giornalista uccisa, da Mariangela Gritta Grainer e da Maurizio Torrealta, il film descrive le indagini che portarono alla morte Ilaria Alpi; il suo scoop sul traffico di armi e di smaltimento di rifiuti radioattivi; la tenacia di un lavoro pericoloso compiuto con mezzi scarsi. Dice Giovanna Mezzogiorno: «Rovisto molti filmati su Ilaria Alpi; ho parlato a lungo con i suoi genitori, ho cercato di comprenderne la personalità, il modo che aveva di avvicinarsi alla vita e al lavoro. Quando si fa un film su una persona realmente esistita c'è il pericolo di imitarla, ma c'è anche la responsabilità importante di darle una verità, evitando, per esempio in questo caso, di cadere nel solito stereotipo della giornalista di guerra. Penso di aver capito che Ilaria era una persona forte, determinata, con un profondo senso della giustizia e con una gran dose di buona fede». Prodotta in collaborazione con Raicinema per un costo di circa 6 miliardi e mezzo di vecchie lire, distribuita dall'Istituto Luce per Lantia, girata in 40 giomi tra Trieste, Roma, Belgrado, il Marocco e la Slovenia, la pellicola punta a stimolare una riapertura delle indagini per altro già avviata. Nella ricostruzione, infatti, non vengono trascurati aspetti spinosi della vicenda come il ruolo svolto dai servizi segreti italiani e l'assenza dei militari al momento del recupero delle salme: «Esiste dice Mariangela Gritta Grainer - una documentazione della Digos sulla riunione in cui fu deciso l'eccidio di Ilaria; le tesi del film sono acclarate dalle sentenze della magistraura che, per il momento, riguardano l'unico imputato somalo, Hashi Omar Assan». Durante la lavorazione, aggiunge il regista, «ci sono stati diversi problemi, soprattutto verso la fine. La cosa più strana è stata che i somali contattati per svolgere moli sparivano airimprowiso senza daremotivaziora». Insomma, come ha sottolineato Gianni Mina intervenendo alla presentazione della pellicola, sono e^ncora tante le cose da scoprire, a iniziare dal motivo per cui «le valigie sigillate con gli effetti personali di Ilaria sbarcarono dall'aereo che le riportava in Italia senza più alcun sigillo», evidentemente manomesse. E il fatto che un film del genere esca in pieno clima di guerra, con inviati di giomali e televisioni di tutto il mondo pronti per documentare i fatti dai luoghi del conflitto, stimola, secondo la protagonista, tante riflessioni: «Fino a che punto è possibile esercitare la propria professione in libertà? Fino a che punto un individuo è al sicuro dal momento in cui decide di denunciare un fatto alla polizia?». A Giovanna Mezzogiorno i genitori di Ilaria Alpi hanno voluto regalare gli orecchini portafortuna della figlia: «Con noi è stata deliziosa, è una donna di grande umanità. Malgrado non somigli fisicamente a Ilaria, è riuscita a immedesimarsi nel ruolo; vedendo il film abbiamo ritrovato i gesti e il carattere di nostra figlia». Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia sono Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nel film di Ferdinando Vicentini Orgnani

Luoghi citati: Belgrado, Italia, Marocco, Mogadiscio, Roma, Slovenia, Somalia, Trieste