«Aziz è fuggito», il mondo trattiene il fiato di Aldo Baquis

«Aziz è fuggito», il mondo trattiene il fiato GIALLO SULLE VOCI CHE DAVANO IL NUMERO DUE DEL REGIME FERITO 0 UCCISO «Aziz è fuggito», il mondo trattiene il fiato I ministro si presenta in tv: eccomi, sono bugie Usa Aldo Baquis TEL AVIV Per alcune ore il vicepremier iracheno Tareq Aziz è stato ritenuto ieri in fuga disperata da Baghdad verso il Kurdistan. Da alcune fonti l'unico dirigente cristiano nella leadersriip baathista iracriena veniva dato per ferito. Per un momento è sembrato crie addirittura fosse stato ucciso da guardie dei servizi iracrieni. Ma ben presto Tareq Aziz è riemerso a Bagridad, dove ria tenuto una conferenza stampa per criiarire una volta per tutte che non c'era stata alcuna defezione. Né sua, né del vicepresidente Taria Yassin Ramadan. Il primo ad avvertire crie forse ai vertici di governo iracrieno qualcosa non andava era stato l'inviato della televisione iraniana ad Irbil, nel Kurdistan. Parlava di voci insistenti ma non controllabili relative a una presunta fuga da Baghdad di Aziz e Ramadan. Aziz è originario di Mossul, nel Nord dell'Iraq e una sua fuga in quella zona poteva sembrare plausibile. Le sue ultime immagini televisive, mandate in onda dalla televisione irachena, risalivano del resto a martedì quando aveva partecipato ad una seduta del govemo presieduta da Saddam Hussein. Ma poco dopo da Amman un vicino collaboratore di Aziz, al Basii, replicava seccamente che le notizie della fuga erano «solo una scioccriezza». Tuttavia le notizie inquietanti rianno continuavate a diffondersi, neUe capitah più disparate. Dalla Bulgaria, Ismail Zayer - un esponente della opposizione irachena - ria detto a Radio Europa leader crie dal Kurdistan stavano arrivando notizie secondo cui Aziz era stato ucciso mentre fuggiva da Baghdad. Nella stessa ora ancrie da Sulimanya (Iraq settentrionale) il vice direttore del Partito democratico curdo Kdp, Rasriid Arimad, stabiliva senza più incertezza: «Aziz è fra di noi, nella zona sotto controllo del Kdp». Più precisamente ad Irbil; un notizia che sembrava confermare le prime notizie divulgate in Iran. In questa ridda di voci, nel primo pomeriggio, si è inserita ancrie la radio israeliana. Dal suo studio, nel centro di Tel Aviv, il radio amatore della emittente Micky Gurdus ha criiesto all'improvviso la linea per avvertire crie Aziz e Ramadan erano introvabili dal giorno precedente e crie secondo frammenti-di informazioni appena giunti sul suo tavolo il vice premier poteva essere rimasto ferito o ucciso in un tentativo di fuga. Sviluppi drammatici, che in pochi minuti rianno fatto il giro del mondo, mentre Gurdus cercava ancora di verificare con i propri sofisticati appareccrii di ascolto - crie gli consentono di aver un quadro aggiornato e completo della situazione nel Medio Oriente, anche dal punto di vista militare - se fossero reperibili conferme. Invece presto ha prevalso lo scetticismo. La prima smentita sulla fuga è giunta proprio da Wasriington. Se il dramma su Aziz e Ramadan era un espediente di guerra psicologica per disorientare gli iracrieni in un momento critico - e molto lascia pensare crie lo fosse - non era dunque stato concepito al Pentagono. Crie pure non disdegna altre forme di guerra psicologica, come il bombardamento della popolazione irachena con milioni di volantini e di messaggi fax in cui sollecita a una resa incondizienata ed esige la protezione dei militari a statunitensi che dovessero essere fatti prigionieri. In serata anche la Bagridad ufficiale ria reagito. Prima con un secco comunicato in cui defi¬ niva «semplici menzogne» le notizie della fuga. E quindi con una conferenza stampa improvvisata dell'eroe del giorno davanti al quale sono stati portati in tutta fretta decine di giornalisti stranieri rimasti nefla capitale iracriena. Aziz ria accusato gli Stati Uniti di aver messo in giro le informazioni tendenziose sul proprio conto. «Ce lo aspettavamo crie lo avrebbero fatto, e probabilmente tenteranno la stessa tattica ancrie in futuro», ha affermato. Con l'occasione Aziz ha ribadito che per l'Iraq non è possibile accettare l'ultimatum posto dal presidente George Bush, ossia crie Saddam Hussein lasci il proprio paese. «Si tratta di un dirigente illustre, è evidente crie non se andrà», ha sottolineato. Malgrado i rapporti di forza a loro sfavorevoli, gli iracrieni - ria insistito Aziz - sona persuasi criela spunteranno. «In primo luogo - ha spiegato - perché crediamo in Dio, e in secondo perchè difendiamo il nostro diritto. Questa guerra per gli americani non sarà una passeggiata». Prime ad avvertire che qualcosa di strano stava capitando in Iraq sono state le radio iraniana e israeliana. Poi è comparso il presunto fuggiasco ftmià ^Lr-Àr, Il vicepremier iracheno Tarek Aziz durante l'intervento in televisione