Restano in cella i librai dell'Alfieri

Restano in cella i librai dell'Alfieri IL TRIBUNALE RESPINGE L'ISTANZA DI SCARCERAZIONE DEI CONIUGI CESTE Restano in cella i librai dell'Alfieri giudice: potrebbero ripetere il reato nel negozio dei figli Un mese. Mario Ceste ed Ivana Bianco, i titolari della «Libreria Alfieri» arrestati il 12 febbraio scorso, continuano a restare dietro le sbarre. Il tribunale della Libertà, infatti, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dal loro avvocato, Gianco Ferreri. E pochi giorni fa anche il gip, Raffaele Ferrare, si è pronunciato allo steso modo del Riesame. Insomma, a 58 e 61 anni, i due protagonisti del crack di una delle librerie più note di Torino, devono restare in cella alle Vallette. Il motivo? Potrebbero ripetere il reato. L'obiezione immediata è: ma se le serrande del negozio sono ormai abbassate da settimane e i beni intemi tutti inventariati, come potrebbero fare una cosa simile? Nell'ordinanza di rigetto c'è la spiegazione che, in sintesi, si può riassumere così: Mario e Ivana Ceste potrebbero interagire con l'attività gestita dai figli, la «Euro libri», che offre le sue vetrine a pochi passi dal vecchio negozio ormai chiuso. E per il giudice delle indagini preliminari c'è anche un'ulteriore ragione. I Ceste avrebbero dimostrato: «Una notevole capacità di delinquere, non avendo avuto remore a sottrarre beni dai magazzini, nonostante l'avvio del procedimento penale e perquisizioni, già in corso, da parte della Guardia di Finanza». Parole che fanno inorridire il loro difensore. «Manco fossero due finanzieri d'assalto» dice Gianco Ferreri. Che aggiunge: «Mi sembra assolutamente non sostenibile che i Ceste possano reiterare il reato. L'attività dei figli non deve essere intaccata da questa vicenda. I ragazzi, a parte una vendita di testi avvenuta parecchi mesi fa, non hanno mai interagito con l'attività dei genitori. Questa storia rasenta i limiti del paradosso». Intanto è stata definita, qua¬ si nei dettagli, l'entità del «buco» della Alfieri, che sfiora i 4 miliardi di vecchie lire. Una parte è in denaro; un'altra è in libri, «scomparsi» direttamente dai magazzini. Che fine hanno fatto? Dove sono stati nascosti? Nessuno, fino ad oggi, è riuscito a scoprirlo. E i coniugi non hanno intenzione di rivelarlo a nessuno. Ma i creditori - case editrici e librai grossisti, presso i quali la Alfieri si riforniva - cercano il risarcimento. Ed è per questa ragione che, oggi, verrà discusso anche il fallimento di Mario Ceste che non è mai stato socio nell'attività, ma ne era l'amministratore di fatto. In questo modo potrebbero finire nell'elenco dei beni vendibili da parte del curatore anche le proprietà immobiliari (poche) a lui intestate. Compresa la casa di famiglia: un appartamento tutto sommato modesto, in via Genova. 11. poi.]

Persone citate: Alfieri, Gianco Ferreri, Ivana Bianco, Ivana Ceste, Mario Ceste, Raffaele Ferrare

Luoghi citati: Torino