Scuolay la rivolta dei docenti contro la riforma di Maria Teresa Martinengo

Scuolay la rivolta dei docenti contro la riforma MOBILITAZIONE ANCHE ATORINO E IN PIEMONTE DOPO L'APPROVAZIONE DELLA NUOVA LEGGE CHE RIVOLUZIONA I CICLI SCOLASTICI Scuolay la rivolta dei docenti contro la riforma Nel mirino il contratto e i tagli agli organici Maria Teresa Martinengo La mobilitazione dei sindacati della scuola è partita ieri a Torino e nelle altre province piemontesi con presidi davanti ai Csa, i nuovi Provveditorati. A Torino, Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals hanno manifestato davanti alla Direzione generale regionale dell'Istruzione, in via Pietro Micca, distribuendo ai passanti un lungo elenco di motivazioni: dal mancato rinnovo del contratto alla questione locale degli organici e dei precari, coinvolgendo anche la riforma appena approvata. Venerdì prossimo, le organizzazioni replicheranno dalle 16 alle 18 in piazza Castello, davanti al palazzo della Giunta Regionale. Il momento culminante, poi, sarà lunedì 24, giomata di mobilitazione nazionale anche delle altre sigle, dai Cobas alla Cub, alla Cisal, con lo sciopero del personale docente e Ata e un corteo da piazza Solferino (ore 9,30) alla Prefettura. RIFORMA. Le motivazioni toccano anche la riforma e la riforma tocca le famighe, in particolare quelle dei bambini che compiranno 6 anni entro il 28 febbraio 2004 (l'adozione dell'anticipo è graduale). Le iscrizioni, aveva annunciato il ministro, saranno riaperte. Il fatto è che ad oggi non si sa se per questo verranno stanziate risorse aggiuntive o se invece si dovrà fare i conti con l'esistente. In città, i bambini che potrebbero essere iscritti (le famiglie possono sceghere se procedere o no) sono circa 1200. «Bisognerà vedere che cosa dirà la circolare in tema di risorse. Noi ci siamo attivati - spiega il dottor Paolo lennaco, dirigente del Csa di via Coazze e vice direttore regionale - per monitorare la situazione: le classi richieste che non arrivano a 25 alunni e le scuole con aule disponibili per attivare, eventualmente, nuove classi. Per ora è possiamo dire che in 47 istituzioni scolastiche torinesi su 55 ci sono posti da colmare, ma a macchia di leopardo». Non è detto, insomma, che la geografia dei posti disponibili combaci con quella delie richieste. «In collina, alle spalle di piazza Statuto, nella zona di via Pietro Micca ci sono anche richieste per classi con soli 13-18 alunni. Ma senza riaprire le iscrizioni è difficile prevedere dove saranno le necessità», dice il dottor lennaco. Diverso se la riapertura delle iscrizioni potrà contare su risorse aggiuntive. In quel caso, le scuole potrebbero dover rinunciare ad un'aula magari adibita a laboratorio. «Al momento, della riforma si sa nulla. Le richieste avanzate dalle scuole sono di 1200 cattedre in più in Piemonte, su tutti gli ordini», dice Enzo Pappalettera, segretario regionale Cisl. «Ammettiamo che 600 siano "esagerazioni"? Ne restano altri 600. Le elementari devono chiudere 0 loro organico prima delle medie e delle superiori. Quindi, non possono nemmeno contare sul "risparmio" di posti negli altri ordini. A questo proposito, stiamo cercando di ottenere una proroga sulla data prevista del 24 marzo». Una curiosità. Alcune scuole avrebbero accettato (e già conteggiato nel numero di alunni in base al quale vengono richieste le classi) bambini di cinque anni e mezzo prima dell'approvazione della riforma. Per le materne? «La dotazione di maestre è la stessa dello scorso anno, solo i 40 posti ottenuti nell'organico di fatto sono passati in organico di diritto». Il che significa - a fronte di classi al gran completo praticamente ovunque di frequenti liste d'attesa - che dell'anticipo a due anni e mezzo non è il caso di parlare. I TAGLI. «Il taglio agli organici si ripercuoterà sui posti di sostegno, sulla progettualità e sull'organizzazione flessibile della scuola», ha detto Ignazio Sarto, Cgil. «La settimana prossima avremo un incontro per la contrattazione a livello regionale». Sergio Melis e Marilena Bessone, Cisl: «Alle elementari, indipendentemente dall'anticipo, c'è un aumento di iscritti. Con un organico insuffi¬ ciente, ci sarà difficoltà ad assicurare la lingua straniera non in I, ma in III: gli insegnanti specialisti che lavorano su più classi spariranno». I tagli maggiori, comunque, dovrebbero riguardare le superiori. DOCENTI A 18 ORE. Dall'anno prossimo tutti i docenti avranno la cattedra con 18 ore frontah. «Salteranno tutti i progetti, le attività di recupero, quelle in compresenza, saranno penalizzate le iniziative di prevenzione del disagio», ha osservato Salvatore Costali. E Francesco Aprile, Snals: «A questo si aggiunge il fatto grave che nessuno potrà più coprire le ore dei colleghi malati, sostituibili solo dopo 15 giorni di assenza». In pratica, il rischio concreto, sottolinea Sarto, «è che i ragazzi debbano stare in classe con i bidelli». Manifestazione, ieri mattina, davanti alla Direzione generale regionale del ministero dell'Istruzione in via Pietro Micca

Persone citate: Enzo Pappalettera, Francesco Aprile, Ignazio Sarto, Marilena Bessone, Salvatore Costali, Sarto, Sergio Melis

Luoghi citati: Piemonte, Torino