Utile netto da record per la Ras: 911 milioni di euro

Utile netto da record per la Ras: 911 milioni di euro Utile netto da record per la Ras: 911 milioni di euro Greco: partite straordinarie irripetibili, ma il reddito operativo continuerà a crescere. Toro? Siamo in corsa Flavia Podestà MILftNO A dispetto di tutte le complicazioni che ne hanno fatto per molti un anno da dimenticare, la Ras chiude il 2002 con il miglior utile della sua storia -911 milioni di euro, in crescita del 12707o sul 2001 - e il suo timoniere Mario Greco conquista sul campo i galloni di manager più abile nel combinare fattori non necessariamente complementari come assicurazioni e finanza, senza che l'uno cannibalizzi l'altro, ma anzi facendo crescere entrambi i business. Un gioco che non è dei più semplici perché altrimenti lo avremmo visto interpretato anche da altre compagnie e che, tuttavia, alla Ras è riuscito con successo per il terzo anno consecutivo. Sono tre anni, infatti, che i rami danni crescono di media deH'S'/o all'an¬ no (a 6.696 milioni di euro nel 2002), che il Ramo Vita mette a segno un incremento medio annuo del 300Zo (8.342 milioni a fine 2002), che la Finanza - per capirci, il risparmio gestito - si sviluppa a un tasso medio del mi (a 935 milioni nel 2002). Una moltiplicazione dei pani e dei pesci che alla fine consente a Greco di raggiungere con un anno di anticipo sul piano triennale 2001/2003 alcuni obiettivi: come quello di avvicinare quest'anno la raccolta premi ai 14 miliardi, mentre già a fine 2002 il fatturato aveva superato i 15 miliardi (15,039 miliardi per la precisione). Sviluppo del business e crescita della redditività sono state le bussole che hanno guidato Greco nella ricerca dei primati per il suo gruppo. Obiettivi centrati - spiega l'amministratore delegato - anche grazie al riposizionamen¬ to della Ras nei servizi finanziari: con Rasbank che è ormai «la terza rete di promotori in Italia» che il gruppo intende incrementare per vie inteme (portandola a 2400 elementi) ma anche cogliendo «le opportunità che si presentano sul mercato». In questo quadro Greco non ha negato di poter esaminare anche la rete di Commerzbank che sembra in vendita: anche se, per il momento, «non esistono trattative di sorta con nessuno». Nessun interesse, invece, per la Toro: che Greco ha guardato, una volta ricevuto un primo incartamento dall'advisor Mediocredito Centrale, salvo scoprire che forse non si integrava perfettamente nel gruppo partecipato dall'Allianz che ha pertanto deciso di «non presentare offerte» per la compagnia torinese. Grande interesse, invece, per l'aumento dell'inserimento dei promotori nelle agenzie - sono già 743 quelli inseriti posto che ognuna delle agenzie dotate di promotori finanziari ha di media fatturato 2,5 milioni di euro rispetto all'1,5 milioni fatturato con i prodotti vita dagli sportelli dell'Unicredito Italiano. Che, peraltro, come distributore di prodotti vita funziona egregiamente: lo ha detto Greco ribadendo il valore strategico della collaborazione Ras/ Unicredit nella bancassurance. Un'alleanza, quella con il gruppo creditizio guidato da Alessandro Profumo - in cui la Ras è azionista sempre più importante, man mano che le Fondazioni bancarie riducono il loro impegno - che nessuna avventura a Trieste potrebbe mettere in forse. Intanto perché la Ras a Trieste non c'è andata e non ha interesse ad andarvi. E poi perché l'intera operazione sulle Generali, che Greco ha avallato nel¬ l'ambito del cda dell'Unicredito, sembra avere un sapore transeunte agli occhi di molti: e forse dello stesso Greco. Che si entusiasma quando fa parlare i numeri mentre liquida rapidamente le questioni di altro genere. Come quella delle Generali, appunto. O come quella di Mediobanca, dove l'amministratore delegato della Ras siede in consiglio. Nel consiglio «ho approvato la semestrale» ha detto Greco a chi gli chiedeva di valutare l'amministratore delegato di Mediobanca Vincenzo Maranghi sotto il profilo della creazione di valore per gli azionisti. Ed ha aggiunto di «non aver l'abitudine di parlare degli amministratori e dei direttori generali delle società partecipate, fuori dalle sedi deputate dei consigli di amministrazione». Per un manager che di creazione di valore per gli azionisti ne ha fatta parecchia l'anno scorso - la Ras, infatti, tra buy back per ridurre il capitale di rischio (ammonta a 2,5 miliardi quello necessario al gruppo assicurativo milanese per sviluppare il suo business) e distribuzione di un dividendo unitario di 0,44 euro (in crescita del 190Zo) ha restituito agli azionisti 1.096 milioni di euro - dire qualcosa sarebbe stato facile. Greco ha preferito non farlo, anticipando invece che, come già avvenuto in passato, un prossimo consiglio di Mediobanca - «in cui la Ras non può né ha intenzione di crescere» - verrà dedicato alla valutazione delle singole partecipazioni». E, in attesa di quel giomo e delle sedi opportune per parlare. Greco ha promesso di migliorare ancora la redditività del gruppo quest'anno, nonostante le incertezze intemazionali che caraterizzanoil2003. Per la compagnia, infatti, il 2003 è cominciato bene: con i premi danni in crescita del 407o, la nuova produzione vita in aumento del 11\ (ma + 1520Zo i primi annui che sono i più difficili ma i più redditizi) e con i flussi netti del risparmio gestito in leggera flessione sul primi due mesi del 2002 che, però beneficiavano del primo scudo fiscale.

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