Generali verso una tregua armata, Capitalia sale ancora di Federico Monga

Generali verso una tregua armata, Capitalia sale ancora GERONZI E' AL 3,460Zo. BOLLORE' PUNTA A RAFFORZARSI IN MEDIOBANCA: VOGLIAMO RIPORTARE LA CALMA, TRATTATIVE BEN INDIRIZZATE Generali verso una tregua armata, Capitalia sale ancora A Milano summit tra i due schieramenti Federico Monga «Vogliamo riportare la calma in Mediobanca e nelle Generali. Le trattative vanno verso la giusta direzione». Dopo mesi di rastrellamenti sotterranei in Borsa e quasi tre settimane di schermaglie al a luce del sole, ieri Vincent Bollore, socio al 507o in piazzetta Cuccia e capocordata dalla Francia, descriveva un'atmosfera più rilassata, da tregua se non addirittura da abbozzo di accordo, attorno al cuore della finanza italiana. A scanso di equivoci comunque Capitana ha ancora gonfiato i muscoli acquistando ai blocchi un altro 1,440Zo delle Generali, portando la sua partecipazione al a^e0/*). Un'operazione che farebbe pensare ancora ad una guerra aperta. Fonti vicine ad entrambe le parti invece sostengono che le trattative tra Bollore e il fronte di Alessandro Profumo si sarebbero finalmente avviate. Lo scoglio più difficile da superare resta ancora l'uscita di scena di Vincenzo Maranghi. Unicredit 8- C. insistono per aprile. Bollore e alleati invece puntano alla scadenza del mandato, ovvero il prossimo ottobre. Come fatto capire l'altro ieri anche da Profumo, per le Generali si va verso una nuova govemance. Mediobanca rimarrebbe il socio di riferimento del Leone triestino. I vertici, in particolare il presidente Antoine Bemheim, potrebbero anche essere riconfermati con mandato esteso a tre anni. Mentre nel cda dovrebbero entrare dai tre ai quattro rappresentanti del patto di consultazione Unicredit-Mps-Capitalia che comunque stabilizzerebbero le quote di capitale attualmente in possesso (direttamente oltre il 100Zo, vicine al 2007o con il resto dell'alleanza). In piazzetta Cuccia invece si potrebbe andare verso un nuovo patto di sindacato. Da ricordare che fino a quando non viene disdettato il vecchio, per ora nemmeno convocato, chi sale in Borsa non può comunque far valere il peso delle azioni nelle votazioni. Nella nuova Mediobanca, Bollore potrebbe crescere con una partecipazione importante, il 50Zo e forse anche qualcosa di più. Banca d'Italia permettendo. Quasi sicuro l'ingresso di nuovi soci. Sia industriali che bancari. In quest'ultimo caso i neofiti di piazzetta Cuccia saranno scelti tra chi non effettua attività di merchant banking per evitare conflitti di interesse. Fin qui le indiscrezioni sul nuovo riassetto che dovrebbe comunque prevedere un accordo. Le parti però paiono ancora non fidarsi del tutto. Come dimostra l'operazione di Capitalia al mercato dei blocchi ma anche la calata a fianco di Bollore a Milano di Tarak Ben Ammar, finanziere dalle spalle larghe, consigliere di Murdoch, Berlusconi (siede nel cda di Mediaset) e del principe principe saudita Al Waleed. Si è riunito con Bollore, Bemheim e il consigliere delle Generali ed ex primo ministro francese Raymond Barre prima al ristorante «Savini». Poi assieme a Bollore nello studio legale Chiomenti per un nuovo vertice con rappresentanti, dal vivo e via telefono, di Unicredit (Carlo Salvatori), Capitalia, il presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi e altri banchieri. All'uscita ancora un tira e molla. Dichiarazioni distensive: «Abbiamo riscontrato un clima di amicizia e molto aperto fra gli azionisti di Mediobanca sui principi che a noi importano e cioè sull'indipendenza e l'autonomia della banca». Smentite: «Non sono qui per lavorare per Berlusconi». E infine il punto fermo: «Affianco in un paese difficile (l'Italia ndr) Bollore che vuole difendere il suo investimento con altri investitori». Chiaro il messaggio: i francesi non vorranno conquistare ma voghono crescere. Ieri è stato anche 0 giorno del consiglio di amministrazioni di Generali, che ha approvato il bilancio 2002. I conti riflettono un anno difficile sul fronte finanziario: perdita record di 754 milioni di euro dopo maxi-svalutazioni per 3.998 milioni (713 solo a causa di Commerzbank); in miglioramento dell' 11 % il risultato della gestione tecnica, che ha ridotto la perdita a 583 milioni. Utile di 206 milioni per la capogruppo (da 442 milioni) che distribuirà un dividendo invariato di 0,28 euro per azione. Alleanza, la compagnia vita del gruppo, invece ha chiuso 0 2002 con un utile netto di 233,6 milioni (-3007o sul 2001) con un dividendo a 0,19 euro per azione in crescita del 18,796. Cesare Geronzi, presidente di Capitalia Trieste nei 2002 ha perso 754 milioni di euro Quattro miliardi di svalutazioni Antoine Bemheim, presidente delle Assicurazioni Generali

Luoghi citati: Commerzbank, Francia, Italia, Mediaset, Milano, Trieste