Delitto Biagi in un rapporto Digos la lunga storia dei Ncc di Guido Ruotolo

Delitto Biagi in un rapporto Digos la lunga storia dei Ncc UN ANNO FA L'OMICIDIO: LE PISTE PER SCOVARE LE NUOVE BRIGATE ROSSE Delitto Biagi in un rapporto Digos la lunga storia dei Ncc Dall'attentato alla Confìndustria (1992) agli agguati a D'Antona e all'economista bolognese: ecco su cosa lavorano polizia e Ros Guido Ruotolo ROMA Un anno fa, Bologna. Sono da pochi minuti passate le otto di sera. In via Valdonica lo stanno aspettando in due, i killer, anzi in tre, ma almeno altri due lo avevano seguito nel suo percorso, forse dall'università di Modena, dove insegnava, sicuramente dalla stazione di Bologna dove era arrivato. Lui, il professore Marco Biagi, scende dalla bicicletta, che lega accanto al portone. Fa per prendere le chiavi quando un ombra gli arriva alle spalle. Sei colpi di una 9 x 17 tipo corto, una Makarov, la stessa che ha ucciso Massimo D'Antona a Roma, in via Salaria, e Marco Biagi si ritrova a terra. Un anno fa a Bologna tornarono a colpire le Brigate Rosse. Un'altra scena, molti anni prima, dieci, e in un'altra città, Roma, aveva segnato l'inizio di questa storia, della storia delle nuove Brigate Rosse. Sono le 4,20 del 18 ottobre del 1992. In via dell'Astronomia, dove ha sede la Confìndustria, un vigilante sente il rumore di una brusca frenata seguita da tamponamento. Dal monitor vede l'auto con uno sportello e il bagagliaio aperto. Lancia l'allarme, gU artificieri trovano, in una borsa all'interno dell'auto, «un involucro di polistirolo, fennato da scotch marrone, sul quale campeggia la scritta in rosso: "bomba". L'involucro custodisce cinque chili di esplosivo, due detonatori a miccia, due spezzoni di miccia a lenta combustione». E' il battesimo di fuoco degli Ncc. Oltre dieci anni di storia, caratterizzati da drammatici momenti con gli omicidi D'Antona (20 maggio 1999), Biagi (19 marzo 2002), la sparatoria sul Roma-Firenze (2 marzo 2003). Questo decennio ha segnato l'evoluzione del gruppo, il suo salto di qualità che l'ha portato, con l'omicidio D'Antona, a riutilizzare la sigla Br, congelata dal 1988. E' in questo decennio che si intrecciano i destini di vecchi e nuovi brigatisti, di Mario Galesi e Desdemona Lioce, di Carla Vendetti e Simonetta Giorgieri. E di quei «latitanti» di cui, nelle inchieste della Digos e del Ros dei carabinieri, se ne intravedono le sagome, le ombre. All'inizio di questa storia, l'attentato alla Confìndustria del '92 appare misterioso. Gli «inesperti» bombaroli fanno ritrovare tre pagine di rivendicazione: «Con questa iniziativa i Nuclei Comunisti Combattenti hanno voluto attaccare il patto Govemo-Confindustria-Sindacati, concretizzatosi con l'accordo sul costo del lavoro del 31 luglio scorso». Gli Ncc si pongono in continuità con le Br e attaccano i sindacati per essere «vere appendici statuali incuneate nel proletariato». Le Br tacevano da alcuni anni, l'ultima azione risaliva al 16 aprile 1986 quando a Forlì avevano ucciso il senatore de Roberto Ruffilli. Tra l'88 e l'89 le ultime grandi retate di brigatisti: più di venti arresti, ma non tutti i terroristi finiscono nella rete. Il Ros dei carabinieri ricorda in un recente rapporto che nel blitz sicuramente la fecero franca «Pippo, Rosa, Cip e Ciopealtri». Roma, quattordici mesi dopo l'attentato alla Confindustria. All' 1,10 di notte del IO gennaio del 1994, ricostruisce il rapporto della Digos, «ignoti hanno fatto esplodere un ordigno in viale Beethoven 5, nei pressi dello stabile che ospita gli uffici del Nato-Defence College. L'esplosione ha causato danni alla facciata del palazzo. Due persone hanno visto allontanarsi a grande velocità un'Alfetta color sabbia con quattro persone a bordo». Arriva la rivendicazione: «Con questa iniziativa politico-militare gli Ncc hanno voluto colpire il ruolo svolto dalla Nato all'interno della strategia imperialista di nuovo ordine mondiale». Gli Ncc «riconoscono la centralità delle Br all'interno del percorso rivoluzionario del proletariato e la validità del loro impianto politico assumendolo come proprio», e rivendicano anche l'attentato Br di Aviano, del 3 settembre del 1993 (mentre dal carcere diversi «irriducihili» criticano quell'azione: «E' un operazione di combattentismo fine a se stesso, di movimentismo astratto, di deviazionismo anaUtico»). GU Ncc rendono onore «alla compagna Barbara Kistler rivoluzionaria antimperialista caduta in combattimento nel febbraio del '93». Nel documento di rivendica- zione dell'attentato alla Confindustria del '92, gli Ncc avevano ricordato un'altra «vittima», Carlo Pulcini, il brigatista arrestato nell'ultima retata dell'88 e morto in carcere nel marzo del '92. Pulcini e Kistler sono i punti di riferimento anche degli Nta, la sigla eversiva del Nord-Est attiva dal dicembre del 1995, che a loro hanno intitolato due cellule. Dal carcere, dove era già arrivato il sostegno agli Ncc per l'attentato alla Confindustria, gli «irriducibili» appoggiano anche quello alla Nato. Il brigatista Franco Grilli era stato il destinatario di ima letteracartolina spedita dal carcere francese dalle terroriste Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti: «Abbiamo saputo che giù non avete la rivendicazione dell'azione di gennaio (contro la Nato-Defence College, ndr) e così, come vedi, ve la mandiamo». In allegato, le due brigatiste - arrestate a Parigi il 2 settembre del 1989, scarcerate nell'aprile del '95, da allora «irreperibili» -, avevano inviato una copia della rivendicazione degli Ncc. Dalla Nato a via Salaria. In questi cinque anni vi sono almeno due date, due episodi importanti. Sempre Roma, sempre quartiere Eur. Sono le 11 del 13 febbraio del 1995: «In via Eredia - si legge nel rapporto della Digos -, personale dipendente del commissariato Ps "Colombo", in normale servizio di prevenzione, ha proceduto al controllo di due persone che stazionavano in loco, nelle immediate vicinanze di un ciclomotore con targa apparentemente contraffatta». I due sono Fabio Matteini e Luigi Puccini, fiorentino il primo pisano l'altro. Puccini dichiara: «Non voglio parlare senza il mio avvocato e poi io non sono uno "comune", sono un militante rivoluzionario dei Nuclei comunisti combattenti». E Matteini: «Posso dire che sono un prigioniero pohtico e un militante rivoluzionario». Un controllo di polizia casuale, come otto anni dopo avverrà sul Roma-Firenze, svelerà le identità di due militanti degli Ncc. GU investigatori con l'arresto dei due sperano di risalire agU altri: «Di particolare interesse investigativo - scrivono in un rapporto - è risultata la circostanza che il Matteini rivesta un ruolo preminente nell'ambito del "CPA-Firenze Sud", organismo costitutivo del "Movimento Proletario Anticapitalista" e che la sua convivente sia stata fotografata aU'intemo del CIP Alessandrino di Roma in occasione di riunioni riservate del MPA». NeU'MPA, secondo la Digos, gravita anche U frateUo di SUvano Falessi, un altro latitante delle Brigate Rosse. In un rapporto del Ros dei carabinieri del febbraio del 2000, si legge: «Il Puccini era partito (da Livorno, ndr.), verosimilmente, in compagna di altri due uomini e due donne. Oltre al citato Puccini venivano neU'occasione riconosciuti, da testi presenti, Valtere Lorenzi, Carlo Camilloni e Desdemona Nadia Lioce». E' da queUa data, 13 febbraio 1995, che Nadia Lioce si volatizzerà fino al 2 marzo scorso, quando sarà arrestata. Mario Galesi, il brigatista rimasto ucciso neUa sparatoria del Roma-Firenze, il 15 gennaio del 1997 viene arrestato, con Jerome Cruciani, per una rapina aU'ufficio postale di via Radicofani, a Roma. Galesi rimane agli arresti domiciUari soltanto per tre mesi. Il 7 febbraio del 1998, un anno prima dell'agguato in via Salaria, si dà latitante. Entra in clandestinità. Siamo alla vigiUa della trasformazione: gU Ncc rispolverano la sigla deUe Br, con l'omicidio D'Antona. Via Valdonica a Bologna, dove è avvenuto l'agguato brigatista che ha ucciso il professor Marco Biagi