Boicottaggi e sciopero contro la guerra di Fabio Martini

Boicottaggi e sciopero contro la guerra Boicottaggi e sciopero contro la guerra Il fronte dei no si mobilita. I sindacati: tutti fermi per due ore Fabio Martini ROMA L'idea è ambiziosa, non irrealistica: trasformare l'ostilità alla guerra della maggioranza degli italiani in un mobilitazione molto più capillare e diffusa del solito: cortei di quartiere, luoghi di lavoro bloccati, scuole occupate. Università in agitazione permanente, sit-in, fiaccolate senza sosta per tutta la durata della guerra. Non appena saranno scaricate le prime bombe sull'Iraq, sono pronte a mobilitarsi Cgil, Cisl e Uil (di nuove unite), ma anche una miriade di sigle cattoliche e laiche, non tutte di stretta osservanza pacifista. La prima "scarica" di agitazioni si avrà non appena inizieranno i bombardamenti e dunque - salvo colpi di scena - domani stesso, o al più tardi dopodomani: i sindacati confederali stanno già mobilitando le proprie strutture periferiche per uno sciopero generale di due ore nelle fabbriche, negli uffici, nei servizi pubblici, nelle scuole. In tutte le città si svolgeranno cortei più o meno spontanei, in orari diversi ma in gran parte concentrati nel pomeriggio, ai quali daranno impulso i quadri del sindacato, ma anche la rete di organizzazioni riunite attorno ad una nuovo comitato - "Fermiamo la guerra" - che riunisce sigle diversissime tra loro, come i Disobbedienti di Casarini, la Cisl, le Adi, Emergency, la rete Lilliput, i Social Forum, la Cgil e tante altre. E la novità è proprio il fermento di iniziative che stanno mettendo a punto già in qneste ore organizzazioni meno tradizionali e più leggere dei sindacati, iniziative aestinate a decollare dalla settimana prossima. Assieme a blitz, cortei, incursioni in aree delicate come Aviano e Sigonella, in cantie¬ re ci sono anche forme nuove di protesta come il boicottaggio di alcuni prodotti di largo consumo americani, spagnoli e inglesi. Come spiega Vittorio Agnoletto «abbiamo deciso di concentrare la protesta su un numero molto circoscritto di prodotti - probabilmente tre proprio per rendere più efficace il boicottaggio». In attesa di individuare i prodotti "giusti", un primo boicottaggio riguarderà tre compagnie petrolifere: Esso, Mobil, Texaco. E un'altra sorpresa potrebbe essere l'organizzazione di un'informazione capillare, collegio per collegio, per informare gli elettori del posto su come abbia votato il parlamentare locale sulla questione della guerra nella votazione che avrà luogo oggi. Non a caso la prima protesta parte oggi attorno a Montecitorio. Dopo un'eclissi durata alcuni mesi, tornano i Girotondi. Nanni Moretti, Pancho Pardi, Silvia Bonucci circonderanno simbolicamente la Camera dei deputati, dóve, a partire dalle 11,30 è previsto il dibattito parlamentare e il voto sull'uso delle basi. E proprio il redivivo Nanni Mo¬ retti, al termine di un incontro con Rutelli e Fassino, ha fatto sapere la sua opinione sul governo italiano: «Berlusconi italianescamente non si è preso le sue responsabilità. Il risultato quale è? Nessuno parla dell'Italia». Sempre oggi sono previste mobilitazioni in diverse città, con un'attenzione speciale ai consolati dei tre Paesi più esposti nella guerra all'Iraq: a Firenze ci sarà un presidio pacifista sui ponti di Firenze distrutti durante la Seconda guerra mondiale e un altro vicino ai consolati degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, mentre a Milano Arci ed Emergency "prenderanno di mira" il consolato americano e nei giorni successivi quelli di Spagna e Gran Bretagna. Altro appuntamento già fissato è il comizio indetto dall'Ulivo per sabato a Roma in piazza del Popolo dove è molto probabile che parleranno i leader del centro-sinistra e, se sarà confermato il clima unitario delle ultime ore, potrebbe prendere la parola anche il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. Novità anche sul fronte sin¬ dacale. Ieri i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno fatto diffondere un comunicato congiunto nel quale oltre ad annunciare lo sciopero unitario, si chiede tra l'altro un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Berlusconi «per riconfermare che l'Italia è vincolata al rispetto della Costituzione e della Carta dell'Onu». E il segretario della Cisl Savino Bazzotta preannuncia anche un evento a suo modo storico: «Siamo in contatto con le altre organizzazioni sindacali europee per decretare uno sciopero a livello europeo».