«A Superga i Savoia troveranno l'affetto dei torinesi»

«A Superga i Savoia troveranno l'affetto dei torinesi» I MONARCHICI PIEMONTESI SI MOBILITANO: LA VISITA DI VITTORIO EMANUELE E FAMIGLIA È PREVISTA PER MAGGIO «A Superga i Savoia troveranno l'affetto dei torinesi» Giuseppe Sangiorgio ARRIVANO le Altezze reali» e la mobilitazione in via San Quintino 41, sede del Mmi, ossia del Movimento monarchico italiano, sale alle stelle. «Un fermento positivo, che si allunga dopo la cerimonia che abbiamo contribuito ad organizzare nelle scorse settimane in onore di Edgardo Sogno, un grande monarchico e un grande italiano», dice l'avvocato Andrea Rosso, delegato del Movimento per il Nord, un pochino amareggiato per il fatto che Vittorio Emanuele, Marina Doria e il loro figlio Emanuele Filiberto abbiano scelto Napoli per «celebrare» il ritorno dopo 56 anni di esilio», e per il modo con cui la capitale partenopea ha accolto l'erede al trono, «se ci fosse ancora un trono». «L'ideale - spiega il delegato - sarebbe che Torino li accogliesse a Superga, ovviamente in un bagno di folla». Ma a Napoli c'è stata contestazione più che gioia. E, per la verità, da Torino non sono andati in molti. Alcune decine di persone, oltre che del Mmi, dell'Associazione Regina Elena e del gruppo Savoia, anche se quassù, nella capitale del Nord-Ovest», culla che tenne a battesimo gran parte della dinastia, gli iscritti al Mmi sono più di mille. «A Napoli - commentano i monarchici subalpini - abbiamo assistito ad uno scontro di retroguardia, alla protesta sterile di gente che, evidentemente, non aveva nulla di meglio da fare. Basta andare a vedere quanto fosse eterogeneo il ventaglio dei contestatori, persone, peraltro, ai margini della vita politica del paese». Vittorio Emanuele e famiglia, nel calendario ufficioso dei monarchici, dovrebbe essere sotto la Mole a metà maggio («Anche se - dice Andrea Rosso - l'appuntamento potrebbe slittare a tempi successivi») e per lui, i Monarchici pensano di organizzare soprattutto incontri con la società civile, in altre parole con la gente di Torino. «Poi, ben vengano le cerimonie ufficiali. Se le autorità costituite le vorranno», spiegano i vertici dal quartier generale di via San Quintino. Fra i più noti simpatizzanti del Re, c'è Ludovico Boetti Villanis, vice presidente dell'Istituto Real Casa di Savoia, ex consigliere provinciale e, per molto tempo, capogruppo Msi a Palazzo Cisterna. E come non ricordare Bepi Dondona, ex consigliere ed ex assessore a Palazzo Civico, scomparso alcuni anni fa. Del resto a Torino per i Savoia «si respira storia di famiglia». Qui la dinastia sabauda partì con il Ducato, diede vita al Regno, riunì l'Italia in una sola realtà, facendo guerre, accordi diplomatici costruendo regge e residenze, ponti, strade e infrastrutture. Vittorio Emanuele, appena atterrato a Capodichino, ha ricordato che gran parte dei suoi antenati, oltre che al Pantheon, sono sepolti a Superga. Per questo ] a annunciato che «non vede l'ora di visitare Torino», per passeggiare fra la sua gente e per inginocchiarsi di fronte' alla Sindone. Perché la prima visita l'ha fatta a Napoli? «E comprensibile - chiarisce l'avvocato Rosso - cinquantasei anni fa, la famiglia reale partì da Napoli. E adesso è ritornata là, all'ombra del Vesuvio, chiudendo il cerchio di un esilio durato persin troppo tempo». «Organizzeremo incontri con la gente, faremo respirare aria di casa alla dinastia nata qui» Ludovico Boetti Villanls