Chiesto un riscatto per il piccolo cinese

Chiesto un riscatto per il piccolo cinese IL BIMBO HA 5 ANNI. INDAGINI ALL'INTERNO DELLA COMUNITÀ ROMANA Chiesto un riscatto per il piccolo cinese «Vogliamo subito centomila euro» ROMA Nessuna traccia del piccolo Xiong Xu Jia, 5 anni, rapito sabato alle 21 dall'abitazione dei genitori in via di Macchia Saponara, ad Acilia. Nessuna traccia ma ieri è arrivata ai genitori la richiesta del riscatto; i rapitori vogliono subito centomila euro, sembrano disposti comunque a fare uno «sconto», scendendo fino a 50 mila euro. I carabinieri di Ostia hanno messo in moto la caccia ai sequestratori del figlio di Wei Xu Quen, titolare del ristorante cinese «Stella d'Oriente» che si trova proprio sotto l'appartamento dove è avvenuto il rapimento. L'ipotesi è che si sia trattato di una rapina, poi trasformatasi in sequestro. Xu, come viene affettuosamente chiamato dai genitori e dalla sorellina Na, di 12 anni, sarebbe stato portato via da tre cinesi sui quarant'anni entrati nella casa suonando al citofono. La dodicenne avrebbe aperto il cancello senza esitazioni, abituata al continuo via vai dei dipendenti nello stabile, che oltre a ospitare al piano teireno il ristorante, al primo piano ospita anche l'appartamento dei camerieri. I rapitori dopo aver chiuso il bambino in un borsone nero di tela, sono fuggiti a bordo di una Lancia Dedra scura, in direzione della via Cristoforo Colombo che porta a Roma. Mentre uno del gruppo teneva a bada i due bambini terrorizzati, gli altri due, tutti a volto scoperto, frugavano nell'appartamento in cerca di qualcosa, forse denaro. I banditi sono rimasti nella casa ima decina di minuti. A Jia, che piange-va per la paura, uno di loro avrebbe anche detto di non preoccuparsi, perché sarebbero andati via subito dopo avere preso quello che cercavano. Si tratta - ha spiegato il comandante del gruppo carabinieri di Ostia, colonnello Massimo Dariucci - di «un sequestro atipico», ma anche di «una cosa che accade fra i cinesi. In genere questo tipo di furti avviene quando si diffonde la voce che una famiglia ha raccolto il denaro per acquistare i bighetti per tornare in Cina». In questo caso, però i genitori dei bambini, Xu Quin Wey di 34 anni e Liau Xiau Xia di 30 anni, che abitano a Roma da otto anni e da quattro si sono trasferiti ad AcUia, dove hanno aperto il ristorante, non avevano programmato alcun viaggio. L'obiettivo dei ladri era quindi, più probabilmente, l'incasso del venerdì del ristorante, circa 1500 euro che Liau Xiau Xia aveva nascosto in casa e che i tre non sono riusciti a trovare. A questo punto avrebbero modificato i loro piani: hanno infilato il piccolo Jia in un borsone trovato in casa e l'hanno portato via, lasciando la sorella maggiore legata con del nastro adesivo. La ragazzina, pur con le gambe e le braccia legate, è riuscita a uscire di casa. A piccoli saltelli è scesa in strada, dove ha dato l'allarme. Ed è stato proprio il comportamento della dodicenne, che ha reso evidente quanto avvenuto a un pubbUco vasto, composto anche dagli avventori del ristorante, a far saltare un altro aspetto del piano dei rapitori, che contavano probabilmente sul tradizionale clima di riservatezza dei cinesi per mantenere il silenzio. Le ricerche dei rapitori sono state estese a Roma. In particolare all'Esquilino e a Torpignattara, dove nelle settimane scorse piccole bande di giovani malavitosi cinesi si sono lasciati andare ad aggressioni e rapine nei confronti di donne, anziani e bambini asiatici. Le indagini si basano sulla descrizione della ragazzina che però non ha riconosciuto i tre, particolare che fa ritenere agli investigatori possa trattarsi di immigrati irregolari, non conosciuti nella zona. Ieri mattina il ristorante ha comunque riaperto, [f. ama.] I sequestratori sono entrati a volto scoperto e rimasti in casa per oltre 10 minuti La casa ad Acilia vicino a Roma dove è stato portato via il piccolo cinese

Persone citate: Esquilino, Macchia Saponara

Luoghi citati: Acilia, Cina, Jia, Roma