«Teniamo alta la guarda C'è un piano antiepidemia» di Giacomo Galeazzi

«Teniamo alta la guarda C'è un piano antiepidemia» IL MINISTRO DELLA SANITÀ' E L'EMERGENZA MONDIALE «Teniamo alta la guarda C'è un piano antiepidemia» Sirchia: l'Italia non è in pericolo, pronti due centri specializzati per le malattie infettive. Lontano il sospetto di bioterrorismo intervista Giacomo Galeazzi ROMA SIAMO pronti ad intervenire. Non è la prima volta che accade negli ultimi decenni, in ogni modo, per azzerare i rischi di un'epidemia di polmonite atipica virale, negli uffici sanitari di frontiera è subito scattata la procedura di massima vigilanza». Per il ministro della Salute, «stando ai dati attuali», mancano ragioni scientifiche in grado di ricondurre al bioterrorismo la misteriosa vicenda del virus killer, responsabile di letali infezioni polmonari in mezzo mondo. Per il momento non è stata disposta né la somministrazione preventiva di farmaci, né l'esecuzione di esami sui viaggiatori intemazionali. «Non c'è motivo di allarmarsi afferma Girolamo Sirchia -. Siamo perfettamente in grado di mantenere la situazione sotto controllo e Tmbra mltàlìa non e stato individuato nessun caso. Per capire la (.jealfigravJtàdelfenomeno, comunque, occorre prima isolare il microrganismo che scatena la patologia». Ministro, che cosa accade se a Fiumicino o Malpensa, i medici, come accaduto in Germania, riscontrano l'avvenuto contagio? «Per la persona ammalata, secondo la procedura, c'è l'isolamento in ospedale. Inoltre, verrebbe data immediata comunicazione della questione anche ai passeggeri che hanno viaggiato sullo stesso volo. I soggetti "sotto osservazione" sono tenuti ad aggiornare il loro medico curante sugh eventuali sintomi, in stretto collegamento, per un paio di settimane, con le Asl di riferimento. Lo sconosciuto e, a quanto pare, molto resistente microrganismo dà luogo ad una sindrome respiratoria acuta. In queste ore sui passeggeri in arrivo o in transito negli scab italiani dai Paesi asiatici (dove sono avvenuti numerosi decessi), i camici bianchi della Sanità Aerea stanno analizzando con grande attenzione i "campanelli d'allarme" come la febbre alta o la forte tosse». Si può escludere la matrice bioterroristica? «Da 30 anni si registrano situazioni simib, più o meno estese. Allo stato attuale non si può escludere nulla con certezza, perché il quadro è appena abbozzato, però non sono emersi finora elementi clinici sospetti, ossia circostanze che facciano pensare ad una patologia la cui origine non sia completamente spontanea. Piuttosto, stavolta come in passato, tutto sembra attribuibile ad un agente infettante ancora da analizzare. Tenere alta la guardia è una necessità assoluta, a maggior ragione in uno scenario mondiale come quello odierno. Il governo ha immediatamente collaborato con l'Organizzazione mondiale della Sanità alla rete di vigilanza. Non c'è motivo di pensare ad una malattia "ad hoc" uscita dai laboratori del terrore e mi sento di rassicurare gb itabani: è in funzione un sistema collaudato a difesa della salute pubblica. Il personale sanitario ha ricevuto istruzioni specifiche sulle misure da adottare per evitare il contagio e soppesare ogni minimo malessere, specie dei viaggiatori in arrivo dal Sud-Est asiatico». Che cosa prevede il piano antiepidemia? «E' una ragnatela di strutture e disposizioni. Abbiamo attivato, oltre agli uffici sanitari di frontiera, gb assessorati regionab alla Sanità e i due centri specializzati per le malattie infettive Ircss Lazzaro Spallanzani di Roma e Ospedale Sacco di Milano. Siamo di fronte a casi di polmonite atipica con un'origine sconosciuta e non abbiamo ancora una precisa diagnosi dell'agente che U provoca. Siamo in contatto con l'Oms per coordinare informazioni e sviluppi dell'epidemia. Ciò che conta è il monitoraggio del primo momento, la verifica "sul campo". Il tempo è un fattore determinante, così i comandanti degli aerei sono stati incaricati di notificare all'istante le eventualità». L'epidemia non è più confinata all'Estremo Oriente. Anche l'Italia è a rischio? «Con gli odierni sistemi di comunicazione era da mettere nel conto un coinvolgimento dell'Europa. Occorre essere pronti ad intervenire, perciò tutti gli Stati si stanno muovendo con le stesse procedure. La situazione è sotto osservazione e, fortunatamente, in Italia non sono stati ancora registrati contagi. Non siamo davanti ad una normale influenza: è un'infezione su cui vigila- re con la massima cura. La nostra rete di sorveglianza per ora è "standard", ovvero non è specifica, ma rientra nelle regole dettate dalle norme sanitarie internazionali». Quali sono state le prime misura disposte dal ministero della Salute? «Le linee guida interne sono state definite per affrontare il manifestarsi di eventuali casi sia per quanto riguarda l'aspetto diagnostico che clinico. A tutt'oggi l'Oms non ha imposto restrizioni ai viaggi verso ì Paesi asiatici interessati né ha fornito indicazioni per effettuare preventivamente la somministrazione di farmaci o l'esecuzione di esami. Appena l'Oms ha lanciato l'allarme, ho diramato una nota alle direzioni aeroportuali, agli enti dell'Ufficio controllo traffico, ai medici dei pronto soccorso interni agli scali e alle compagnie aeree. E' una strategia globale che non permette imprudenze o superficialità. una catena di controlli in cui contano le visite dei medici sui passeggeri come le segnalazioni obbbgatorie dei comandanti di casi sospetti a bordo del loro volo». Qual è l'identikit della persona in pericolo? «La sintomatologia "nel mirino" include febbre alta e deficit respiratorio in soggetti che abbiano avuto contatti con persone contagiate o abbiano soggiornato in una delle aree dove è stata segnalata l'infezione. L'iter prevede che i passeggeri sospettati di aver contratto il virus (in forma grave e rapidamente evolutiva) vengano visitati prima al pronto soccorso dello scalo e poi trasferiti al centro di riferimento regionale per le malattie infettive. Occhi puntati, dunque, sui viaggiatori internazionali che, durante il viaggio di ritorno o al rientro, mostrino i segni della malattia-rebus indicata come Sars ("severe acute respiratory syndrome")». ^^ Per le persone ^™ che dovessero essere colpite dal virus è previsto l'isolamento in ospedale. Inoltre verrebbe diffusa una comunicazione speciale ai passeggeri che hanno viaggiato sullo stesso volo in modo che siano messi sotto osservazione 99 Il ministro Sirchia Personale con le mascherine neliecorsie degli ospedali in Vietnam

Persone citate: Girolamo Sirchia, Lazzaro Spallanzani, Sirchia

Luoghi citati: Estremo Oriente, Europa, Germania, Italia, Milano, Roma, Vietnam