Bush: «Oggi all'Onu sarà il giorno della verità» di Maurizio Molinari

Bush: «Oggi all'Onu sarà il giorno della verità» IL PRESIDENTE USA CON BLAIR E AZNAR AL VERTICE DELL'ISOLA PORTOGHESE DI TERCEIRA Bush: «Oggi all'Onu sarà il giorno della verità» Se salta l'accordo al Consiglio di sicurezza pronto un ultimatum di 72 ore Maurizio Molinari corrispondenteda NEW YORK Oggi 17 marzo per le Nazioni Unite è il «giorno della verità»: se il Consiglio di Sicurezza non troverà un accordo sulla seconda risoluzione questa sera il presidente americano, George Bush, potrebbe rivolgersi al Paese dando l'ultimatum a Saddam Hussein. Il summit delle Azzorre fra i leader di Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna è stato un incontrolampo: meno di un'ora di conversazione, con il premier portoghese José Durao Barroso nel ruolo di padrone di casa, nella base militare americana di Lajes sul!' isola di Terceira per lanciare un chiaro monito al Consiglio di Sicurezza. «E' il momento della verità - ha detto Bush - nel quale le nazioni devono dire se sono o meno a favore del disarmo immediato e incondizionato, di Saddam». Il messaggio è diretto a Francia, Russia e Cina, i tre membri permanenti con diritto di veto nel Consigho di Sicurezza finora contrari ad approvare un intervento militare. «Lanciamo un appello affinché la comunità internazionale assuma ima posizione rUtìita''ftHtè'^)èr assiciifare un migliore futuftf al popolo dell'Iraq» recita la dichiarazione di Tercei¬ ra. La pressione è soprattutto su Parigi: «Quando dieci giorni fa ho chiesto ad ogni nazione di scoprire, le carte la Francia ha risposto dicendo che avrebbe messo il veto in ogni caso» lamenta Bush, mostrandosi visibilmente irritato. Ovvero: Jacques Chirac ha sfidato la Casa Bianca sull'Iraq ed ora ha un'ultima possibilità per far sì che «Europa ed America stiano assieme di fronte alle nuove minacce» come chiede il premier britannico, Tony Blair. Poco prima dell'inizio del summit Chirac aveva fatto arrivare - attraverso un'intervista tv a Cbs e Cnn - la proposta di dare a Saddam 30 giorni per disarmare ma i protagonisti del summit, delle Azzorre ritengono che il tempo sia oramai scaduto. «Continuare con trattative infinite serve solo a Saddam per prendersi gioco dell'Onu, non ha concesso neanche ad uno scienziato di essere inteirogato all'estero né ha distrutto uno solo dei 10 mila litri di antrace di cui una settimana fa gh ispettori hanno lamentato la scomparsa, serve un ultimatum credibile all'Iraq» dice Blair. «Questa non è una dichiarazione di guerra ma é l'ultima possibihtà, la comunità intemazionale non può essere in balìa di un1fflanH6»"aggivmge if premier spagnolo José Maria Aznar. Chiu- si i lavori é iniziata ima «ultima fase di consultazioni» - come l'ha definita Blair - dalla quale entro oggi i leader delle Azzore si attendono una conclusione. Se Parigi, Mosca e Pechino non raccogheranno l'invito di Terceira il copione è scritto: già questa sera secondo indisci'ezioni riportate dalle tv americane - il presidente Bush potrebbe rivolgersi alla nazione dallo Studio Ovale per lanciare a Saddam Hussein l'ultimatum - forse di 72 ore - prima dell'attacco. Il capo degh ispettori, Hans Blix, si dice pronto ad ogni evenienza. «Possiamo ritirare gh ispettori o tornare a Baghdad». Secondo i tre del summit, se guerra dovesse essere l'intervento militare avverrà sulla base della risoluzione I44l approvata dal Consigho di Sicurezza lo scorso 8 novembre. «Nel 1991 l'Iraq accettò di disarmare nell'accordo sul cessate il fuoco,- ha spiegato Bush - ma la 1441 ha attestato l'avvenuta violazione materiale deUe passate risoluzioni, minacciando quindi serie conseguenze». Blair ed Aznar sono in piena sintonia: «La decisione fra pace e guerra spetta a Saddam». Per oggi al Palazzo di Vetro si annuncia l'ultimo duello. Parigi, Mosca e Berlino hanno chiesto la convocazione del ConsigWdi Sicurezza ma in assenza tdi' uri accordo la seduta potrebbe non ^volgersi mài. «La soluzione politica può essere ancora trovata - assicura il premier portoghese - ed anche se la probabilità é molto ridotta vale la pena di tentare». I quattro leader riuniti nella base dì Lajes hanno concluso il summit firmando due dichiarazioni: una sulT Iraq e l'altra sui rapporti transatlantici. L'accento sulla sohdarietà atlantica é un monito a quei partner europei - Francia, Germania e Belgio - dimostratisi più ostili alla pohtica di Washington e Londra sull'Iraq. «La sohdarietà atlantica basata su libertà e Stato di diritto è un grande valore che deve essere preservato - dice Aznar - senza un rapporto fra Europa e Stati Uniti non c'è nessuna Europa». «Europa e America devono stare assieme - gli fa eco Blair - la Nato é forte solo per questo». Parigi e Berlino sono avvertite: in gioco non c'è più solo l'Iraq ma la coesione della Nato. Durante il summit si è parlato anche di dopo-guerra: Bush parla di un Iraq unito con un governo interinale, l'Onu responsabile del soccorso umanitario e le risorse naturali gestite dagh iracheni mentre Blair ed Aznar mettono l'accento sull'impegno comune a favore della pace in Medio Orienfècoffla creazioSé di uno Stato dì' Palestina «a fianco di Israele» guidato da Abu Mazen. Una manifestazione pacifista davanti alla base militare di Lajes, sull'isola Terceira, dovasi è tenuto il summit