Il campionato dei trascinatori di Roberto Beccantini

Il campionato dei trascinatori DOPO BIEDVEP, ANCHE VIERI SEMPRE PIÙ' PECiSiVO Il campionato dei trascinatori Roberto Beccantini LE galoppate di Nedved. Le testate di Vieri. Lo scudetto è appeso alla loro forza, al loro cuore. Juventus e Inter non mollano, 3-0 al Modena i campioni, 4-0 al Como gli sfidanti. Pavel Nedved sta giocando come, forse, non ha mai giocato: neppure ai tempi della Lazio. Christian Vieri sta segnando a ritmi folli, 23 reti in diciannove partite. Se fra Juve e Inter ci sono tre punti, fra Vieri e la coppia Inzaghi-Mutu ci sono dieci gol, addirittura. Nedved è un trascinatore, Vieri anche. Mai così decisivi, mai così totali. La Juve è una squadra di ferro, che Lippi, in assenza di Del Piero, ha affidato agli slanci dell'immarcabile ceco. D'accordo, con il Como il solco l'hanno tracciato Batistuta e Di Biagio, ma Vieri è sempre lì, una doppietta a compensare il rigore sbagliato. E il Milan? Il malinconico 0-0 di Reggio Calabria l'ha spinto a otto lunghezze dalla Juve e a cinque dall'Inter. Ad Ancelotti manca proprio un Nedved, un Vieri. Gente, cioè, che sappia violentare il destino e scuotere il gruppo. C'era Baresi, una volta. Ci sarebbe Maldini: troppo buono. Rivaldo e Rui Costa, Inzaghi e Shevchenko: gli attaccanti fanno vendere i biglietti, ma per vincere i campionati serve altro. Il carattere, per esempio: la Juve lo coltiva da quando è nata, l'Inter se n'è costruito uno sulla pelle del 5 maggio. Il Milan marcia spedito in Europa e arranca in Italia. Ha rinunciato alle ali, sabato sera riceve la Juve: o la va ò la spacca. Berlusconi e Galliani marcano stretto Ancelotti. Non erano questi, i patti. Come se l'acquisto di Rivaldo l'avesse imposto il tecnico e non il vertice. Rivaldo: ha vinto i Mondiali, è sazio, incarna la deriva dell'ultimo Milan, né bello né pratico, un progetto che cammina. La classe non è acqua: e allora, sveglia. Nedved, invece, non smette mai di correre; e Vieri si butta su ogni palla con gli appetiti del bracconiere stanco di darsi alla macchia. Diavoli sono loro, non il Milan.

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