André Previn da My Fair Lady al «Tram» di Armando Caruso

André Previn da My Fair Lady al «Tram» REGIO, PRIMA NAZIONALE André Previn da My Fair Lady al «Tram» Armando Caruso TORINO André Previn, quattro Oscar, cinque mogli e nove figli, tre adottati insieme con Mia Farrow, tra i quali Soon-Yi, giovanissima moglie di Woody Alien. Il quale Alien è dunque genero del compositore americano di origine tedesca. Settantatre anni, Previn ha sposato nel 2002 la quarantenne Anne Sophie Multar, celebre violinista tedesca scoperta e lanciata dall'ancor più celebre Herbert von Karajan. Una vita intensa la sua, teatrale, ricca colpi di scena. Compositore eclettico, affascinato dai classici e dalla cultura americana, arriva a Torino con l'opera lirica ((A Streetcar Named Desire» (Un tram che si chiama desiderio), ispirata all'omonimo lavoro teatrale di Tennessee Williams, da cui Elia Kazan trasse nel 1951 il famoso film con Marion Brando e Vivien Leigh. Su proposta del direttore artistico Marco Tutine, il regista Giorgio Gallione mette ora in scena il «Tram» al Regio in prima nazionale, martedì alle 20,30 per la direzione di Steven Mercurio. La prima dell'opera andrà in onda in diretta su RaiRadioTre, il programma «Prima della Prima» ne trasmetterà brani il 25 marzo su Raitre, alle 0,40. Previn, dunque: un compositore pluridecorato al Teatro Regio, maestro assoluto delle colonne sonore di molti film americani, di musical entrati nella storia di Broadway, si pensi a «Gigi», il black movie «Porgy and Bess», la commedia «Irma la dolce», e lo straordinario «My Fair Lady». Previn ha composto le musiche di oltre sessanta film; «Un tram che si chiama desiderio» è l'ultimo suo lavoro, commissionatogli dall'Opera di San Francisco e diffuso con successo negli Stati Uniti. Il lavoro teatrale aveva avuto successo anche a Roma, interpreti Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni, regista Luchino Visconti. Protagonisti della trasposizione lirica al Regio sono il soprano olandese Barbara Haveman nel tragico ruolo di Bianche Du Bois; il giovane e aitante baritono americano Bandai Tumer nei panni dell'ubriacone e stupratore Stanley Kowalski; il soprano Laura Clerici nel personaggio di Stella Kowalski; il tenore americano Keoth Olsen nel ruolo di Harold Mitchell (Mitch). Ci sono poi Monica Minarelli, Davide Livermoor, Silvia Mapelli e Manuela Giacomini (la donna messicana). Scene e costumi sono di Guido Fiorato, l'orchestra è quella del Teatro Regio, produttore del nuovo allestimento, non c'è il coro. Osserva il regista Giorgio Gallione: «Ho accettato subito la proposta di Tutine. La musica di Previn riflette la scansione, i tempi della commedia teatrale. È opera costruita sui rapporti fra i 4 protagonisti, sulla loro povertà morale, sulla loro degradazione. Lo stesso scheletro in legno d'una baracca di New Orleans che si sgretola mentre si sviluppa il dramma è il simbolo della dissoluzione umana. L'unica vera protagonista, a differenza del film, qui è Bianche, che avendo subito violenza, impazzisce. Vince la brutalità, ma è una vittoria che fa paura e induce a riflettere sull'arroganza e l'aggresività umana». Steven Mercurio, per la prima volta al Regio - ma ci ritornerà nel 2004 per dirigere «La Fanciulla del West» - è entusiasta dell'opera e della musica di Previn: «Ha rielaborato come tutti i grandi compositori la propria cultura, è tornato alle origini, ha scritto un'opera tonale, carica di emozioni timbriche, ha colto tutto ciò che poteva, da Strauss a Mahler, da Stravinski a Hindemith, ed ha creato l'ultima vera opera del Novecento. Le àrie del terzo atto cantate da Bianche, vittima di un'epoca balorda, sono piene di poesia, ricche di colori, gli stessi colori che si possono coghere nel blues e nel jazz, ma riproposti con un'abilità creativa fuori dal comune. D'altra parte anche Schoenberg, originalissimo, si era ispùato a maestri come Mahler e Wagner. Non sappiamo che diavolerie ci riserverà Previn nel futuro, ma so che qualcosa sta escogitando. Una cosa è certa, Previn è sicuramente uno dei maggiori com| positori del Novecento». Il direttore Steven Mercurio

Luoghi citati: New Orleans, Roma, San Francisco, Stati Uniti, Streetcar Named Desire, Torino