<<Il mìo nome usato per fare truffe>>

<<Il mìo nome usato per fare truffe>> IL VERO DOTTOR LAURO SCONCERTATO DOPO LA VICENDA DELL'EX ODONTOTECNICO CHE SI PRESENTAVA CON LA SUA IDENTITÀ' PER BIDONARE INSERZIONISTI <<Il mìo nome usato per fare truffe>> Il dentista: lo conoscevo, non l'ho mai visto lavorare il caso FURBO, l'ex odontotecnico Giorgio Bonfiglio, 51 anni, arrestato dalla polizia di San Secondo dopo un'interminabile sequenza di truffe. Contattava, assieme a un «aiutante». Angelo Curello, anche lui in carcere, i malcapitati inserzionisti di periodici di annunci; poi acquistava computers, gioielli, orologi di marca, mobih antichi, persino un motore per motoscafo, pagando con assegni rubati o falsi dopo una serie di laboriose trattative. Per essere più convincente usava il nome di un vero dentista, cioè quello del dottor Agostino Lauro. Si presentava così: «Sono il dottor Lauro, ho lo studio in corso Orbassano 132». Elegante, distinto, baffetti curati, grisaglione blu, giacca e cravatta. Un po' meno credibile, Curello ma, d'altra parte, doveva fare solo la parte dell'autista-domestico. Tutto verosimile, tranne un par- . ticolare. Che lui, appunto, era Bonfiglio Giorgio, pregiudicato per truffa e altri reati e non certo il dottor Lauro. «Un fatto incredibile - racconta adesso il professionista, seduto in poltrona nella sua casa dove, a fianco, c'è lo studio con le lauree appese al muro - perché, tra l'altro, quel signore io l'ho conosciuto davvero, molti anni fa. Aveva un laboratorio odontotecnico, qualche dipendente, qui veniva solo a incassare le fatture. Mai visto, neanche una volta, lavorare. Elegante, preciso, qualche volta pure in Mercedes. Per questo sono stupito di questa... metamorfosi. Però mi voglio tutelare. Molti amici hanno letto sul giornale che Bonfigho usava il mio nome. Non vorrei che si creassero equivoci con le persone che sono state ingannate da lui e dai suoi complici». Nel curriculum di Bonfiglio che, una volta, abitava a Pinerolo in via Stampini 6, c'è, alla fine degh Anni Ottanta, pure una storia di pensionati abusivi per anziani. Titoli dell'epoca: «L'albergo degli orrori». Era il suo. Gh anziani non autosufficienti li ospitava nella pensione Nettuno di via Po 4, arrivò la polizia e furono messi i sigilli. Furono scoperte complicità con assessori, medici che facevano da prestanome, infermieri, un paio di ex kapò. Poi, tra.il '96 e il '97, altra ondata di assegni falsi o rubati. «Bidonati» gioiellieri, antiquari, commercianti. Colpi mihonari, portati a termine con jrande freddezza e perizia. Vale a pena di una rapida incursione in questa storia che sa di romanzo d'appendice. Si presen¬ tava nei negozi con fare gentile: «Quel gioiello che avete in vetrina è proprio bello. Potrei vederlo? Devo fare un regalo a mia moglie». Parole sempre piene di complimenti. «Ok, posso pagare con un assegno?». Come dire no a un cliente così affabile. Poi si scopriva che l'assegno, bancario o circolare che fosse, era sempre rubato. Mesi di indagini smascherarono quel cliente così gentile: il Giorgio Bonfiglio. Per la polizia uno dei più abili «bidonisti». GioieUerie, gallerie d'arte, negozi di antiquariato. Le vecchie denunce sembrano il copione di una commedia. Mancano solo Totò e Peppino. Il titolare di una nota galleria di corso Vittorio Emanuele: «Ha comperato un quadro di Giuseppe Camino, mi ha dato, come acconto, un assegno della Banca Commerciale Italiana, 7 milioni. Falso». Ma i colpi migliori erano sempre ai danni di orefici e gioiellieri. Raccontò alla polizia il titolare di una nota oreficeria di via San Francesco da Paola: «È venuto due volte, ha scelto un candelabro d'argento. Assegno da un milione. Rubato». Altro negoziante: «Ha scelto deUe posate in argento. Gli ho fatto un buon prezzo, due milioni e centomila. Mi ha lasciato 100 mila in,contanti, è andato in banca. È tornato con un assegno da due milioni. Rubato». Per finire, la testimonianza di una delle ultime vittime del 2003, un giovane laureato in informatica: «A me ha preso il computer portatile. Sospetti? Neanche per idea. Tra i due, il delinquente sembravo io». [m. nu.] Giorgio Bonfiglio, 51 anni, arrestato dopo una serie di truffe Il dottor Agostino Lauro, completamente estraneo alla vicenda Il falso professionista era già noto alla polizia da fine Anni Ottanta Era spedalizzato in raggiri a gioiellieri antiquari e commercianti del centro

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