Margherita all'attacco: «No ai ricatti di giunta»

Margherita all'attacco: «No ai ricatti di giunta» IL PALAZZO DELLA REGIONE ALL'ORIGINE DELL'ENNESIMO SCONTRO Margherita all'attacco: «No ai ricatti di giunta» Il più numeroso gruppo della maggioranza contesta il metodo scelto dall'assessore Viano per riqualificare l'area ex Materferro «Invece di minacciare verifiche politiche, rispetti di più gli alleati» Emanuela Minucci ((Apprendo dagli organi di stampa che anche un mite assessore come Viano, accomodante nei rapporti interpersonali, filosofeggiante nel trattare la cruda urbanistica, è stato pervaso da metodi e consuetudini sempre più frequenti nell'esecutivo torinese. Mi riferisco alla difficoltà di lavorare "sotto tutela"». S'inizia cosi l'amaro commento che il capogruppo della Margherita Marco Borgione ha messo ieri nero su bianco all'indirizzo dell'assessore all'Urbanistica Mario Viano, il sindaco Chiamparino e la maggioranza tutta. Oggetto: l'annunciato progetto del grattacielo della Regione sull'area Materferro, o meglio, il modo con cui l'assessore Viano l'ha presentato, giovedì sera: «O si fa, oppure si va alla verifica». Ennesimo, formalizzato, rammarico, per «uno scollamento fra assemblea consiliare e giunta, ormai sempre più ricorrente». E forse, per usare un linguaggio caro al primo cittadino, ennesima «perplessità della Margherita», che resta, però, il primo gruppo di maggioranza di Palazzo Civico. Dubbi «nel merito e nel metodo», peraltro largamente condivisi anche dai Comunisti Italiani che ieri hanno inviato alle redazioni un comunicato in cui si reclama «un metodo di decisione diverso in modo tale che l'Ulivo possa così svolgere sino in fondo il suo ruolo». Borgione, che insieme con il segretario politico Tommaso Panerò, domenica scorsa aveva definito spiacevole che «il sindaco Chiamparino considerasse "zeppe", i dubbi della Margherita, che in realtà sono soltanto l'ineludibile e costruttiva espressione della dialettica politica», ieri è tornato all'attacco. A far traboccare il vaso della dichiarata incomunicabilità fra giunta (sindaco in testa) e Consiglio, la questione urbanistica. «Che ne sarà del piano regolatore dopo 62 varianti?» si chiede il capogruppo della Margherita. E ancora: «Sappiamo sul serio che cosa diventeranno le Spine con l'avvento di così massicce cubature?». Allora, Borgione, sempre lì a litigare con il sindaco? Dopo le piazze del centro e l'acquisto del cofano osteggiato da alcuni vostri consiglieri ora c'è la questione urbanistica, in poche parole il futuro di Torino, che vi divide. «Intanto, vorrei precisare che su •nessuno di questi argomenti si è mai arrivati alla lite. Anzi. Stavolta, però, a mio parere è accaduto qualcosa di preoccupante. Non a caso anche i Comunisti Italiani hanno reagito». E che cosa è capitato di tanto grave? «Semplicemente questo: non possiamo continuare a lavorare sotto ricatto». La giunta vi ricatta? «Usi lei l'espressione giusta. Ma a me pare che l'assessore Viano ci abbia in qualche modo voluto mettere con le spalle al muro dichiarando: o dite sì al grattacie- lo o si va alla verifica non le pare? E lei che ne pensa del progetto? «Che non si può certo licenziare a cuor leggero. Ma lei ha un'idea di che cosa può diventare, fra qualche decina di anni, l'ambito di Spina 2? Ma quest'impronta di edificazione dilagante e massiccia può anche minacciare altre zone, come per esempio corso Dante, dove è stata approvata la costruzione di un palazzone proprio a ridosso di una casa Liberty». Allora vede che è vero? Tornate a liticare e nemmeno su una questione da poco. «Se per lei litigare'vuol dire pretendere di «avere un ruolo allora sì, stiamo litigando. Ma io vorrei aggiungere che la linea da seguire a mio avviso è quella di Bussolino di Gassino, un confronto a 360 gradi su tutti i temi. E credo che anche il «principe Chiamparino» lo abbia più volte riconosciuto. Principe? Non era sindaco? «Sì, ma fu lui stesso, se non ricordo male, a pochi mesi dall'elezione, a definirsi, certo ironicamente, il principe della città. Tutto bene, dico io, anzi diciamo noi della Margherita, a patto però che la Sala Rossa non diventi un suo principato». Il sindaco Chiamparino in Sala rossa: i rapporti con la Margherita sono sempre più tesi

Luoghi citati: Torino, Viano