Olimpiadi, il villaggio dei giornalisti cambia sede

Olimpiadi, il villaggio dei giornalisti cambia sede INCONTRO TOROC, AGENZIA E COMUNE. LA PAROLA PASSA Al COSTRUTTORI Olimpiadi, il villaggio dei giornalisti cambia sede Ma è a rischio il trasloco dal Moi alla Spina 3 Giuseppe Sangiorgio Il villaggio olimpico destinato ai media potrebbe essere trasferito dagli ex mercati generali alla spina 3, aggiungendo mille posti a quello già previsto nella zona di via Livorno. L'hanno concordato ieri i vertici di Comune, Toroc e dell'Agenzia in un incontro a Palazzo Civico, concluso, come si suol dire, «a tarallucci e vino». Ossia, tutti contenti. La riunione è durata quasi 4 ore, e, stando alle voci fuori porta, per arrivare all'intesa, ci sono voluti chiarimenti che forse il sindaco Sergio Chiamparino non aveva messo in conto. Intanto, il trasferimento dell'informazione dall'ex Moi a spina 3 non è così scontato anche se l'assessore Olimpico, Elda Tessore, lo dà per fatto al 95 per cento. Per effettuarlo sarà necessario il «sì» dei costruttori, impegnati, proprio sulla spina 3, per altri 1300 posti destinati ai media, che ora dovran¬ no aggiungerne altri mille allo stesso costo. C'è poi la preoccupazione sui tempi del nuovo progetto ancora da partire. «Vericheremo il tutto entro martedì - dice il sindaco - e se ci troveremo di fronte ad un rifiuto, ritorneremo alle origini in via Giordano Bruno». Intorno al tavolo oltre al sindaco, ad Elda Tessore e al presidente del Toroc, c'erano gli assessori al Patrimonio, Paolo Peveraro, allo Sport, Renato Montabone, e all'Urbanisica, Mario Viano, il direttore dell'Agenzia, Arcidiacono, il vice presidente del Toroc Rinaldo Bontempi, e il direttore Paolo Rota. Al termine la conferenza stampa. Il sindaco ha subito messo le mani avanti: «Non ci sono punti critici significativi, né disaccordo. Adesso si vedranno i tecnici per trovare intese operative sul progetto Filadelfia (il trasferimento dell'area commerciale dal campo del grande Torino alle arcate dell'ex mercato all'ingrosso). Il pro¬ blema è semplice: per le Olimpiadi, dall'ottobre 2005, quel terreno dovrà essere libero». Al di là di questo particolare, il trasferimento del villaggio per l'informazione servirà per consentire l'avvio dei lavori della Cittadella della Salute. «Anche in questo caso spiega il sindaco - i cantieri potranno essere aperti prima, ma sul terreno oggi occupato dalle Dogane, per proseguire (dopo il 2006) su quelli utilizzati dal Toroc». Castellani è apparso, peraltro come sempre, pacato e sereno. «Da tempo dico che siamo un po' in ritardo sulla tabella di marcia. Niente di allannante, ma d'ora in poi non dovremo perdere tempo. Per questo, accanto alla Cabina di regia, è stato creato un comitato, che in sintonia con il Toroc, monitorerà i tempi di attuazione opera per opera». Poi, con il consueto garbo, ha spiegato che gradirebbe essere informato di eventuali mutamenti di rotta. Altri problemi? Risponde Castellani: «Abbiamo svolto un esame a tutto campo, affrontando temi come quelli del Comunale, del Palavela, di Torino-Esposizioni, dell'Ovai a fianco del Lingotto. Per lo stadio di corso Sebastopoh, dove saranno inaugurati i Giochi, è previsto.il progetto entro il 30 aprile, e l'apertura del cantiere ad ottobre per arrivare a manufatto pronto nell'autunno del 2005. «L'impianto - è stato chiarito -, dopo le Olimpiadi sarà coperto, ma per la cerimonia inaugurale resterà in parte a cielo aperto, anche per consentire il lancio dei fuochi artificiah». Fra i nodi da sciogliere: il rispetto dei tempi per l'impianto Ovai, per l'ex ospedale militare di corso IV Novembre e per il Palavela. Anche se, per quest'ultima struttura, il giudizio del Consiglio superiore dei Lavori pubblici non è vincolante, per cui il restyling può procedere. Il presidente del Toroc Valentino Castellani con il vicepresidente vicario Evelina Chrìstillin

Luoghi citati: Filadelfia, Torino