Una giornata della dignità, non «contro» chi ha sbagliato di Gian Paolo Ormezzano

Una giornata della dignità, non «contro» chi ha sbagliato LA VIOLENZA HA PORTATO ALLA SQUALIFICA DEL CAMPO, E' IL MOMENTO DI DIMOSTRARE CHE LA FEDE DEVE ESSERE CIVILE Una giornata della dignità, non «contro» chi ha sbagliato Gian Paolo Ormezzano TORINO STAMANI in località assolutamente non carbonara ma comunque riservata agli addetti ai lavori la tifoseria del Toro, variamente assortita, dovrebbe^ dovrà nell'incontro fra i suoi rappresentanti mettere insieme le regole organizzative della Marcia dell'Orgoglip Granata, in programma il 4 maggio, da un'idea di Massimo Gramellini ospitata su queste colonne. Ci sarà gente arrivata da tante «zone rosse» di Torino nonché da tutta Italia, gente chò tifa Toro nonostante, che tifa Toro perché sì, che tifa Toro sperando che. E' un momento importante ed alto, sarebbe peccami¬ noso ed assurdo sciuparlo creando categorie, discriminazioni, graduatorie, e ponendo veti. E' una marcia «per», non «contro». Ricordiamo che una recente manifestazione tutta «contro» ha portato alla purtroppo confermata squalifica del campo per cinque giornate, sottraendo il Toro dal vivo agli abbonati, ai tifosi tutti, a meno che si paghi il dazio per far entrare a Reggio Emilia cuore, cervello, polmoni ed eventuali altre frattaghe. E' un momento importante per il risvolto pratico, visto che nascerà stamani l'organizzazione (peraltro già abbozzata in tanti incontri separati nei giorni scorsi: e Filadelfia, Maratona, Superga sono i tre snodi fissi di una geografia séntimen- tale tanto orgogliosa quanto dolente) di un evento che sul piano morale sarà sicuramente qualcosa di grande, unico, intenso; come è in fondo nelle caratteristiche, nelle vicende del tifo granata. Proprio per questo sciupare, ostacolare, incrinare lo spirito della manifestazione sarebbe peccato mortale di masochismo ma anche di sadismo verso chi non ha colpe, ha solo meriti (di costanza, di tenacia in una difficile, ardua professione di amore), e deve non solo essere rispettato, ma bene accompagnato nelle sue calde buone intenzioni. Scrivendo su questo giornale immediatamente dopo la triste domenica del Milan invocammo gli Stati Generah, il confron¬ to aperto di tutte le forze, pratiche e sentimentali o anche pratiche e sentimentali. Ma la spaccatura fra tifoseria, specie del tipo ultras, e società è troppo grande: e pare proprio che la marcia sarà di popolo e stop. Comunque i molti contatti, ufficiali e no, davvero fra tutti i pianeti e le stehe della galassia Toro sono. stati una serie di StattPai-ticolari. Una nostra impressione, in assolutamente piena libertà giornalistica, è che la dirigenza granata vorrebbe avere cose suone da dire e dare ai tifosi, in chiave seria e non taumaturgica, ma sa che non è questo il tempo giusto: ogni frase, ogni proposta può essere letta nel modo peggiore, e ci sonò pure spiegazioni di ciò. La Marcia dell'Orgoglio Granata - se stamani si parlerà anche di tempi, soldi, panini, trasporti, funzioni in senso di mansioni e di riti serve più per il futuro, per chi dovrà lavorare alla rinascita, che per il presente. Importante è capire, stando per strada, stando ai balconi o rimanendo lontani, che il momento è vitale per far sapere che tifare Toro significa molto ma molto di più che tifare salvezza. Sperando che intanto la squadra abbia cercato,: con la dignità della ricerca del risultato, dignità spesso superiore al risultato stesso, di dare conforti aritmetici a una deUe più contorte e beUe geometrie sentimentali. La lapide del Grande Torino a Superga

Persone citate: Del Campo, Massimo Gramellini

Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Reggio Emilia, Torino