Navi da guerra nel Canale di Suez, scatta il Piano B

Navi da guerra nel Canale di Suez, scatta il Piano B IL PENTAGONO RIDISPIEGALE FORZE IN VISTA DELUATTACCO Navi da guerra nel Canale di Suez, scatta il Piano B L'alternativa alla Turchia è un corridoio aereo su Arabia, Israele e Giordania analisi Miaurizio Molinari corrispondente da NEW YORK IL passaggio di cinque navi da guerra americane attraverso il Canale di Suez ha indicato ieri che il Pentagono ha iniziato a mettere in atto il «Piano B»: il ridispiegamento di forze attorno all'Iraq causato dal ritardo della Turchia nella concessione delle basi e dello spazio aereo. Ad attraversare il Canale di Suez sono stati per primi i cacciatorpediniere Uss Arleigh Burke, della squadra navale della portaerei Roosevelt, e Uss Deyo, della squadra della portaerei Truman. Subito dopo sono passati tre sottomarini: l'Uss Boise, l'Uss Toledo e l'Uss San Juan. Le cinque unità hanno in comune il fatto di disporre di missili di crociera Tomahawk e ciò lascia intendere che il primo passo del «Piano B» è quello di lanciarli sull'Iraq di Saddam Hussein all'inizio del conflitto, seguendo traiettorie diffe: renti da quelle inizialmente previste. Dalle acque del Mar Rosso i missili possono raggiungere qualsiasi obiettivo in Iraq attraversando i cieU dell'Arabia Saudita, che finora non ha sollevato obiezioni ditipopohtico. Fonti militari del Pentagono hanno lasciato intendere che presto altre sei-sette navi annate di missili Tomahawk potrebbero fare rotta verso il Mar Rosso, seguite da grandi cargo per trasportare uomini e mezzi della IV divisione di fanteria verso la nuova destinazione: una base navale negh Emi- rati Arabi Uniti, che i genieri dell'Us Navy stanno terminato di preparare in tempi record. Resta l'interrogativo sul posizionamento finale delle due portaerei, con le relative squadre navali. Se il governo di Ankara non concederà nei prossimi giorni l'apertura dello spazio aereo, la permanenza della Uss Roosevelt e della Uss Truman nelle acque del Mediterraneo significherà che si è scelto di far arrivare i bombardieri sui cieli dell'Iraq attraverso un corridoio nello spazio aereo di Israele e Giordania. In tal caso sarebbe il primo coinvolgimento dello Stato ebraico in operazioni militari contro l'Iraq: Bush padre nel 1991 chiese all'allora governo di Yitzhak Shamir di evitare qualsiasi coinvolgimento per non irritare i partner arabi e Bush figlio finora aveva chiesto a Israele di restare ai margini di ogni tipo di attività militari, sempre al fine di evitare attriti con i Paesi arabi della regione. In Kuwait intanto è arrivato il primo contingente di volontari iracheni che combatteranno nei ranghi della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Si tratta di cinquanta uomini delle «Free Iraq Forces», addestrati dagli americani nella base militare di Taszar, in Ungheria, a svolgere compiti civili di collegamento fra la coalizione e le agenzie delle Nazioni Unite che si occuperarmo dei profughi e delle operazioni di assistenza umanitaria. L'entrata in scena delle «Free Iraq Forces» alla fine dovrebbero essere alcune centinaia di uomini, tutti esuli provenienti da Stati Uniti, Canada ed Europa occidentale - ha un valore soprattutto pohtico, per¬ ché consentirà al comando del generale Tommy Franks di guidare le truppe portando con sé anche il drappo iracheno. Franks è arrivato da alcuni giorni nel quartier generale mobile del Comando Centrale, posizionato vicino a Doha, in Qatar, e ieri si è recato negli Emirati Arabi Uniti per un summit con i propri responsabili delle forze navali, aeree e terrestri. «Siamo pronti a svolgere la missione che ci verrà affidata - ha detto il generale Franks in un'intervista alla tv Abc - ma il presidente non ha ancora deciso». Per quanto riguarda la possibilità che Saddam tenti di ostacolare l'avanzata degli alleati facendo esplodere dighe e pozzi petroliferi, Franks ha commentato: «E' possibile che lui tenti di farlo ma non potrà impedirci di portare a termine la nostra missione». La mobilitazione del personale militare americano continua a pieno ritmo; i bombardieri invisibili B-2 anche ieri hanno continuato ad atterrare nell'isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, provenienti dal Missouri e dalla Gran Bretagna, mentre i soldati nella regione del Golfo sono 225 mila e l'Air Force ha annunciato ieri la mobilitazione di altre 21 mila unità. Il generale dell'Us Army Stanley McChrystal, vicedirettore delle operazioni dello Stato Maggiore, ha dichiarato che il numero complessivo di militari impegnati alla fine sarà 380 mila. Il dispiegamento è ormai in via di conclusione e i soldati nel Golfo stanno imparando a convivere con le tempeste di sabbia, caratteristiche di questa stagione dell'anno. Si tratta di forti venti che arrivano da Sud-Est, in grado di causare gravi danni agli accampamenti militari e al funzionamento degli armamenti. Il Pentagono ha predisposto un particolare piano di protezione di uomini e mezzi dalle tempeste del deserto, confermando la possibilità di agire «in qualsiasi chma». TURCHIA ATTACCO DA NORD J Si utilizzano le basi e il supporto logistico turco per una 1| manovra a tenaglia dell'esercito americano che attacca l'Iraq contemporaneamente da Nof d eda Sud Le due portaerei della Us Navy «Harry Truman» e «Theodore l J Roosevelt» prendono posizione di fronte alle coste d'Israele, in modo da utilizzare il corridoio aereo israelo-giordano 3PR0 SIRIA ISRAELE | GIORDÀNIA CONFINE IRAO-KUWAIT J Attacco da Sud per strinciere B a tenaglia Baghdad con il contemporaneo attacco da Nord. 125.000 soldati americani dislocati nel deserto, 28.000 uomini della 101" Divisione aviotrasportata pronti a lanciarsi per proteggere i pozzi | petroliferi e i siti biochimici EGITTO ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN LE DUE OPZIONI MEDITERRANEO Le due portaerei della Us Navy «Harry Truman» e «Theodore Roosevelt», gli incrociatori e i cacciatorpedinieri con il loro arsenale di centinaia di missili Tomahawk, incrociano davanti alle coste della Turchia Goh Persico \ Incrociatori e sottomarini a propulsione nucleare spostati nella regione del Golfo attraverso il Canale di Suez. Posizionati nel Mar Rosso potranno lanciare su Baghdad,; sorvolando l'Arabia Saudita, i missili da crociera Tomahawk a guida satellitare, capaci di colpire un bersaglio a 1600 chilometri di distanza ^E.A.U. 1200 soldati americani dislocati in questo strategico punto di passaggio delle navi Allestimento di una nuova base per un numero imprecisato di soldati is-s^swawiww» YEMEN