«Ci interessano le periferie dell'anima»

«Ci interessano le periferie dell'anima» Botto&Bruno, dall'Accademia Albertina alla scena internazionale Marina Leonardini TORINO T) ENSANO sempre che siamo due maschi» esordisce "i Botto «Non solo - se la ride Bruno - quando ci incontrano spesso di dicono che si aspettavano due maschi, architetti e molto alti: beh, non siamo solo maschi, non architetti e sull'altezza meglio calare un velo». Sono su un treno per Ginevra pronti a cimentarsi in una nuova installazione fotografica, sono l'esempio di quella generazione di nomadi creativi e artisti per i quali arte e vita si fondono e sono Botto 5- Bruno, ovvero Giancarlo Botto e Roberta Bmno rispettivamente classe '63 e '66. Torinesi, si sono conosciuti all'Accademia Albertina nel 1992 e hanno deciso che la coppia artistica e sentimentale doveva essere messa alla prova e, visti i dieci anni di vita insieme e i risultati artistici, la prova può dirsi superata. Nessuna frustrazione, nessuna ansia da individualismo perduto? «Fortunatamente no - dice Botto - Avevamo un sentire comune ed eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. È nata così spontanea l'idea di lavorare insieme, anzi sarebbe stato una forzatura il non farlo. Strano pensare come in tutti gli altri campi creativi sia normale lavorare in coppia mentre in ambito artistico sia ancora una cosa strana, come se non fosse possibile superare l'ego individuale». È possibile? «Possibile e auspicabile, visto anche l'elenco di coppie famose che si sono stimolate vicendevolmente e hanno prodotto opere insieme Sono convinto che se le compagne di molti artisti avessero avuto ancora di più la possibilità di creare, i risultati sarebbero stati strepitosi E'un vero peccato che in passato la cultura non abbia permesso di andare ancora di più in questa direzione» Stimolo costante e vicendevole? «Lavoriamo con una scarica costante di adrenalina che ci permette di stupirci sempre davanti ai paesaggi che vediamo e questo vivere costantemente sotto tensione è uno stimolo anche per noi nel quotidiano. Ci piace parlare di periferie dell'anima come zona del nostro operare visto che lavoriamo sulla sensazione di estraniamento, isolamento e inquietudine. Lavorando sulle sensazioni poi, la fotografia ci è apparsa subito il mezzo con il quale comunicare. Una fotografia che abbiamo dilatato cercando di farla diventare installazione e abbiamo ingrandito per renderla sempre più coinvolgente» Torino si è prestata alla vostra ricerca? «Siamo un prodotto della città - interviene Bruno. La città è una palestra per L'anima perfetta. Ci ha sempre permesso di concentrarci e analizzare le cose in modo particolare, senza farci cogliere dall'ansia o dalla velocità. Guardiamo, osserviamo e discutiamo insieme. Poi, se siamo convinti, creiamo». Con quale colore? «Rosso, ovviamente». «Verde, non c'è dubbio» lo imbecca sicura Bruno. «Ci interessano le periferie dell'anima»

Persone citate: Botto, Giancarlo Botto, Marina Leonardini, Roberta Bmno

Luoghi citati: Ginevra, Torino