Dal motore a turbina all'auto del futuro

Dal motore a turbina all'auto del futuro IN VETRINA TECNOLOGIE SPAZIALI E TANTE PROPOSTE DI MOTORIZZAZIONE ALTERNATIVA Dal motore a turbina all'auto del futuro General Motors all'avanguardia Bruno de Prato GINEVRA Nel padiglione che General Motors ha allestito per illustrare le sue maggiori affermazioni tecniche, ci accoglie una vettura che mai pensavamo di rivedere. Una forma guizzante e tagliente che balza fuori dalla memoria, dal baule dei sogni giovanili di studenti di ingegneria aeronautica, nel quale il progresso si identificava con il. volo supersonico, la propulsione a getto, l'esplorazione spaziale. E anche le auto dovevano avere il motore a turbina, come questa GM Firebird III, terzo esemplare della famiglia di prototipi General Motors dotati di motore a turbina, una biposto con due cupolette in plexiglas e pinne e timoni che la fanno assomigliare ad un FI8 dell'US Navy. Era l'interpretazione perfetta di come, alla fine degli anni '50, si prevedeva che l'auto dovesse evolversi da lì al fatidico 2000. E ci è venuta una gran nostalgia di quegli anni pieni di ottimismo e di fede nel futuro. A pochi metri dalla tagliente silhouette, c'è la nuova interpretazione dell'auto prossiraa-ventura; Hi-Wire, con la sua forma razionale, essenziale, pulitissima e funzionale. Niente più forme fantasiose da fumetto di fantascienza, ma una visione positiva ed efficiente dell'auto che, finalmente, si inserisce nell'ambiente circostante senza usargli violenza: propulsione elettrica alimentata da pila a combustibile. Inquinamento acustico quasi nulle e, in quanto alle emissioni, solo un po' di vapor acqueo derivante dalla combinazione a freddo di idrogeno e ossigeno. Hi-Wire è il prodotto di due intuizioni geniali: l'autotelaio a skateboard cavo, inventato da tecnici GM a Detroit, e il sistema drive-by-wire, ideato in Val di Susa dalla Stile Bertone guidata da Roberto Piatti con il contributo di SFK (sensori ed attuatori lineari) e di Brembo (freni elettromeccanici). La pila a combustibile è inserita nello skateboard e tutte le connessioni fra pilota e organi propulsivi e di guida sono elettriche. L'abitabilità e la versatilità di utilizzo sono straordinarie, e la funzionalità è reale, perché il gruppo propulsivo ha già dimostrato notevo¬ le potenziale perché gira da oltre un anno sul prototipo HydroGen III, una Zafira che, grazie ad esso, è in grado di raggiungere i 160 kmh, accelerando da 0 a 100 in 16". Viaggia fino a 270 km con un pieno di idrogeno gassoso, compresso a 700 bar in due bombole di materiale composito. Con l'idrogeno immagazzinato in forma liquida (a -253 "C) l'autonomia sale a 450 km. Mentre qualcuno pensa a realizzare una rete di distribuzione dell'idrogeno, a Detroit avranno tempo di decidere quale dei due sistemi di immagazzinamento sia più razionale. La Honda raccoglie a sua volta la sfida della propulsione elettrica alimentata da pila a combustibile, proponendo una compatta, denominata FCX, lunga 4,17 metri e dotata di un motore elettrico asincrono a corrente alternata da 60 kW, come quello di GM Hi-Wire. La Honda ha optato per l'alimentazione a idrogeno gassoso immagazzinato a 350 bar in bombole di materiale composito. Al rigore scientifico-tecnologico di queste realizzazioni fa da contraltare la creatività sfrenata di Franco Sbarro, il tecnico-stilista pugliese che ha trovato in Svizzera le condizioni giuste per dare sfogo alla sua fantasia: quest'anno, con la collaborazione di OZ, ha presentato l'idea della ruota motorizzata, una enorme ruota composita da 22 pollici e con offset totale per poter ricavare all'interno del cerchione lo spazio per inserire un 2000 V4 (i 2/3 di un V6 3000) da 160 Cv, completo di trasmissione. Attorno a questa ruota mostruosa (posteriore-propulsiva), Sbarro ha realizzato sia una sorta di moto, sia un più credibile treruote anch'esso molto aerodinamico. Non vi è traccia di sospensione posteriore e l'enorme pneumatico Michelin è a profilo talmente ribassato da non offrire molto in questo senso. Ma forse è meglio così, perché Sbarro non ha considerato il problema deUe masse non sospese. Ma, tant'è: l'immaginazione al potere! Per la compatta FCX (a sinistra con e senza carrozzeria) la Honda ha scelto l'alimentazione a idrogeno gassoso. Qui sopra la bocchetta per il rifornimento e l'operazione in corso

Persone citate: Bruno De Prato Ginevra, Franco Sbarro, Roberto Piatti, Sbarro

Luoghi citati: Detroit, Svizzera