«L'inceneritore? Abbiamo già dato»

«L'inceneritore? Abbiamo già dato» «L'inceneritore? Abbiamo già dato» La protesta degli abitanti delle Basse di Stura in commissione «L'inceneritore è un impianto che rende a chi lo ospita e, per di più, ha un impatto ambientale basso, se non irrilevante». In altre parole si tratta di un investimento, non inquina e chi lo rifiuta sbaglia. Con queste parole il vicesindaco Marco Calgaro ha gelato i comitati del «no» all'impianto a Torino Nord, arrivati a Palazzo Civico per essere ascoltati dalla commissione Ambiente presieduta dal Ds Crosetto. Immediata la sollevazione di chi, nella zona delle Basse di Stura, è convinto di aver dato «sin troppo alla città». Enzo Leardi ha annunciato che awierà una sorta di propaganda «porta a porta» per far sapere ai cittadini quali erano state le promesse del sindaco Chiamparino in campagna elettorale: inceneritore né al posto della discarica di via Germagnano, né a Mirafiori, ma fuori Torino, il portavoce dei comitati. Luigi Gan- zian, spiega che Torino Nord, dopo oltre 50 anni di convivenza con la discarica delle Basse di Stura, adesso dice basta. «Quella struttura va chiusa entro l'anno. Abbiamo già gli inceneritori della grande industria, quello per rifiuti tossici della Baricalla, che si vuole ancora da noi? A Torino Nord la gente si ammala di cancro, soffre per disturbi alle vie respiratorie molto più che nel resto della città. È tempo che, oltre a chiudere la discarica, si risani l'area, realizzando inoltre il promesso parco delle Basse di Stura». Tutti i gruppi politici gli hanno dato ragione. La maggioranza ha però chiarito, in linea con il vicesindaco, che l'inceneritore potrebbe rivelaisi un business, anche perché, per il recupero della zona, sono necessari finanziamenti, e quelli innescati da un nuovo inceneritore potrebbero rivelarsi utili. L'opposizione, in particolare Forza Italia (Tealdi, Lospinuso e Tiziana Salti), ma anche An con Allea, ha respinto l'ipotesi dell'inceneritore in città. «C'è una graduatoria provinciale formulata dalla commissione Bobbio - ha rilevalo Tealdi -, facciamola valere scegliendo il silo di Volpiano, indicalo da quell'organismo». Secca la risposta di Calgaro; «Bisogna prendere atto che la commissione Bobbio, a livello politico, ha fallito». Al massimo fra una decina di giorni (il 27 marzo?) si riunirà l'assemblea dei 40 Comuni del Consorzio e in quella sede, ha concluso Calgaro, «Torino, che da sola produce circa 400 mila tonnellate di rifiuti, farà la sua parte, indicando i siti dove sarà disponibile ad ospitare il nuovo impianto». Le ipolesi residue paiono essere due: strada Bellacomba e Mirafiori. Per la provincia, Volpiano e Rivalta. [g.san.j

Luoghi citati: Rivalta, Torino, Volpiano