Un brindisi alla salute del defunto di Antonella Perotti

Un brindisi alla salute del defunto ERA UN'ISTITUZIONE DI PECETTO E QUESTO ERA IL SUO ULTIMO DESIDERIO Un brindisi alla salute del defunto L'insolito funerale di «Carlin», l'autista della linea collinare Antonella Perotti PECETTO Per andare al «capolinea» Carlin ha voluto indossare la camicia rossa e un funerale a modo suo. Niente prete e Messa, ma un brindisi alla sua salute al bar «Da Fausto», proprio di fronte alla parrocchia di Pecetto, dove i parenti e gli amici ieri pomeriggio si sono ritrovati per dargli l'ultimo saluto. «Carlin», Carlo Ghiotti, 79 anni, è morto domenica mattina. A Pecetto era una istituzione, per più di 30 anni aveva fatto su e giù con i pullman della Vigo, lungo la linea che collega la collina a Torino e ieri il paese lo ha ricordato con un insolito corteo fino al bar, solenni brindisi e calici di vino bianco. Ma Carlin, come tutti lo chiamavano per la sua statura minuta, non era solo un autista: portava in paese le medicine, i giornali che distribuiva alle edicole, teneva di buon umore i passeggeri. Alle fermate le mamme gli affidavano in custodia i ragazzini che andavano a scuola a Torino: «Mi raccomando, ci pensi lei». E Carlin le tranquillizzava. «Aveva sempre la battuta pronta - racconta un po' emozionato Giovanni Perello, 50 anni, ex studente de La Salle -, però guai se combinavamo qualche pasticcio. Per punizione ci faceva scendere cento metri prima di casa e andare a piedi». Ma quando finiva la giornata si fermava al capolinea davanti al bar «Da Fausto» e lasciava salire i bambini per fare una «corsa» fino al deposito due strade più in la. Aveva iniziato il lavoro, come autista negli anni '50 al ritomo dai campi di prigionia in Germania. Era stato anche partigiano e fino all'ultimo non si è dimenticato di quei giorni difficili. Sul terrazzo di casa in via Gibellini 25, dove viveva scapolo con la sorella Anna, sventola la bandiera della Pace sotto cui ha voluto passasse anche la sua bara. Negli anni '50 fare l'autista lungo la strada dell'Eremo aveva qualcosa di epico. Una mattina era stato persino minacciato da un ra¬ gazzo che era sceso dall'auto e gli aveva puntato addosso la pistola pretendendo di avere la precedenza. «Ho viaggiato 30 anni con Carlin ed era sempre di buonumore racconta Michele Bosso -, pensionato -. Una volta si era messo a chiacchierare con lui una bella ragazza e una signora lo aveva rimbeccato "Attenzione alle curve Carlin" e lui pronto "Stia tranquilla, sono qui che le guardo". Però poi il giorno della festa della donna arrivava con una mimosa per tutte le viaggiatrici». Cose che non capitano più; «Viaggiare con Carlin era un po'come stare in famiglia» aggiunge Michele. La sorella Anna ieri era commossa per la partecipazione di tanti amici: «Era un uomo buono, che sapeva sempre ridere di se stesso e della vita - dice anche lei con una camicetta rossa che spunta dalla giacca -. Non è una qualità da poco. L'ultima amarezza? le continue sconfitte del Torino di cui era un grande tifoso. Ma è riuscito a scherzarci su fino alla fine».

Luoghi citati: Germania, La Salle, Torino