Manu Chao: suonerò con Celentano di Brunello Vescovi

Manu Chao: suonerò con Celentano CONCERTO «CLANDESTINO» AD ALESSANDRIA, INVITATO DA DON ANDREA GALLO Manu Chao: suonerò con Celentano «Ho composto una cosa con lui, ha gli occhi di Gesù Bambino» Brunello Vescovi ALESSANDRIA «Grazie a tutti, soprattutto al mio grande amico Manu Chao. Io non parlo spagnolo, so solo quattro parole. Hasta la Victoria siempre». E giù una valanga di applausi. Non sono parole di Amadeus, né di Carlo Conti: sul palco, una bandiera della pace stretta al coUo come una sciarpa, c'è don Andrea Gallo. Il luogo è la cascina Rangone di Frascaro, a una decina chilometri di Alessandria, sede di una cellula della comunità di San Benedetto al Porto. Lì, con un pullman carico di musicisti francesi e spagnoli, è approdato Manu Chao, un simbolo della lotta alla globalizzazione. Niente manifesti, nessuna pubblicità per un concerto quasi «clandestino», tanto per parafrasare il titolo della canzone che ne ha fatto il paladino dei migranti. Manu Chao è un tipo speciale, lo star-system gh fa un baffo. Per settimane ha girato il nord della Spagna in pullman con U collega basco Fennìn Muguraza e la sua band, battezzata Jai Alai Katumbi Sound System, materializzandosi come un'apparizione in piccoh club, annunciato solo dal passaparola. Una battagha per aiutare, anche economicamente «quei luoghi - scrive nel suo sito - dove possono formarsi gruppi e artisti che possono diventare l'unica alternativa al penoso mondo musicale di oggi». Il tour è finito, Manu ne e entusiasta: ma prima del «rompete le righe» aveva una promessa cui tener fede. Una vidta al sacerdote genovese, conosduto ai tempi del G8. «Me lo presentarono dopo un concerto - racconta don Gallo -, gh parlai deUe nostre comunità, poi deUe mighaia di giovani in arrivo per le manifestazioni di protesta, dei bar chiusi e della mancanza di punti di ristoro. E lui mi mandò un assegno da ventiquattro milioni: così aprim¬ mo il Bar Clandestino». Ora Don Gallo ha lanciato un sos: lo Stato gh chiede di ristrutturare le cascine trasformate in centri di accoglienza, «ma - dice mi passa una retta giornaliera di 73 mila lire ad ospite. E allora cosa facciamo ragazzi? Una bella rapina a una banca?». Manu Chao ha cominciato a dargli ima mano: e d sarebbero stati ben più di mille spettatori se all'evento fosse stato possibhe darò risalto. Ma le esigenze logistiche hanno imposto di non andare oltre la consueta tecnica del tam tam. Il logorante tour spagnolo e i 600 km di viaggio in pullman nella notte (aveva suonato in un centro sodale romano) non hanno scalfito la straordinaria energia di questo foUetto del palco: oltre tre ore di concerto, con una partecipazione costante e ovazioni per i pezzi più noti come «Clandestino» o «Rumba de Barcelona». Ma prima una partita di calcio balilla, le prove aperte, il piacere di una tavolata di amici. «Qui mi sento a casa mia - ha detto, con lo sguardo che sprizzava gioia -, come quando suono neUe vie di Barcellona. Se conosco Celentano? Sono stato a casa sua, ha gh occhi di Gesù Bambino. Abbiamo composto qualcosa insieme, magari uscirà. Cosa farò ora? Quindici giorni di calma, il cerveho deve riposare. La guerra in Irak? Il mondo è pieno di pazzi». Manu Chao con don Gallo

Luoghi citati: Alessandria, Bar Clandestino, Barcellona, Frascaro, Spagna