Il parassita

Il parassita Dacci oggi il nostro orrore quotidiano Il parassita PERCHE' un percorso sull'horror e dintorni, in soldoni? Le domande retoriche o pressapoco non ci piacciono. Però, sotto sotto la voglia di dar vita a una presentazione che tale non fosse, di tentare di parlare di letteratura senza sbadigli (i nostri, in primis), di abboracciare qualcosa un po' fuori dall'usuale giro di compagnucci di merende, di care personcine che presentano l'uno il romanzo dell'altro, poi si stringono la mano e si fanno tanti complimenti. Qualcosa di assolutamente sopra e pure sotto le righe, di urlato e di sussurrato, di nero e di rosso, perchè l'orrore, comunque lo si voglia presentare, non ha colore, non ha forma. Un parassita, attecchisce dove può e pretende l'aspetto che più gligarba. «Dracula» di Bram Stoker è horror, nudo e crudo, almeno all'apparenza. E i racconti di Egar Allan Poe: non scherziamo. Entrambi rientrano nei canoni gotici, classici o presunti tali: vampiri, ratti, navi fantasma, gatti neri, cuori rivelatori e case maledette. E «American Psycho»? Uhm. Scarto di lato con critica sociale e satira. E l'iperviolenza omo di Dennis Cooper? Paura della metropoli, dei rapporti umani, dell'adolescenza. del sesso. E il dark estremo, quasi un Raymond Chandler nelle Malebolge, del Kent Harrington di «Dia de los muertos»; e non dimentichiamo la love story necrofila di Poppy Brite con «Cadavere squisito», i manga all'apparenza dolcissimi ma assolutamente destabilizzanti di Suehiro Marno e le illustrazioni per bambini (per bambini, come no) di Davide Toffolo, il creatore dei Cinque Allegri Ragazzi Morti, il realismo diabolicamente magico con detective story per contorno di Jack O Connell de «Il tempio della pelle», e ancora, la violenza ribalda S- settantasettina, da «Non aprite quella porta» ambientato a Centocelle, di «Ranxe- rox» di Stefano Tamburini, e i sogni quasi oppiacei e lisergici del trascuratissimo «Mar delle blatte» di Tommaso Landolfi e... Al bando le domande retoriche, via i punti interrogativi. L'orrore non può essere isolato nella mente di un serial killer da profiler o neuropsichiatri o sociologi di mezza tacca, buoni per puntare un magro dito accusatore contro chicchessia o per i siparietti da pochade di Bruno Vespa, è dappertutto. Non va sezionato in sottogeneri inutili (splatterpunk, il più violento, old school, quello moscetto, mainstream alla Stephen King o Dean Koontz, cyber se pasticciato con la fantascienza, e via delirando), perchè come genere, come corpo, non esiste. Ma sul corpo agisce, da parassita. Cvd. Come volevasi dimostrare. Mercoledì 12 marzo, ore 18,30, al multistore Fnac di via Roma 56 con vetrina in tema e tanto di camice bianco (si fa per dire, forse) parleremo dell'orrore. 0 lo evocheremo. Ne parlerete soprattutto voi, con ospiti a sorpresa, mascherati o meno. La maschera potrà essere un volto qualsiasi, da tutti igiomi, lavoro/ pizza/cinema. Oppure da Morte Rossa. A fare la differenza, quello che si nasconde sotto. Giovanni Arduino Alessandra C L'HORROR NON HA COLORE NE' FORMA ATTECCHISCE DOVE PUÒ' E PRENDE L'ASPETTO CHE PIÙ' GLI GARBA Horror per le masse: il fascinoso cast di «Non aprite quella porta 2» in una posa simpatica e disinvolta