Vigevano, dalla Duse a Mastronardi di Giovanni Tesio

Vigevano, dalla Duse a Mastronardi PIAZZE, CASTELLI, CHIESE E MEMORIA: IL FASCINO DELLA PERLA DELLA LOMELLINA Vigevano, dalla Duse a Mastronardi WEEKEND Giovanni Tesio DER andare a Vigevano bisogna proprio volerlo. Già in auto è dura. In treno, poi, è ancora più complicato: da Milano Porta Genova nessun problema, ma da Torino bisogna mettere in conto ben due cambi: ad Alessandria e Mortara. Non per nulla siamo in terra lomellina, in piena Valle del Ticino (che per i vigevanesi è il luogo dei luoghi, tra ville, bungalow, ghiaioni, aree attrezzate, spiagge estive frequentate come Palm Beach). A Vigevano vi diranno tutti che c'è la piazza rinascimentale e la piazza c'è, magnifica, grande, rettangolare, perticata, acciottolata (le due guide a tagliarla nel bel mezzo per i piedi dolci e per le numerose biciclette). Così bella che vi rimprovererete mille volte di non aver fatto nulla per vederla prima. Sia che veniate da corso Vittorio Emanuele II o da via XX Settembre, sia che veniate da via Del Popolo o da via Silva (nel punto di confluenza con via Caduti della Liberazione), l'effetto è intenso. Volendo potete giocare a fare ingressi diversi e la scenografia è tale che mantiene tutte le promesse, quale che sia l'angolo visuale: a entrarci da una parte vince lo scenario barocco del Duomo che ancheggia con bella mossa concava, a entrarci dall'altra vince la torre del Bramante, sohda e slanciata come un missile ad ogiva rotondetta. Le guide vi parleranno del dominio di Visconti e Sforza, vi diranno misure (134 metri per 48), vi forni¬ ranno numeri (33 campate d'archi per 12 sul lato corto, 84 colonne di granito), vi sveleranno committenti (Ludovico il Moro, Francesco Sforza II), vi snoccioleranno autori (Bramante, Antonio da Lonate, il Caramuel), ma voi lasciatevi prendere dall'incanto e non preoccupatevi d'altro. Piazza Ducale è una piazza da lunghe soste per occhi allenati. Se poi vorrete prendere un po' di tregua, basterà salire al Castello, che è un altro bel sistema coordinato di spazi, dal cortile alle Scuderie, dalla Falconiere alla Torre che (da maggio ad ottobre) può essere scalata in orari di visita il sabato e la domenica e i giorni feriali su prenotazione (0381690370). Ma non mancate di tornare in piazza e di guardacela, di guardarvela ancora. Finché vertigine non vi separi. Anche se va da sé che Vigevano non sia solo Piazza Ducale. Ci sono chiese degne (San Giorgio, Santa Maria del Popolo, San Bernardo, San Dionigi), ci sono musei curiosi (in un paese che ha i suoi fasti scarpari, il Museo della Calzatura è il meno che ci si possa aspettare), c'è qualche lapide illustre (a due passi dal Duomo, in via XX Settembre quella murata a memoria della nascita di Eleonora Duse, per altro del tutto casuale; in via San Francesco, a due passi dalla chiesa omonima, quella voluta a sobrio ricordo della nascita di Lucio Mastronardi, che a Vigevano ha dato il meglio di sé). E chi si sarà letto la trilogia in parte o per intero («Il calzolaio», «Il maestro» e «Il meridionale di Vigevano») potrà anche dedicarsi ad un pellegrinaggio ricco di risvolti: risalendo dalla piazza percorrerà via Caduti della Liberazione, sosterà in •via San Francesco, riprenderà oltre piazza San Francesco per via Dante e raggiunta sulla sinistra via Griona (una delle vie oggi recuperate che meglio evocano l'atmosfera da castori di cui parlò Montale), ci si immergerà con gusto salendo pian piano. Allo scoperta dei segreti lomellini (percorso per automuniti) una tappa non proprio prevedibile sarà da mettere in conto a Lomello (via Mortara-Olevano-San Giorgio Lomellina), dove è difficile immaginare un gioiello come quello della Basilica romanica di Santa Maria Maggiore, ben protetto dallo scri- gno compatto e omogeneo dei fabbricati circostanti. Tutte le domeniche, da Pasqua ad Ognissanti, la Basilica può essere visitata dalle 15 alle 18,30, ma per appuntamenti fuori orario o fuori stagione basterà chiamare in Pro Loco e chiedere di Mario Sciondi (0334-85542). Sarà lui stesso a farvi visitare anche il Castello e poi a suggerirvi di spingervi fino a Pieve di Velezzo dove potrete ammirare un rustico e commovente Battistero coevo alla Basilica di Lomello. Dopodiché - sulla strada del ritorno a Vigevano - potrete fare ancora una sosta ad elevano, superando Velezzo e svoltando a destra all'altezza di Marza di Zeme. A Olevano un appassionato gruppo di amici (da Marco Savini a Carlo Arrigone) ha allestito un ricco Museo di strumenti del lavoro contadino con tanto di catalogo che s'intitola Dal giogo al trattore. Una bella prova di attenzione al territorio che consente di entrare nelle radici di un paesaggio ancora ricco di fascino. Tra fossati e risaie, la memoria di una vicenda di fatiche e saperi che vale la pena di esplorare. La magnifica piazza di Vigevano •RILETTO DI MAIALE AL PECORINO ERBORINATO a Al Torre di Vigevano (via Menila 39), il ragò d'oca. Ai Marmonti (via Del Popolo 13), consigliabili il tortino di topinambur con fonduta di taleggio e foglie croccanti di speck, il filetto di maiale al pecorino erbe ri nato, la mousse di alchechengì e kumquats alla salsa di sambuco. Perla notte l'Hotel Europa (via Trivulzio 8): 6 83 la singola.