Verso la marcia del 4 maggio un beffardo campanello in meno

Verso la marcia del 4 maggio un beffardo campanello in meno Verso la marcia del 4 maggio un beffardo campanello in meno Gian Paolo Ormezzano DICIAMO che la Marcia dell' OrgogUo Granata è partita ieri a Reggio Emilia? Diciamolo anzi per ora diciamocelo, quasi un passaparola in attesa della riunione di sabato prossimo presenti tutte le componenti molto umane di un amore costretto dai fatti ad essere ogni tanto sovrumano o disumano - che dovrà definire il coordinamento della manifestazione, gli obiettivi particolari (quello generale è noto, sennò non ci sarebbe la riunione) di una cosa unica in Italia, come sono un po', nel bene e nel male, tutte le cose del Toro. Viene da scrivere Toro più che Torino perché la squadra ha vinto, gagliardamente più che meritatamente, a Reggio Emilia contro la Reggina di Reggio Calabria? Forse, chissà, mah, beh, boh. Sicuramente da Toro in affanno cronico ma di volontà gagliarda gli ultimi minuti di un lungo recupero, con Galante che riusciva a farsi espellere in un match dove tanti davano l'idea, a buffetti e pacche e strette di mano dopo gli scontri, di essere non solo compagni di maglia granata come in effetti sono, ma anche compagni di discoteca, di cuccamenti, di caccia alle squinzie, ormai la vera grande associazione trasversale - macché Campana e la sua gente sindacalizzata - dei ricchi calciatori del nostro campionatt. Era entrato pure quella gran foca di Marinelli, che ha inventato la calamita fra il cuoio di plastica delle scarpette e quello del pallone, e che potrebbe fare impazzire anche tutto il Real Madrid impegnato contro di lui. A caccia di orgoglio speciale, da partita (quello storico esiste ed é sicuramente immortale, la contro-contro-controprova in questi giorni), si può anche interpretare il successo di ieri - rigore per due falli contemporanei da mezzo rigore l'uno su Lucarelli, e realizzazione «bruta» di Ferran¬ te alla Cereser - come il primo estemo del campionato: per la Reggina era pur sempre Reggio, i suoi tifosi erano più numerosi di quelli torinesi, il suo predominio territoriale é stato quello tipico di una generosa squadra di casa. Da un altro punto di vista, la partita é stata la fotocopia rovesciata di quella persa a Piacenza dal Torino all'andata contro gli emiliani, con ieri il Torino nella loro parte e i calabresi nella parte sua: un gol subito, tanti attacchi per almeno pareggiare ma anche la sensazione ammosciarne che il gol non sarebbe mai arrivato. Unica differenza che allora pioveva, oh come pioveva: e se qualcuno dice che anche adesso piove, precisi che non è acqua dal cielo, è grandinata di sventure più gocce che sono lacrime. Senza delirare sognando salvezza, si vada almeno verso il 4 maggio con qualche numero più grasso anzi meno magro, e con l'idea bella che i calciatori non sbracano, non tradiscono, insomma si impegnano dando quello che hanno ancora, non molto, e persino inventandosi qualcosa: ieri per esempio si é visto il miglior Sommese degli ultimi ventisette anni. Zaccarelli ha in pratica messo in campo al via la squadra dello scorso campionato, soltanto con Donati al posto di Scarchilli o Maspero: lasciando ai tattici ed ai tecnici le riflessioni su questa facenda e sui suoi eventuali significati e sviluppi, ringraziamo la banda per la vittoria, la terza in questo anno di disgrazia, la seconda con l'arbitro Gabriele ieri persino un po' arcangelo, la prima dell'era non breve ma intanto dolentissima del campo squalificato. Resta sempre difficile il mestiere, anzi il lavoro di tifoso del Toro, ma per la marcia del 4 maggio c'è una zavorruccia in meno da portare a passeggio, un campanello in meno che suona beffardo accompagnando i puri beffati.

Persone citate: Cereser, Donati, Galante, Gian Paolo Ormezzano, Lucarelli, Marinelli, Maspero, Scarchilli, Sommese, Zaccarelli

Luoghi citati: Italia, Madrid, Piacenza, Reggio, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Torino