Zac: «Finalmente si torna a sorridere»

Zac: «Finalmente si torna a sorridere» NESSUNO NOMINA ULIVIERI, TANTO RAMMARICO PER LE OCCASIONI PERSE Zac: «Finalmente si torna a sorridere» Remerò: una vittoria cheta morale, peccato sia tardi Aurelio Benigno REGGIO EMILIA La gioia esplode dopo quindici jartite. Un'eternità. E così le jraccia di Renato Zaccarelli avvolgono tutti quelli che gli passano vicino. Quando l'arbitro Gabriele fischia la fine della partita, la panchina esplode in un urlo liberatorio. Zaccarelli e Ferri che si stringono in un lungo abbraccio, sembrava di rivedere la scena dopo la prima vittoria in campionato contro il Chievo, con Camolese avvinghiato ad ima muragha tutta granata. Vincere a dieci giornate dalla fine la terza partita della stagione può rendere ancora più grande il rammarico e più cocenti i rimpianti. Le parole di Marco Ferrante in questo senso ne sono la conferma: «Dobbiamo solo dare tante testate sul muro e mangiarci tutte le unghie delle mani. Se penso agli errori commessi in passato, alla sfortuna che abbiamo avuto, alle tante occasioni sprecate. Ma questo gruppo è capace di tutto e l'abbiamo dimostrato tante volte. Mancano dieci partite, non dico che le dobbiamo vincere tutte ma quasi: proviamoci». E a proposito di ciò che poteva essere e non è stato, in maniera molto saggia Ferrante evita polemiche con chi ha preceduto in panchina Zaccarelli: «Non voglio parlare delle persone che non ci sono più, perché le colpe sono anche nostre, gli errori H abbiamo commessi anche noi. Per questo non potevo fallire quel rigore. Ero sicuro di realizzarlo, l'ho calciato alla vecchia maniera, perché avevo debiti da saldare un po' con tutti, anche con me stesso. Ho messo in quel tiro tutta la nostra rabbia». Assale un po' di tristezza nel vedere la gioia di Zaccarelli frenata proprio dalla rabbia frutto delle tante recriminazioni. Chissà che effetto avrebbe avuto questa vittoria se la classifica fosse stata diversa, meno impietosa. E allora al mitico «Zac» non rimane che gioire per il gruppo: «Cercavamo il successo, volevamo vincere, solo e unicamente per trasmettere un po' di conforto al lavoro dei ragazzi. Li vedevo tristi, sconcertati, diciamo umiliati dal peso delle responsabilità. Meritavano un conforto morale ed è arrivato contro una squadra difficile. Adesso? Torneremo a lavorare martedì pomeriggio con serenità, finalmente vedrò dei volti sorridenti, era questa l'unica cosa che cercavo». Anche l'azionista di riferimento Franco Cimminelli era presente al «GigUo» e insieme a lui il presidente Attilio Romero. Sono andati insieme a congratularsi con i giocatori negli spogliatoi, ma in sala stampa hanno evitato il confronto. Sollecitato al telefono, Romero ha ribadito il solito concetto delle recriminazioni: «Una vittoria che serve per il morale, per Zaccarelli e Ferri, per i giocatori, ma purtroppo non serve per la classifica. Troppi nove punti a dieci giornate dalla fine. Che peccato...non possiamo nemmeno godercelo questo successo, ma sono contento per Zac, se lo merita». Tutto grazie ad un rigore. Stesso dischetto maledetto, dal quale nel giugno del '98 Tony Dorigo centrò il palo e di fatto consegnò la serie A al Perugia di Castagner. E da quel giorno Ferrante non ha più giocato al «GigUo». Uno stadio che si sognava anche di notte: «Era un incubo frequente quello spareggio. Infatti per me questa contro la Reggina era una partita speciale proprio perchè tornavo nello stadio maledetto». Ferrante realizzò due gol quel giorno, uno di testa e uno, appunto, su rigore. E, guarda caso, proprio nella stessa porta: «Ho rivissuto, prima di mettere la palla sul dischetto, quel pomeriggio. Ho guardato quella curva, che allora era stracolma di tifosi del Perugia. Mi sono detto: lo calcio alla vecchia maniera, una gran botta e via. Detto e fatto. Non potevo proprio sbagliarlo». Ferrante: «Questo gruppo è capace di tutto, l'abbiamo dimostrato tante volte, mancano dieci partite, non dico che le dobbiamo vincere tutte ma quasi, proviamoci» Contrasto fra Torrisi e Galante: il difensore granata, al rientro dopo un lungo periodo, si è fatto espellere nel finale Per Zaccarelli, prima vittoria sulla panchina granata

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