La Juve del dopo Sanremo sbanca anche Udine di Marco Ansaldo

La Juve del dopo Sanremo sbanca anche Udine LA SQUADRA DI SPALLETTI IN DIECI PER L'ESPULSIONE DI PINZI AL QUARTO D'ORA DELLA RIPRESA La Juve del dopo Sanremo sbanca anche Udine bianconeri soffrono a lungo ai Friuli, poi risolve un lampo di Trezeguet Marco Ansaldo inviato a UDINE Ci sono giorni in cui basta dare un calcio a un sasso e sotto si trova una moneta: la Juve a Udine si è imbattuta in imo di questi e non è neppure il primo nel campionato in cui ha perso pochissimi punti che meritava e ne ha conquistati molti che avrebbe dovuto lasciare per strada. Modena, Piacenza, Perugia. Adesso Udine. La collana degli 1-0 che fanno classifica ha infilato quest'altra perla pescata magnificamente da Trezeguet, entrato nell'ultima mezz'ora al posto di Zalayeta: un gol stupendo, a 6' dalla fine di una partita bruttina e scialba come una tenda beige. E' stata la sola sorpresa. Il resto si poteva prevedere dopo la settimana anomala e canterina, una vigilia da Sanremo più che da San Siro protettore del calcio. La Juve è arrivata a Udine sull'onda dell'in- ' fluenza di Del Piero e del polmone ammaccato di Nedved. Mai piangere sugli assenti ma è lecito disperarsi un po'. Senza quei due. Merlino Lippi ha poco da lambiccarsi, gli restano i campioni e non i fuoriclasse, la forza fisica e non l'inventiva. La Juve poteva e doveva essere piatta come un asse da stiro e altrettanto solida. Lo è stata. Mai un'impennata di classe però nessun cedimento. Se si esclude il tiro al volo di Jankulowski e soprattutto il colpo di testa di Sensini allo scadere, Buffon ha neutralizzato impalpabili piumini. Pure Spalletti rimediava ad assenze che nell'economia dell'Udinese forse pesavano più di quelle juventine ma bisognerebbe conoscere chi ha voluto sostituire l'argentino Sosa (che alla Juve qualche guasto lo creò negli anni scorsi) col tedesco Jancker, passato per sbaglio dal Bayem e dalla Nazionale vice campione del mondo. Sarebbe un discreto pallavolista, magari se la caverebbe nel basket, alto com'è. Insomma qualsiasi sport che non sia fatto con i piedi lo vedrebbe protagonista: il calcio purtroppo no, almeno nel nostro campionato. Muzzi, il suo partner in edizione ridotta, sparava a casaccio ogni palla appena discreta. L'Udinese, in bianconero, teneva botta senza impensierire la difesa della Juve, in bianco. La presenza di Thuram nel mezzo creava qualche varco, Birindelli spingeva poco sulla destra. Non era una retroguardia perfetta (Lippi la cambiava nella ripresa con Monterò al centro), tuttavia era sufficiente. Sul campo dove conquistarono l'ultimo scudetto, gli juventini non trovavano la sciol- tezza e l'intensità che schiantarono l'Inter domenica scorsa. Zalayeta provava a convincerci che può sostituire Trezeguet: colpiva due volte di testa, ben coordinato, la prima conclusione usciva di poco, la seconda impegnava il bravo De Sanctis, che transitò per la Juve da ragazzino. Il ritmo era basso, la circolazione della palla lenta. L'Udinese reclamava il rigore per una caduta di Jankulowski, la Juve per un mani in mischia: ci stava che nessuno delle due lo ottenesse e la partita restava sui binari della mediocrità, come i vestiti della Gerini sul palco dell' Ariston. Non c'era chi manovrasse gli scambi. La Juve pendeva più a sinistra con le incursioni di Zambrotta, che a destra con le amnesie di Camoranesi. Il peso del lavoro in palestra e il pensiero della prossima partita di Champions League intossicavano i muscoli. Di Vaio, in regresso rispetto alle ultime esibizioni, impegnava De Sanctis nella parata più difficile, al 9'. Paradossalmente i friulani alzavano il ritmo e la padronanza del gioco quando si ritrovavano in dieci per l'espulsione di Pinzi, al quarto d'ora della ripresa, per la decisione sballata da Palanca. Pinzi aveva avuto poco prima un diverbio con Davids, Davids l'aveva presto bastonato con un'entrata di ruvido kung-fu, rimediando l'ammonizione. Quando Palanca ha visto Pinzi abbattere l'olandese per rubargli la palla ha subito pensato che consumasse una vendetta, a conferma che gli arbitri meno pensano e meglio è: l'intervento meritava il cartellino giallo, non il rosso, non c'era cattiveria né premeditazione. Liedholm sosteneva che in dieci si gioca meglio ma siamo convinti che a Lippi la superiorità numerica per mezz'ora sia piaciuta parecchio, tra l'altro gli la permesso di togliere dal campo Davids, troppo nervoso, e immettere Salas che (almeno nelle intenzioni) è un attaccante in più. Non c'era pressione in attacco. C'era soltanto la zampata estemporanea di Trezeguet. La palla gli arrivava da Zambrotta sulla sinistra, la coordinazione del francese era degna di un grande ballerino, l'impatto preciso, un po' come la rete che Del Piero dedicò all'Avvocato contro il Piacenza. Tre tocchi, un gol. Trezeguet non ha fatto di più ma è moltissimo. Sensini toglieva a Di Vaio la palla del 2-0 dopo un contropiede troppo lezioso, in quattro contro uno, poi sfiorava 0 pareggio. Sotto il sasso dellUdinese la moneta non c'era e la Juve, alla nona vittoria in dieci partite, mette altro fieno nella cascina dello scudetto. FJMUL - UDrNE » Spettatori paganti: 13,057 per 556.301 euro più 13.637 abbonati per una quota di 141.448 euro «f Arbitro: PALANCA 5 D UDINESE (44-2) Allenatore: Spalletti 6. De Sanctis 6,5; Bertotto 6, Sensini 7,5, Kroldrup 6, Manfredini 6 (42' stWarley sv); Gemiti 5, Pinzi 6, Rossitto 6,5 (42' st Jorgensen sv), Jankulowski 6; Jancker 5,5 (26'st Muntari 6), Muzzi 5,5. L'AZIONE CLOU JUVENTUS (4-3-2-1) Allenatore: Lippi 6 Buffon7;Birindelli6(1'st Monterò 6,5), Thuram 5,5, lulìano6,5,Zanibrotta6,5; Conte6,Tacchinardi6, Davids 6 (28' st Salas sv); Camoranesi 5,5, Di Vaio 5; Zalayeta 6(12^1 Trezeguet UDINESE: Jankulowski JUVENTUS: Davids, Zambrotta ESPULSI st 15'Pinzi O Al 39' st. Zambrotta sfrutta un errore di Gemiti e dalla sinistra mette in area un cross SINTESI La Juventus per mezz'ora con un uomo in più infila la nona vittoria in dieci partite, dopo una prestazione poco brillante e che risente delle assenze di Nedved e Del Piero. Zambrotta Sensini De Sanctis Trezeguet O Trezeguet devia al volo di destro. L'arbitro Palanca espelle il friulano Pinzi dopo un fallo su Davids; è la svolta della partita