Il capital gain brilla nella miniera

Il capital gain brilla nella miniera RISCHIOSO INVESTIRE IN DIAMANTI, MA VANNO BENE AZIONI E BOND DEL SETTORE Il capital gain brilla nella miniera Gianluigi Raimondi «Un diamante è per sempre» recita uno slogan pubblicitario. Che va preso alla lettera. Nel senso che «l'investimento diretto in minerali preziosi deve essere inteso unicamente come un regalo da fare esclusivamente a se stessi o ad altri» afferma Roberto Brinetti, responsabile marketing di Confinvest, ima delle società leader in Italia nella compravendita di monete, lingotti, oro, argento e pietre preziose. «Quindi - aggiunge Brinetti - non bisogna assolutamente pensare di acquistare un diamante o un altro cristallo prezioso con lo scopo di rivenderlo poi a un prezzo superiore. A differenza del mercato dell'arte, per esempio, comprare diamanti con lo scopo di fare un investimento finanziario per un privato non è redditizio. Infatti, in questo settore la speculazione rimane un'attività riservata ai colossi multinazionali e ai commercianti all'ingrosso». Chi proprio vuole rischiare abbia almeno una precauzione: consultare, prima di qualsiasi operazione, il sito ufficiale del gruppo sudafricano De Beers, leader mondiale nell'estrazione e nella vendita all'ingrosso di diamanti (l'indirizzo Internet della multinazionale è www.debeersgroup.com). Eppure un modo meno rischioso (almeno dal punto di vista della tutela giuridica) per approfittare dei profitti che brillano in miniera c'è: la Borsa. L'indice di settore elaborato dalla banca d'affari intemazionale Hsbc segnala infatti un significativo rialzo (il 16,300Zo) rispetto allo scorso dicembre. Nello stesso periodo, gli indici di oro e argento hanno guadagnato rispettivamente l'I 1,70 e il 4,9007o. Ma chi sono i leader di questo mercato? Su tutti brilla proprio il marchio storico De Beers. Il gruppo sudafricano, controllato dalla famiglia Oppenheimer e dal colosso minerario Anglo American, è infatti dagli Anni '30 al primo posto sia tra i produttori (con il 430Zo del mercato) sia tra i commercianti di gemme grezze (con addirittura il 600Zo del giro d'affari globale). A febbra¬ io la società ha annunciato risultati per l'esercizio 2002 superiori alle attese degli analisti e migliori rispetto all'anno precedente. In particolare, il fatturato ha raggiunto 5,15 miliardi di dollari, con un aumento del 15,70Zo sull'anno precedente, mentre i profitti sono saliti del 120Zo a 570 milioni di dollari. Per puntare sui diamanti, però, bisogna comperare titoli della Anglo-American (quotati alla City britannica) perché, dal 2001, De Beers è stata ritirata dal listino. Al secondo posto nella classifica dei maggiori produttori di diamanti del mondo si piazza il colosso siberiano Alrosa. La società mineraria controlla oltre il 250Zo del mercato mondiale delle gemme grezze. Ma anche Alrosa non è quotata in Borsa. Tuttavia, è possibile investire nella compagnia sceghendo tra sei corporate bond a tasso variabile (emessi in rubli). Tra le aziende quotate, invece, spiccano le performance a tre cifre di 4 titoli canadesi: Blue diamond mining (-l-133,330Zo da inizio anno), Bm diamond (-t-122,220Zo), Lakewood mining (4-116,670Zo) e Jml resources (4-108,330Zo). Non sempre, però, i risultati passati sono un metro adeguato per la scelta migliore. L'analisi tecnica, secondo gli esperti, consiglia altri possibUi «gioielli» per sfruttare la corsa al bene rifugio: l'americana Wgi Heavy minerals, la canadese American minerai fields, le sudafricane Trans Hex e Thabex ^xploration, la britannica Firestone diamonds oppure il colosso giapponese Asahi diamond. [borsa&finanza] DIAMANTE AL TOP 1500 1400 1300 1200 1100 dal 3/06/02 al 28/02/03

Persone citate: Beers, Brinetti, De Beers, Firestone, Gianluigi Raimondi, Oppenheimer, Roberto Brinetti

Luoghi citati: Diamante, Italia