Dopo Generali le polizze si mettono l'elmetto di Ugo Bertone

Dopo Generali le polizze si mettono l'elmetto GLI ANALISTI: A QUESTI PREZZI MEGLIO STARE ALLA LARGA DA TRIESTE Dopo Generali le polizze si mettono l'elmetto La caduta delle Borse e i tassi in calo pesano sulle assicurazioni Ugo Bertone Fino a poche settimane fa il sistema assicurativo italiano veniva considerato un «porto sicuro» (la definizione è di Morgan Stanley) rispetto alla concorrenza europea. Il motivo? La minor esposizione dei portafogli sul fronte azionario da parte di Ras o Generali si è tradotta in un buona arma difensiva dopo 3 anni di ribasso dei listini. Poi venne la pioggia di acquisti sulle Generali, occasione di ottimi guadagni per soci e speculatori (il titolo ha realizzato, ai massimi, un guadagno del 410Zo rispetto alla media del settore e del 330Zn rispetto alla media dei listini europei) che hanno spinto le quotazioni a un picco superiore ai 24 e contro i 14 dello scorso luglio, il 480Zo in più rispetto ai valori fondamentali (individuati dagli analisti attorno a quota 21 ). Poi la marea speculativa si è ritirata ancor più rapidamente di come si era manifestata. . Nelle ultime battute della settimana le Generali - già forti di una capitalizzazione di 31 miliardi di euro (di gran lunga in testa rispetto ai 20 miliardi di Axa e ai 19 di Allianz) - hanno contribuito alla settimana nera delle polizze: il -60Zi nella sola seduta di giovedì ha coinciso con il brusco tonfo di Swiss Life, la più importante compagnia elvetica, che ha lasciato sul terreno più del 90Zo dopo aver annunciato una perdita record, e del gigante olandese Aegon (una delle 10 più importanti compagnie del mondo) che ha annunciato il taglio dei dividendi. I risultati 2002 sono stati i peggiori degli ultimi 8 anni. E il peggio potrebbe ancora venire: Aegon, infatti, aveva una quota significativa del captale di Ahold, la catena di supermercati (terza al mondo) travolta da uno scandalo contabile sulle due rive dell'Atlantico. E così il dividendo 2002, pur povero, verrà pagato in azioni. A completare la Waterloo del sistema ci ha pensato la britannica Royal ù- Sun Alliance, alle prese con i problemi dei fondi pensione, che ha quasi azzerato il dividendo. Il comparto assicurativo soffre più di ogni altro la crisi dei mercati azionari, che ha fortemente ridimensionato i rendimenti finanziari e gli obiettivi dell'industria del risparmio gestito. I problemi della previdenza e i guai in arrivo dal matrimonio con le banche (basti pensare alla voragine di guai in cui è caduta Allianz dopo aver assorbito Dredsner o il Credit Suisse con Winterthur) hanno fatto il resto. Per quanto riguarda il «tonfo» delle Generali (ma la partita per il controllo del colosso di Trieste può riservare nuove sorprese) basti dire che la febbre della speculazione aveva spinto le quotazioni della compagnia a un valore pari a 33 volte gli utili previsti per quest'anno, contro una media di 8 tra i grandi gruppi europei. Niente male per una compagnia che oggi, vanta una redditività sul capitale' (il 70Zo nel 2002) ben inferiore alla media del settore (12,50Zo) e che ha appena avviato un ambizioso piano di rilancio industriale. Ma, al di là di questo caso eccezionale (che pure ha consentito a numerosi cassettisti di raccogliere qualche soddisfazione dopo anni di delusione), c'è da chiedersi se le assicurazioni, a questi prezzi, sono vicine o meno al punto di svolta. A prima vista la situazione sembra un bel po' compromessa. Una parte significativa del sistema saia obbligata a chiedere sacrifici agli azionisti in termini di aumenti sul capitale per riequilibrare il rapporto tra rischi e mezzi propri. E di questi tempi, non c'è messaggio peggiore. Ma il parere di un tecnico del valore di Mario Greco, amministratore delegato di Ras, è un altro: secondo lui, infatti, al di là del breve termine (guerra e meertezza comprimeranno qualsiasi possibile risveglio del settore) s'intrawedono già nelle compagnie Usa i frutti delle ristrutturazioni fatte negli ultimi anni. La fase più violenta della crisi, insomma, potrebbe essere alle spalle. Molto, però. dipenderà dallo scenario globale. Ecco le due alternative secondo l'analisi di WestLB Panmure. Nel caso di una rapida soluzione della crisi irachena (accompagnata da una ripresa della fiducia dei consumatori e dal calo dei prezzi del greggio) il settore potrebbe registrare una crescita del 200Zo trainata dal miglioramento del mercato azionario, dall'aumento dei tassi e dalla ripresa delle quotazioni del dollaro. In tal caso, secondo la banca d'affari, i cavalli su cui puntare sono Swiss Re, Zurich Financial Services, Cnp e Allianz. Ma se si realizzerà lo scenario opposto (una guerra di logoramento, aumento dei prezzi del greggio, dollaro in declino) sulle assicurazioni si abbatterà una fase di meertezza dei listini azionari e di bassi tassi. In quel caso il consiglio positivo resta Swiss Re (la ristrutturazione è appena cominciata). Ma, aggiunge WestLB, state alla larga da Axa, la più volatile di fronte alle oscillazioni dei mercati, [borsa&finanzal ASSICURATIVI IN CALO da amano 2002 a marzo 2003 I COLOSSI DELLA PREVIDENZA 1 In valuta locate GENERALI (ITA) AXA(FR) AVIVA (GB) ZURICH FINANCIAL (CH) MUENCHENER RE (D) RAS (ITA) ALLEANZA (ITA) 26,394 21Jfl4 18.591 4,96 -30,71 -21,53 -62,67 -6,06 -55,69 8.327 -11,21 -50.57 15.895 -8,84 -76,18 15.162 -12,86 -60,61 11.367 -30,38 -70,52 14.639 0,77 -72,07 7.284 -22,48 0.71 -54,87 -24,15 2.912 -9,68 -24,51 6.068 -0,32 *970 SOC. ASSUR. GEN. (FR) 4.289 -28.5 -15 ■38^ -77,19 -57,26

Persone citate: Mario Greco, Morgan Stanley

Luoghi citati: Allianz, Axa, Trieste, Usa