Due magie di Recoba e l'Inter torna in testa
Due magie di Recoba e l'Inter torna in testa I NERAZZURRI AGGANCIANO LA JUVE E ASPETTANO NOTIZIE DA UDINE Due magie di Recoba e l'Inter torna in testa Il primo gol arriva da una punizione gioiello che fulmina Pagliuca Il Bologna, in dieci per l'espulsione di Nervo, pareggia con Cruz Poi l'uruguagio sigla il successo con un pallonetto da fuori area Giancarlo Laurenzi inviato a BOLOGNA Guidolin in ha puntato sul «vecchio(con il qualecorre buon ma non è bQuando il presidente del Coni locale si è avventato su Moratti, urlandogli «ladri», e l'altro gli ha risposto «alla sua età si vergogni, non vede che è diventato tutto rosso», molti si sono fermati sui gradini, appassionandosi al duetto, neppure si stesse assistendo all'ennesima (gradita) rivisitazione di Sordi. Moratti era ancora in apnea, indeciso se impazzire di gioia per il nuovo show del suo cocco Alvaro o riflettere amaro per l'ennesima triste esibizione dell'Inter da viaggio, casualmente (e nel finale) trasformata in un successo. Nonostante fosse affiancato da un'imitazione di Tutankamen degna del Bagaglino (Batistuta), Recoba ha confermato di essere un pericolo pubblico quando Cuper decide di sfruttarne i piedi dorati nei dintorni della porta, anziché annacquare le doti appiccicandogli sulla maglia l'effige di tornante. Se l'Inter è ancora in corsa per lo scudetto ed è tornata in testa alla classifica (con la Juve che deve giocare oggi a Udine), il merito esclusivo è dell'uruguagio: una doppietta, il secondo gol quando il Bologna - in dieci per l'espulsione di Nervo dopo 20 minuti - era ormai convinto di aver conquistato il sesto punto del suo cìanotìco 2003, una volta cancellata la prima prodezza di Recoba (punizione da 30 metri da far invidia al campione del mondo di biliardo, 8'pt) con la nona rete di Cruz (22'), il meno assonnato tra tutti quelli che guardavano la palla dondolare davanti a Toldo. Recoba s'è inventato il fulmine vincente al 39' st, seguendo una follia di Paramatti che aveva creduto possibile appoggiare di testa a Pagliuca un lancio di Okan per Batistuta, inoffensivo considerando il presunto ricevitore. Paramatti, però, non aveva considerato né Batistuta, né la distanza tra sé e il proprio portiere (dalla trequarti, il colpo di testa all'indietro) e pure Pagliuca (uscito fuori area) era costretto al rinvio con la fronte per evitare l'espulsione e l'eventuale punizione (di Recoba, pericolo latente). Osservando quel caos, all'uruguagio dell'Inter è venuta l'acquolina in bocca: addomesticata la palla, l'ha spedita in fretta verso la porta sguarnita con un timbro da annullo postale (per la cronaca: nel primo tempo. Nervo aveva sbriciolato occasione simile, mancando di tocco). ultimo o» Signori e non sangue) astato Era un colpo di clava per il Bologna che non s'alzava più dal tappeto lungo il quale s'era disteso: Guidolin puntava le sue ultime fiches su Signori, col quale non corre buon sangue, ma le mischie finali servivano ad alzare il livello di adrenalina del pubblico che dopo il pari aveva creduto all'impresa. A quel punto (al momento del pari, cioè, metà del primo tempo), l'Inter era già sopra di un gol e di un uomo, perchè Pellegrino aveva punito nel modo più severo una tagliola di Nervo, in ritardo evidente su Emre. Nervo era sembrato il più elettrico dei centrocampista di Guidolin, che in un amen ritoccava il modulo (da 3-4-2-1 a 4-4-1), retrocedendo Bellucci dalla trequarti alla mediana, con Vanoli in linea con la terziglia difensive e l'ispirato Locatelli traghettato sull'opposta riva destra nel ruolo che era di Nervo. L'Inter è rimasta la stessa (nella testa e nelle gambe) come se si giocasse ancora in parità numerica e i più attenti sostenevano che così fosse davvero, perché di Batistuta non si avevano notizie e la latitanza sarebbe proseguita fino al 92', quando l'argentino compariva dalla (sua) nebbia, inzuccando un perfetto cross di Conceicao, trovando Pagliuca pronto alla deviazione. Emre, che partiva da sinistra, accentrandosi nel tentativo di cercare sponde per il gioco a terra, era fischiato e insultato dal pubblico e quella somma di buuh lo innervosiva fino alla sostituzione con Conceicao di metà ripresa. Il portoghese, ancora pallida copia del tornante tricolore con la Lazio, aveva però il merito di spostare il baricentro e innescare (dalla destra) un accenno di assedio, agevolato dalle sovrapposizione di Zanetti, finalmente sdoganato. Nell'intervallo, Cuper, difeso da un lungo striscione dei tifosi, aveva già tolto Gamarra (in campo dopo soli 4 minuti al posto di Materazzi e corresponsabile del pareggio di Cruz) per integrare con Coco le provviste dalla sinistra. In realtà, pochissimo spioveva dal lato mancino e nessuna idea nasceva nel mezzo dove Zanetti era costretto a lavorare per Di Biagio, modesto in costruzione e insufficiente in geometria. Per Cuper l'unica via d'uscita dal labirinto era sperare nel colpo di un genio. Mancando Vieri, in naftalina per il Newcastle, dalla lampada non poteva che uscire Recoba. Guidolin in ultimo ha puntato sul «vecchio» Signori (con il quale non corre buon sangue) ma non è bastato (3-4-2-1) Pagliuca 5; Paramatti 5 (41' st Signori sv), Falcone 6, Castellini 6; Nervo 5, Olive 6,5, Colucci 6, Vanoli 6; Bellucci 6 (31'st Amoroso sv), Locatelli 6,5 (11' st Frara6); Cruz 6,5. Ali.: Guidolin 6. OMU— (4-4-2) A Toldo 6; J. Zanetti 6, Cannavaro 6,5, Materazzi sv (4' pt Gamarra 5,5; 1' st Coco 5), Cordoba 6; Okan 6, Di Biagio 5, C. Zanetti 6, Emre 6(21'st Conceicao 6); Batistuta 5, Recoba 8. Ali.: Cuper 5. Arbitro: Pellegrino 5 Reti: pt 8' Recoba, 22' Cruz; st 39' Recoba. Ammoniti: Di Biagio, Vanoli, Cordoba, Emre, Cannavaro, Okan. Espulsori 9'pt Nervo. Spettatori: paganti 14.364 per un Incasso di 448.824,00 C; abbonati 17.069 per una quota di275.180,00e. Alvaro Recoba è stato il protagonista al Dall'Ara: un gol su punizione e lo splendido pallonetto per il raddoppio
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