Dall'Australia via alla sfida Ferrari di F1 Stefano Mancini

Dall'Australia via alla sfida Ferrari IL GRAN PREMIO DI MELBOURNE: GARA DA RIVEDERE SU RAITRE ALLE 14,30 Dall'Australia via alla sfida Ferrari La furbizia della Minardi mette in crisi a «rivo uzione» in F1 Stefano Mancini inviato a MELBOURNE La prima bandiera a scacchi del Mondiale di Formula 1 è sventolata quando in Italia era l'alba (replica su Raitre alle 14,30). Sul circuito dell'Albert Park di Melbourne è cominciata la rincorsa a un titolo che Michael Schumacher difende per la quinta volta, la terza da quando è alla Ferrari. Nello schieramento di partenza sembrava che nulla fosse cambiato rispetto a un anno fa: due rosse davanti, due Minardi in fondo. E invece, per arrivare allo stesso risultato, la Formula 1 ha rivoluzionato le regole, e così facendo ha lasciato scoperti e ambigui alcuni punti importanti. Fatta la legge, era inevitabile che smaliziatissimi team manager trovassero l'inganno. Non la Ferrari, che con Michael Schumacher e Rubens Barrichello ha dato la solita lezione di velocità: per il tedesco è stata la 51a pole (39a con la Ferrari), per il Cavalli¬ no la 159a. Montoya è finito terzo, Ralf nono, ancora più lontane le McLaren (Coulthard I la, Raikkonen 15a). La Minardi, invece, è riuscita a rivoltare a proprio vantaggio una norma punitiva. Una monoposto che non termina il giro di qualificazione recita il nuovo regolamento parte in ultima posizione, ma non deve essere portata nel «parco chiuso», dove i meccanici non potrebbero più toccarla se non per interventi autorizzati. «Visto che noi ci qualificheremmo comunque con l'ultimo tempo ha ragionato Paul Stoddart, l'australiano patron della Minardi almeno approfittiamone». Così le monoposto di Justin Wilson e Jos Verstappen all'ultima curva hanno imboccato la corsia box, tra lo stupore del pubblico che non capiva il significato di questo apparente harakiri. E' stato lo stesso Stoddart a spiegare: «Avremmo potuto persino evitare di scendere in pista, però in questo caso non saremmo stati inquadrati dalle tv e gli sponsor si sarebbero lamentati. Così c'è la possibilità di lavorare sulla vettura fino al momento del via. Per noi è molto importante, visto che non abbiamo svolto test come tutti gli altri team». Sempre secondo Stoddart, in caso di pioggia esisterebbe il vantaggio di impostare un assetto ad hoc. Su questo punto il regolamento è poco chiaro: «In caso di cambiamenti climatici, sono autorizzabili modifiche alla vettura». Decide l'arbitro, insomma, se estendere questa facoltà alle altre squadre. Nessuno si è lamentato, almeno pubblicamente, anche perché le prestazioni della Minardi finora non sono apparse irresistibili. Tuttavia, possiamo immaginare che Bernie Ecclestone, il patron del giocattolo Formula 1, abbia fatto un salto sulla poltrona: è questo lo spettacolo che la Federazione intemazionale dell'automobile prometteva con le sue nuove leggi? E se uno scherzetto del genere la prossima volta lo facesse una squadra di alta classifica? Sembra assurdo che un pilota rinunci a classificarsi nelle prime file pur di concedere gli straordinari ai suoi meccanici. Eppure immaginiamo il caso di Raikkonen: il pilota finlandese della McLaren ha commesso un errore nelle qualificazioni e si è piazzato quindicesimo. Se avesse seguito l'esempio delle Minardi sarebbe partito diciottesimo (una sola fila più indietro), perché in caso di parità conta la classifica del venerdì. E avrebbe approfittato di notevoli vantaggi: decidere il carico di benzina, correggere i difetti. della sua monoposto, impostare all'ultimo momento una strategia che gli altri avevano dovuto decidere prima delle qualificazioni. Non lo ha fatto, forse perché nessuno dei suoi capi si era immaginato uno scenario simile. Ora che l'esempio è stato dato, si attendono (cattivi) imitatori. Michael Schumacher durante l'ultima sessione di prove. Anche in Australia è ripartito dalla pole position

Luoghi citati: Australia, Italia, Melbourne