UOMINI SENZA COLPA di Michele Ainis

UOMINI SENZA COLPA L'8 MARZO UOMINI SENZA COLPA Michele Ainis PER noi maschietti è stata dura, ma grazie al cielo anche quest'anno siamo sopravvissuti all'S marzo. Ieri ci è toccato passare dal fioraio, presentarci alle nostre mogli compagne fidanzate con un mazzo di mimose in mano e un sorriso stampato a fior di labbra, mormorare una frasetta d'auguri (ma poi perché? Mica era il loro compleanno), offrirci di lavare pentole forchette piatti bicchieri (c'è la lavastoviglie, certo, ma quella non sapremmo come usarla), almeno fino al pomeriggio essere galanti, amorevoli, gentili, anche se in ufficio il lavoro ci era andato di traverso, e avremmo avuto voglia di trafiggere chiunque ci capitasse a tiro. Anzi no: non è finita all'ora del tramonto la nostra giornata d'espiazione. Perché ogni 8 marzo, quando si fa sera, loro consumano il rito della cena tutta al femminile, si disperdono per strade e ristoranti con le amiche che beate loro non si sono mai sposate,-mentre noi restiamo in casa di guardia a figli e nipotini. Possiamo farlo, se si tratta d'una sera l'anno. Ma gli altri giorni no, e del resto non ne avremmo il tempo. Non è colpa nostra se il lavoro ci prosciuga la giornata, mentre di tempo libero le nostre donne ne hanno a iosa, dato che la disoccupazione femminile pesa il doppio di quella maschile. Se anche quando devono timbrare un cartellino, non le accompagna il carico di responsabilità che ci portiamo addosso noi maschietti, costretti a dirigere le grandi aziende private (nel 9796 dei casi), i reparti ospedalieri (dove di nuovo sono uomini 97 primari su 100), le università (con 14 professoresse per ogni 100 professori, e un 3,196 di donne rettore), i giornali (dove alla fine del 2001 c'erano solo 2 donne sulla tolda di comando). Che possiamo farci se le nostre compagne s'adattano a fare le impiegate, o altrimenti scelgono un lavoro part time (per il 17,896 contro il 3,896 degli uomini). Se anche in politica quasi mai riescono a farsi votare, e difatti in questo Parlamento ne sono state elette 87, meno d'un decimo rispetto agli 847 deputati e senatori. Qualcuna, per la verità, se ne lamenta. Ma non tutte, dato che svolgere un ruolo domestico presenta pur sempre i suoi vantaggi. Noi, comunque, le abbiamo contentate. Nella scorsa legislatura, con la riforma federalista dell'Ulivo, dove c'è una norma che promette il riequilibrio. E in questa, con le "pari opportunità" varate due settimane fa dal centro-destra. A pensarci bene, questa doppia dichiarazione costituzionale è l'unica materia che ha messo d'accordo gli uomini (e le donne) dei due schieramenti. Ora, però, non ci chiedete d'applicarla. O meglio: potevamo farlo ieri, sagra dell'ipocrisia. Òggi, per fortuna di noi maschi impuniti e impenitenti, è un altro giorno. micheleainis@tin.lt