I due Poli «riabilitano» Goria di Sergio Miravalle

I due Poli «riabilitano» Goria CONVEGNO SUL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DC ASTI GLI DEDICHERÀ' L'OSPEDALE I due Poli «riabilitano» Goria A nove anni dalla morte del premier più giovane Sergio Miravalle ASTI «Dopo nove anni usciamo dalle catacombe e siamo qui a ricordare la figura di un politico che si è sempre battuto con visione moderna e lungimirante per il bene dell'Italia. Pati ingiustamente gli mizi della stagione perversa di Tangentopoli. Morì a soli 51 anni e oggi lo ricordiamo come amico e statista». Bruno Tabacci, deputato dell'Udo e presidente della commissione Attività produttive, è intervenuto ieri ad Asti, la città natale di Goria, all'incontro sull'attualità del pensiero economico del più giovane presidente del Consiglio della Repubblica, nominato nel 1987 a soli 44 anni. Salone gremito, con la vedova Eugenia Obermitto e i figli Mai-co e Paola in prima fila; molti gli amici, ex democristiani, semplici elettori di colui che, alle Europee del 1989, ottenne 640 mila preferenze, un record. Quella di Goria fu una camera fulminante: era ragioniere alla Camera di commercio. Dopo la laurea in Economia, fu eletto deputato e divenne capo dell'ufficio studi della de. Prima come sottosegretario e poi a soli 39 armi entrò nel governo come ministro del Tesoro con Fanfani e poi con Craxi. Fu anche ministro dell'Agricoltura: a lui si deve la rifonna delle Doc. , E nel 1992, come ministro delle Finanze del governo Amato, si accollò la Finanziaria da 90 mila miliardi, per avviare l'azione di risanamento dei conti pubblici, come ha ricordato il senatore azzurro. Luigi Grillo, con Goria esponente della corrente di «Base» De. Quella corrente aggregò esponenti come Tabacci e Grillo, ora nel centrodestra, e professori universitari come 0 torinese Franco Pizzetti, consigliere di Prodi e dirigente della Margherita. «Le diverse scelte di schieramento politico e le contrapposizioni del presente non ci fanno dimenticare l'esperienza comune» ha sottolineato ieri Pizzetti che rifiuta il gioco della previsione postuma: con chi sarebbe oggi Goria? «Non è una bandiera da far sventolare da una parte o dall'altra, lui amava volare alto e pagò anche questa sua visione della politica». Ieri sono state ricordate sullo sfondo le vicende della Cassa di risparmio di Asti, implicata in un intreccio pericoloso con il finanziere Rapisarda, allora amico e oggi accusatore di DeU'Utri, «con Goria che da ruolo di chi aveva denunciato irregolarità, si ritrovò sul banco degli imputati» e del nuovo ospedale di Asti, il cui progetto risultò «inquinato» da «tangenti promesse» e mai versate. Goria, nel febbraio 1993 si dimise da ministro delle Finanze per potersi difendere, come disse, «da libero cittadino da accuse infondate». Partecipò ad un'udienza del processo a Torino, ma il cancro lo aveva già aggredito. Morì nel maggio 1994. Gli rese omaggio il presidente Scalfaro e ai funerali il Duomo di Asti era gremito. Ieri un riconoscimento gli è arrivato dal sindaco di Asti Vittorio Veglino (Ulivo) che si è detto favorevole all'intitolazione a Goria, proprio del nuovo ospedale, che verrà inaugurato in estate. In città è stato indetto un referendum per decidere il nome della struttura e quello di Giovanni Goria è tra i dieci della rosa finale. Il presidente della Provincia Roberto Marmo (Forza Italia) è da tempo favorevole a tale scelta e ha rilanciato l'idea dell'albese Giacomo Oddera di impegnare le fondazioni bancarie di Asti e Cuneo per creare un centro studi che raccolga gli scritti di Goria e diventi promotore di ricerche in campo economico e sociale.

Luoghi citati: Asti, Cuneo, Italia, Torino