Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Dall'ospedale nessuno mi ha detto che mio marito era entrato in coma» - «Banche insensibili anche ai sogni dei bimbi» - «Otto ore d'attesa non fanno passare il dolore» - «Brutta partenza» - «A metà» Una lettrice ci scrive: «A mezzanotte del 16 febbraio ho lasciato mio marito, ancora lucido, con 2 cannule dell'ossigeno nel naso per aiutarne la respirazione, e con la flebo di mantenimento. Dopo averlo salutato, prima di andar via ho parlato con l'infermiera di turno la notte, raccomandandole di avvertirmi nel caso fosse stato necessario per un aggravamento del suo stato.. «Non avendo sentito nessuno, per puro scrupolo, sono tornata in ospedale il mattino successivo pensando di ritrovarlo nelle medesime condizioni in cui l'avevo lasciato. Invece lui era già in coma, rannicchiato su se stesso, senza ossigeno né flebo, completamente abbandonato. Purtroppo mio marito non si è più ripreso ed io non ho più potuto vedere i suoi occhi e parlargli ancora ima volta. «Sia il dottore di turno sia le infermiere mi hanno chiesto scusa per il loro comportamento (U primario del reparto mi ha telefonato a casa per farmi le condoglianze), ma io mi chiedo: se non avessi deciso di mia spontanea volontà di ritornare al mattino presto, quanto avrebbero àncora aspettato prima di farci sapere qualcosa?». Segue la firma Un lettore ci scrive: «Come spiegare a mia figlia di dieci anni che i suoi risparmi, custoditi in una delle più consolidate banche locali, e depositati su un personale reclamizzatissimo "librettino", si sono dimezzati? Cercare di farle capire come le monetine del salvadanaio, convertite poi in banconote, e affidate periodicamente al forziere bancario si siano inesorabilmente consumate tra freddi tassi sottozero è sicuramente impresa ardua. «Fortunatamente interviene in mio aiuto un nonno saggio, il quale fa notare alla piccola che la bicicletta che lei avrebbe comperato con i propri risparmi probabilmente è stata virtualmente sottratta dai famosi "ladri di biciclette" (già attivi molti anni fa), solamente che, oggigiorno, questi artisti si sono talmente evoluti professio¬ nalmente da saper operare il furto con estrema destrezza ancor prima dell'acquisto dell' agognato bene, introducendosi di soppiatto nel luogo meno frequentato dagli adulti: i sogni dei bambini». Franco Revello Un lettore ci scrive: «Martedì mattina ho avuto la brutta idea di prendere una storta al piede, alle 11,50 mi presento al pronto soccorso del Giovanni Bosco. Dopo solo 4 ore e 10 minuti arriva U mio turno, senza visionare il mio piede vengo dirottato alla radiologia per le lastre del caso, attendo solo 1 ora e mezza per 2 minuti di raggi. «Avuto il referto, per fortuna mia senza nessun osso rotto tomo all'accettazione dove il medico di turno a una mia richiesta di sollecitare il respon¬ so finale, probabilmente stressato da fiumi di pazienti da visitare, mi fa presente che lui non è il mio cameriere e dunque devo aspettare, per la cronaca 1 ora e mezza. La mia avventura termina alle 19 con un foglio in mano e la diagnosi del medico: legga il fogho e vada dal suo medico. E il mio dolore? è ancora con me». Renzo Poesio Un lettore ci scrive: «Ho prenotato un volo Torino-Roma per sabato alle 7,55. Arrivo a Caselle alle 7,30 (col biglietto già acquistato) e vado subito al check-in per l'imbarco: ore 7,35. L'addetta però mi informa che il volo è già chiuso, e quindi dovrò partire col volo delle 9 e pagare un supplemento di circa 380 euro (per 2 persone) per passare da tariffa agevolata a tariffa intera. «Rassegnato, mi preparo a partire alle 9 ma la vigilanza mi blocca e mi impedisce di portare in valigia con me un piccolo televisore da 4,5 pollici. Rimango stupefatto per due motivi: il primo è che nessun avviso riporta tale divieto, il secondo è che a Caselle non esiste un ufficio ove lasciare in deposito gli oggetti rifiutati come il mio piccolo ed inerme televisore; "Tali uffici esistono in tutta Italia, a Caselle no" confessano candidamente al check-in». Roberto Cavatalo Un lettore ci scrive: «Dopo mesi di disagi, finalmente è stata asfaltata via Bruere a Cascine Vica. Inspiegabilmente, però, il tratto posto alla sommità della via, non è stato riparato. Ma quello che appare davvero singolare è che, a distanza di solo 2 mesi, notevoli tratti asfaltati si sono dissolti in tanti sassolini riportando alla luce il manto sottostante (vecchio di decenni). Possibile che al giorno d'oggi tutto sia così precario e che lavori che una volta duravano decenni oggigiorno abbiano una durata di poche settimane?». Segue la firma specchiotempi@lastampa.it

Persone citate: Giovanni Bosco, Renzo Poesio

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino