La cooperativa in rosa compie vent'anni di Giampiero Maggio
La cooperativa in rosa compie vent'anni La cooperativa in rosa compie vent'anni Nel 1983 le dipendenti della «Camiceria Tre Re» rilevarono l'azienda e la rilanciarono Giampiero Maggio CASTELLAMONTE Hanno vinto una scommessa che sembrava persa in partenza, tant'è che un vecchio cliente, un po' scettico e forse un po' animoso, giurò che la loro attività non sarebbe durata più di sei mesi. Invece, fra pochi giorni, loro compiranno 20 anni di cooperativa «tutta al femminile», un esempio senza precedenti nella realtà economica del Canavese. Era il marzo del 1983 quando un gruppo di donne raccolse la sfida acquisendo quella che all'epoca si chiamava «Camiceria Tre Re», via Torino 70 a Castellamonte, lo stesso laboratorio che per mezzo secolo ospitò un lanificio. Apparteneva, la camiceria, alla famiglia Vitali, la stessa che in questi anni ha aperto catene di negozi in mezza Italia. Un nome pesante da ereditare. Oggi alla vecchia denominazione è stato aggiunto solo l'aggettivo «Nuova», un modo per restare legati al passato con un occhio proiettato al futuro. Di acqua sotto i ponti, però, da allora ne è passata davvero tanta. «Quando ci trovammo di fronte alla possibilità di precidere in mano l'attività la prima sensazione fu di paura» ricorda Franca Frasca, la presidente di questa cooperativa in rosa che ha trascorso 30 anni di vita dentro il laboratorio. E' un ricordo dietro l'altro: «All' epoca con noi lavorava anche un uomo, durò tre anni, poi sparì, troppo duro reggere il confronto di 18 donne agguerrite...». Altri tempi. Oggi è cambiato tutto anche se la passione è sempre la stessa. Le osservi e rimani affascinato. Sguardo attento e mani veloci che lavorano su macchine che non ricordano neppure le vecchie cucitrici perché sono quasi tutte elettroniche. In 15 sfornano 230 camicie al giorno, tutte di ottima qualità, destinate ai grandi nomi della moda ma anche a rinfoltire lo spaccio aziendale. Ventiquattro euro a pezzo, su misura, la metà rispetto ad un negozio che vende al dettaglio. Un affare. «Fino a qualche anno fa ne producevamo anche 300 ma eravamo di più - raccontano - e lavoravamo per grossi nomi come Valentino, Cerutti, Pignatelli. Per un periodo abbiamo anche confezionato camicie per la Juventus e la Nazionale». ' Intanto sono le uniche in Canavese ad avere un'azienda del genere: via via, col tempo, chi fabbricava camicie in labo¬ ratorio ha chiuso i battenti. Loro ci hanno creduto: «Anche se con un'attività del genere non diventi miliardaria». E il futuro? Sognano un ricambio generazionale che non c'è e sperano di arrivare a festeggiare i 30 anni di attività. Se hanno vinto una volta la loro scommessa c'è da giurare che ci proveranno ancora. Ma il vero problema è che le nuove leve non ci sono: «Oggi le ragazze di vent'anni preferiscono altri mestieri, forse hanno poca voglia di investire su una professione che richiede tenacia, passione, fatica...». Dicono che quando erano poco più che bambine, erano già alle prese con i ricami, con i corsi di taglio.e cucito: la rappresentante dell'ultima generazione che ha messo piede dentro il laboratorio di via Torino, nella vecchia zona industriale ed artigianale della città, ha 35 anni. «L'obiettivo è arrivare fino alla pensione e fare in modo che questa attività rimanga aperta il più a lungo possibile». Il loro sogno è quello di festeggiare i 30 anni «ma le ragazze di oggi preferiscono altri mestieri, qui occorrono tenacia, passione, fatica»
Persone citate: Cerutti, Franca Frasca, Pignatelli
Luoghi citati: Castellamonte, Italia
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