«Ricatti? Davamo solo una mancia»
«Ricatti? Davamo solo una mancia» «Ricatti? Davamo solo una mancia» Parlano gli impresari delle pompe funebri che lavorano a Orbassano Massimiliano Peggio Antonio Giajjno Cornice di legno, foglio ingiallito e scrittura a inchiostro nero. L'avviso, sistemato all'ingresso delle camere mortuarie del San Luigi di Orbassano, è appeso accanto alla bacheca, visibile da tutti. L'avvertimento non lascia dubbi: «E' vietato, pena severi provvedimenti, al Personale dell'Ente di qualsiasi qualifica e categoria di farsi informatore sostenitore di imprese di pompe funebri». A leggerla, oggi, fa quasi sorridere dopo l'arresto dei tre infermieri, accusati di aver intascato il «pizzo» da familiari e imprese funebri. Oltre la porta a vetri al fondo del corridoio, si intravedono due ombre. Dei quattro addetti dell' obitorio solo uno non è stato arrestato. E' Gerardo Bozza, sindacalista, da anni dipendente del San Luigi. Lui non è coinvolto nel giro del «pizzo», ma la procura di Pinerolo lo ha indagato per favoreggiamento. Secondo gli investigatori, non poteva non sapere delle regalie e dei comportamenti illeciti dei colleghi. «C'erano solo voci, niente di più. Facendo il sindacalista mi trovo spesso fuori ufficio per impegni: sono sempre l'ultimo a sapere cosa accade qui dentro», si limita a dire. «Le indagini non sono ancora concluse: in questo momento non posso rilasciare dichiarazioni». La direzione dell'ospedale ha trasferito d'urgenza un'infermiera, con il compito di aiutarlo a gestire il viavai delle salme. Tre in poche ore. Oggi è un giorno come un altro. Alcuni parenti stazionano nell'atrio. Parlottano di una fede sparita. «Non sappiamo dove sia finita». La donna è deceduta al Pronto Soccorso, l'altro ieri. «Ci stiamo solo informando, in realtà l'anello potrebbe anche essere a casa, non ne siamo ancora sicuri». Dopo la bufera basta poco per alimentare i sospetti. Gli operai delle pompe funebri arrivano, si guardano negli occhi e commentano sotto voce. Di fronte alla palazzina di mattoni rossi non si parla d'altro. Franco Pira, titolare di una delle agenzie dove i carabinieri hanno acquisito documentazione contabile, allarga le braccia. «Persor nalmente non ho mai avuto problemi qui dentro. Posso assicurarlo», afferma. Nell'ufficio di Piossasco, Franco Andruetto, titolare dell'impresa omonima, conferma invece quello che ha già spiegato ai carabinieiri di Moncalieri. «Lasciare dei soldi era una consuetudine», ammette. Quanto? «Di sohto una trentina di euro, niente di più. Una semplice mancia di ringraziamento. Ma sia chiaro: non versarla non pregiudicava il servizio funebre». Il direttore generale del San Luigi, Alessandro Bertinaria, ha trascorso la giornata a rispondere alle domande dei cronisti. Spiega: «Da una parte siamo dispiaciuti per il danno arrecato all'immagine dell'azienda, ma dall'altra siamo orgogliosi di aver indirizzato gli inquirenti sulla strada giusta, segnalando sospetti e denunce di familiari». E sugli incontri sessuali all'interno delle camere mortuarie che può dire? «Sono rimasto sorpreso anch'io, non me l'aspettavo una cosa del genere. Può immaginare quante battute hanno fatto i colleghi leggendo la notizia. Parlando seriamente, invece, faremo di tutto per appurare le circostanze. I resposabih rischiano sanzioni disciplinari». Dei quattro addetti all'obitorio solo uno non è stato arrestato ed è un sindacalista che il pm accusa di favoreggiamento «C'erano voci, è vero ma io ero sempre via» Il direttore generale «Un danno gravissimo all'immagine del nostro ospedale, ma siamo orgogliosi di avere portato alla luce i sospetti e le denunce dei famigliari»
Persone citate: Alessandro Bertinaria, Franco Andruetto, Franco Pira, Gerardo Bozza, Massimiliano Peggio Antonio
Luoghi citati: Moncalieri, Orbassano, Pinerolo, Piossasco
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