«Nella nuova Rai potrei fare il direttore artistico» di Alessandra Comazzi

«Nella nuova Rai potrei fare il direttore artistico» BAUDO IERI IN DIRETTA HA AUGURATO BUON LAVORO AL CDA «Nella nuova Rai potrei fare il direttore artistico» «La tv di Stato è penalizzata dal continuo cambio delle poltrone Il calo di ascolti non mi spaventa, è la differenza della qualità»" Alessandra Comazzi inviata a Sanremo Nella stessa giornata in cui è stato nominato il nuovo oda Rai, con Paolo Mieli presidente, nel modesto caravanserraglio di Sanremo il direttore di Rai uno Fabrizio Del Noce era «raffreddato» e quindi non si vedeva in giro. Agostino Sacca, il direttore generale, portava a cena a Bordighera gli abbonati Rai, i vincitori del concorso che prevede un weekend in città con «posto in prima fila» alla finale del Sanremo. Per non perdere tempo, Pippo Baudo si candidava direttore artistico. Oltre a ricevere direttamente in sala stampa il «tapiro» di «Striscia la notizia» (9 milioni 824 mila spettatori giovedì) e fare gli auguri in diretta al cda. Dopo la terza serata di Festival, gli ascolti sono ancora calati; 10 milioni 933 mila spettatori (erano stati 13 milioni 131 mila nell'omologa puntata del 2002 e 12 milioni 525 nel 2001). Appare chiaro che la manifestazione, pur seguitissima in valore assoluto, non ha più quel potere paralizzante e catalizzatore che aveva in passato. Non è più il Festivaldisanremo che paralizza la tv. Ma il prode Baudo, ieri, continuava a mostrarsi nella sua imperturbabile serenità. Non soltanto, parlava come stesse fautnòo una dichiarazione programmatica, un discorso della corona che fin dalla mattinata lasciava supporre come sotto ci fosse qualcosa. Non era ancora stata resa nota la nomina del cda Rai, ma evidentemente o già si sapeva o era nell'aria, E il prode Baudo pontificava. LO SPETTACOLO. «Non voglio più parlare di risultati ma di spettacolo: lo dico con orgoglio perché penso che abbiamo realizzato un'ottima manifestazione, di qualità. Ho amato molto gli interventi di Carla Bruni, di Sharon Stone, con la loro grande classe. Pazienza se abbiamo perso il gradimento di un altro tipo di pubblico. Quando uno show televisivo può essere ricordato per la sua qualità, per la sua non-banalità, io sono contento. Mi fa piacere che ci siano programmi di peso diverso. Farò le nuove puntate di "Novecento" contro il "Grande Fratello", e ne vado fiero. Darò un'alternativa. Nell'alternanza dell'offerta, il risultato di quest'anno deve far riflettere e prepararci ad una nuova avventura. Cercheremo di fare serate meno lunghe, di aggiustare anche i problemi tecnici, che pure ci sono stati. Gli abbonati ci dicono: vogliamo una Rai che sappia di Rai». IL DISCORSO. «L'azienda vive da due anni uno stato di precarietà dirigenziale che non consente un qualunque programma editoriale. Sono andato a pranzo con Pier Silvio Berlusconi, che giustamente notava come i risultati di Mediaset siano frutto della stabilità aziendale. La Rai invece è grandemente penalizzata dal cambio continuo delle poltrone. Io voglio vedere la differenza stilistica tra le reti. Gli abbonati ci dicono: vogliamo una Rai che sappia di Rai. La gente si riconosce nella tv di Stato, e questo ci impone scelte che ci rendano diversi dalla concorrenza. Dobbiamo cercare volti nuovi, inventare programmi nuo¬ vi, e non abbatterci su format esistenti». LA CANDIDATURA. «Non mi sento adatto ad altri ruoli, per i quali sono stato anche chiamato. Se però nei cambiamenti Rai si configurasse la figura di direttore artistico, editoriale (con la Moratti lo facemmo e funzionò), quel ruolo lì lo ricoprirei volentieri. Il nostro è un Paese ricco di invidualità, solo che la Rai non le conosce. Mentre Mediaset ha un casting potenziale dove c'è di tutto. Vuoi l'imitatore di Mike Bongiomo? Lo trovi. Alla Rai non si trova nemmeno il numero di Panariello. La Rai i talenti non li cerca, ed è sbagliatissimo. Noi, almeno su questo, dovremmo adottare gli stessi sistemi della concorrenza, Dobbiamo essere elastici: io, per esempio, feraierei subito Marco Maccarini, il ragazzo che fa il Dopofestival, Mentre, vedrete, Gerini e Autieri tra una quindicina di giorni avranno firmato per Mediaset». I VAMPIRI. Baudo diceva ieri che uno dei possibili motivi del calo di ascolti è la saturazione: di Sanremo si parla talmente tanto durante tutto il giorno, che il pubblico arriva esausto alla serata. Sostiene il «vampiro» Michele Cucuzza, conduttore della «Vita in diretta» nel pomeriggio di Raiuno, a Sanremo fino a ieri: «Pippo ha ragione: se del Festival si occupano tutti, ma proprio tutti i programmi, della Rai e della concorrenza, a qualunque ora del giorno, si crea un grande effetto-marmellata che nuoce alla manifestazione. Dovremmo coordinarci meglio». Pippo Baudo e Giorgio Panariello, ospite comico all'Ariston

Luoghi citati: Bordighera, Sanremo