Giuni Russo, D'Angelo e Ruggeri primi della classe di Marinella Venegoni

Giuni Russo, D'Angelo e Ruggeri primi della classe IERI SERA SI SONO ESIBITI I VENTI BIG TRA DEJA VU E CORAGGIOSE INNOVAZIONI Giuni Russo, D'Angelo e Ruggeri primi della classe Le pagelle di Sanremo: deludono Minghi e la coppia Tatangelo-Stragà Marinella Venegoni inviata a SANREMO Tutti i Big in fila, ieri sera per la maggior gloria della musica italiana. Ci siamo lamentati tutta la vita che qui si discuteva e litigava sempre su altro, sui vari prj-assiti (a volte anche nobili) che venivano ad appendersi alla centralità del Festiva : che sono invece i cantanti, le canzoni, i problemi della musica popolare nel suo momento di più grave crisi. Questa era davvero la volta buona per sviscerarli, 'sti problemi. Invece qualcuno ha ordinato di vaporizzare bromuro sul Casinò, e il Dopofestival è diventato - oltreché un programma clandestino, data l'ora - una formula alla Gilletti, con i microfoni sotto chiave e Superpippo in finto coma da stanchezza a troncare, sopire. Così i giornali tornano le uniche libere arene sulle quali confrontarsi sulla gara. FAUSTO LEALI: «Eri tu». «Striscia la notizia» grida al plagio, fra «Falling» di Alicia Keys e «Il pazzo» di Mina. Però le tonsille pulsano, e fa sognare un lago quando piove. Ci piace anche l'idea di vendere il best in uscita nelle edicole (un passo contro la mancanza di punti vendita al Sud). 7. SILVIA SALEMI: «Nel cuore delle donne». Dai primi voti si capisce che il pubblico le ha perdonato «Pathos». Lei è vivace e coraggiosa; però la canzone è vecchia, il tema già sentito e banalizzato. Disco d'inediti. Per ora 4. BOBBY SOLO e LITTLE TONY: «Non si cresce mai». Fra Elvis e avanspettacolo, uno in bianco uno in nero, con rigorosa professionalità, tenera emozione e allegria. E' pronto un disco comune, ci sarà un tour. Bravi. 7. IVA ZANICCHI: «Fossi un tango» è ima delle sorprese del Festival, arioso e arrangiato modernamente; lei interpreta evitando le urla sanremasche, con eleganza. Toma alla musica dopo 15 anni, esce un disco di tanghi don e ci sarà un tour. 7. NINO D'ANGELO: «'A storia 'e nisciuno» è un'invenzione anche spettacolare e utile, una microsceneggiata che dà una lezione contro la camorra; lui in 3 minuti recita 2 personaggi in una sintesi mirabile. Ricorderà Khaled ma è una novità assoluta. Disco d'inediti. 8 NEGRITÀ: «Tonight». Sempre «Striscia» dice che è una armonizzazione di «Elevation» degli U2, e sarebbe già un- bel copiare. Sono ruspanti, rock e in quanto tali a disagio, e non ti arrivano. Esce un best più 4 inediti, presto in tour. 6. GIUNI RUSSO: «Morirò d'amore» è la romanza dei nostri giorni, movimentata dalle dissonanze firmate Battiate. Lei è perfetta, misurata, l'unica in Italia che sappia gorgheggiare rimanendo elegante. Esce un disco di best. 8. ANNA TATANGELO e FEDERICO STRAGA': «Volere volare» è un brano raccogliticcio di due ragazzi messi insieme per business. Sono i primi a non crederci. 4. SYRIA: «L'amore è», testo e musica firmati Jovanotti, sarebbe sulla carta una amorevole canzone, tenera e simpatica. Lei la banalizza un po', ma a distruggerla non ce la fa. Disco repackagin'. 6. CRISTIANO DE ANDRE': «Un giorno nuovo». Echi etnici e il suo violino riscaldano un pezzo che vuol anda- re al di là della forma-canzone. Esce un live. 6. LISA: «Oceano». Come una Enya made in Italy, fra new age e musica da film e con in più tonsille d'acciaio che tendono a sfuggire al controllo della proprietaria. Esce un disco d'inediti. 5. LUCA BARBAROSSA: «Fortuna». Fra De André e il fratello di De Gregori, chiamato in causa per «Il bandito e il campione». Il testo è abile e riuscito, la ballata deja-vu. Album d'inediti. 5. ANDREA MIRO' e ENRICO RUGGERI: «Nessuno tocchi Caino» è la ballata da Terzo Millennio, calda e da cantare in coro. Il testo è per ima volta una storia, un dialogo contro la pena di morte. Lei canta benissimo, lui è Ruggeri. Esce un live di lei. 8. ALEXIA: «Per dire di no». Più brava lei che bella la canzone, costruita per enfatizzare le sue doti e le venature soul, con gran finale gospel. Esce un ed d'inediti. 7. SERGIO CAMMARIERE: «Tutto quello che un uomo». Niente di nuovo, ma è un opportuno ripristino di atmosfere artigianali in un mondo che tende alla produzione in serie. Disco repackaging. 7. ALEX BRITTI: «7000 caffé». Strepitoso lui alla chitarra, e buona la capacità di ridisegnare con modernità strutture musicali funky e blues. Disco d'inediti. 7. ANTONELLA RUGGIERO: «Di un amore». L'algida perfezione di una voce che non lascia niente al caso qui parla al cervello più che al cuore; il pezzo è triste, il ed in uscita allegro. 7. EIFFEL 65: «Quelli che non hanno età». Lezione di discoteca all'Ariston, fra synth, piatti, bum-bum e voce; in quanto lezione, un po' scolastica. Presto, disco di mediti: 6. AMEDEO MINGHI: «Sarà una canzone». Melodia triste e autoreferente su un amore finito, stile inconfondibile. Disco repackaging; per l'antipatico atteggiamento al Dopofestival con Coccoluto c'è un 4. ANNA OXA: «Cambierò». Al cambiamento crede davvero, e cambia più volte registro. Appassionata, convinta, ma ha fatto di meglio. Disco d'inediti. 6. Una smagliante Sharon Stone arriva al Festival

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