Streep, Kidman e Moore segnano le ore dell'Oscar

Streep, Kidman e Moore segnano le ore dell'Oscar PRIME CINEMA Streep, Kidman e Moore segnano le ore dell'Oscar Alessandra Levantesi LE nove candidature, inclusa quella per la migliore attrice a Nicole Kidman, non hanno influito più di tanto sul botteghino Usa, dove «The Hours» resta per ora attestato sulla cifra relativamente modesta di 30 milioni di dollari in nove settimane. Il risultato potrebbe cambiare qualora le nomination, la notte del 23 marzo, si trasformassero in Oscar, ma sempre (almeno sulla carta) nei limiti consentiti ad un film basato su un romanzo di raffinata ispirazione letteraria come «Le ore» (Bompiani). Premio Pulitzer nel '99, l'americano Michael Cunningham lo ha scritto da un lato parafrasando amorosamente «Mrs. Dalloway» di Virginia Woolf (il cui titolo originario per l'appunto doveva essere «The Hours»), con il suo monologo interiore a più voci; e dall'altro attingendo alla vita stessa dell'autrice. Come in «Mrs. Dalloway», le tre storie che compongono «The Hours» si svolgono nell'ambito di un solo giorno, ma tre sono le epoche, i luoghi e le protagoniste, più unprologo ambientato nel '41 in cui vediamo la Woolf lasciarsi annegare con una grossa pietra in tasca. In giugno ai giorni nostri la cinquantenne newyorkese Clarissa (Meryl Streep), soprannominata Mrs. Dalloway, è impegnata a preparare un party in onore dell'ex amante (Ed Harris), un poeta che sta morendo di Aids. In giugno nel 1949 a Los Angeles, la casalinga Laura (Julianne Moore) sfoga le sue inquietudini di moglie e madre insoddisfatta (nonostante marito e figlioletto la adorino), chiudendosi in una stanza d'albergo a leggere «Mrs. Dalloway» con un flacone di micidiali pillole accanto. Nel '23, nel rifugio forzato di Richmond dove la confina la sua malattia di nervi e dove ha iniziato a scrivere il suo romanzo, Virginia (la Kidman, che invecchiata e con protesi nasale forse della Woolf restituisce troppo la cupezza e meno la nervosa sensibilità) programma di tornare a Londra e decide che la sua eroina alia fine non si ucciderà. Una festa piccola o grande da organizzare, rapporti o tentazioni omosessuali, pulsioni suicide: nel nome della Woolf e di Mrs. Dalloway un filo sottile (usando le parole di Virginia, il senso è che non si può trovare la pace evitando la vita) intreccia dunque queste storie apparentemente non collegate. E l'inglese Stephen Daldry, il regista di «Billy Elliot», le ha sapute tradurre sullo schermo in modo assai convincente ben coadiuvato da collaboratori di elasse tutti in corsa per l'Oscar: dal drammaturgo David Hare, cui si deve la limpida sceneggiatura, al montatore Peter Boyle che provvede a rendere fluidi i passaggi di luogo e di tempo. Quanto all'emozione «The Hours» si affida all'intenso concertato degli interpreti: fra i quali la nostra preferenza va alla Streep, l'unica uscita senza candidatura. THE HOURS di Stephen Daldry con Nicole Kidman, Meryl Streep, Julianne Moore, Ed Harris Drammatico. Usa, 2002 TORINO, cinema Adua, Arlecchino, Eliseo, Medusa, Olimpia, Pathé, Warner Vili. MILANO, Cavour, Ducale, Odeon, Plinius, President. ROMA Adriano, Andromeda, Cineland, Embassy, Eurcine, Fiamma, G. Cesare, Jolly, King, Maestoso, Metropolitan, Odeon, Planet Julianne Moore

Luoghi citati: Londra, Los Angeles, Milano, Richmond, Roma, Torino, Virginia