All'Oftalmico ritardarono l'intervento
All'Oftalmico ritardarono l'intervento INCHIESTA ARCHIVIATA All'Oftalmico ritardarono l'intervento Un colpo di racchetta al volto mentre giocava a squash con un amico in una palestra della periferia, un dolore tremendo all'occhio, poi il ricovero all'ospedale oftalmico. Era il 17 luglio di tre anni fa. Incominciarono giorni terribili per Calogero Salvaggio, 37 anni, che continuava a lamentarsi dei dolori, senza trovare un rimedio. Gli vennero somministrati dei calmanti, che alleviarono però solo per breve tempo gli spasmi all'occhio sinistro. La pressione del bulbo oculare gli provocava dolori lancinanti, giorno e notte. Rimase in ospedale fino al 30 luglio, poi, disperato decise di dimettersi e di tentare altre strade. Partì per la Francia, per Lione dove gli avevano parlato molto bene dell'ospedale transalpino. «E' venuto troppo tardi da noi, doveva sottoporsi all'intervento al più presto» si sentì dire dai medici francesi. Fu operato, gli crearono una sorta di canale artificiale per ridurre la pressione dell'occhio che era all'origine dei suoi mali. Tornò a casa, ma dopo alcuni giorni i dolori ripresero e Calogero Salvaggio ritornò all'ospedale di Lione dove venne sottoposto ad un nuovo intervento verso la metà di agosto. Questa volta, per fortuna, risolutivo. I dolori all'occhio scomparvero. Era durato esattamente un mese l'inferno: dalla metà di luglio alla metà di agosto. Il giovane si rivolse all'avvocato Pier Franco Bertolino e presentò querela in Procura. Il fascicolo venne affidato al pm Paolo Toso che indagò sei medici chirurghi dell'ospedale, tutti quelli che in un modo o nell'altro avevano avuto in cura il paziente. L'accusa: lesione colposa, consistita nella maggior durata della malattia. Una consulenza disposta dal pm Toso e affidata alla dottoressa Blanc aveva infatti concluso che da parte dei medici c'era «stato un ritardo nell'intervento». Era necessario cioè operare al più presto il giovane colpito all'occhio e non somministrargli soltanto i calmanti. Per i sei medici, assistiti tra gli altri dagli avvocati Aldo Albanese ed Emilia Rossi, si è chiuso tutto con l'archiviazione perché, dopo una trattativa prolungata, la parte lesa è stata risarcita e con il ritiro della querela il giudice Fernanda Cervetti ha chiuso la vicenda.
Persone citate: Aldo Albanese, Blanc, Calogero Salvaggio, Emilia Rossi, Fernanda Cervetti, Paolo Toso, Pier Franco Bertolino
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