Mauriziano, parte la cura dimagrante di Marco Accossato

Mauriziano, parte la cura dimagrante L'ANNUNCIO Al SINDACATI: «NESSUN DIPENDENTE SARA LICENZIATO» Mauriziano, parte la cura dimagrante Nell'ospedale di largo Turati 300 esuberi fra tecnici e amministrativi Sarà ridotto anche il numero dei medici e del personale ausiliario Per risparmiare tutti i servizi accessori verranno affidati all'esterno Marco Accossato Una scure sul Mauriziano. E' pesante il progetto di rientro presentato ai sindacati e ai vertici dell'ospedale di largo Turati per far fronte alla crisi di bilancio: parla di eccedenze fra ausiliari, personale tecnico e amministrativo, e di medici da «tagliare» perché in eccesso rispetto alla pianta organica. Le uniche prospettive di assunzione riguardano gli infermieri, ma questo non significa nuovi contratti: a Torino sarà probabilmente dirottato parte del personale che oggi lavora nella struttura di Lanzo destinata a essere ceduta dall'Ordine alla Regione. Stando alle prospettive annunciate, il Mauriziano sembra addirittura (con una sorta di inversione di ruoli) destinato a diventare una «costola» dell'Istituto di Candiolo per la Ricerca e la Cura del Cancro (Ircc), per poi essere forse risollevato da capitali privati. Si moltiplicano infatti le voci dell'esistenza di un «portafoglio» già pronto ad aprirsi per rilanciare i reparti. Intanto, però, la necessità di risparmiare si rifletterà non solo sui numeri del personale e sull'organizzazione interna: molti servizi intemi saranno cancellati per essere affidati all'esterno, a un «global service» che si occuperà delle pulizie, dei trasporti, del centro stampa, del magazzino della farmacia, della manutenzione, fino al servizio di portineria e di sorveglianza. Sempre più sull'orlo del baratro, il Mauriziano è insomma inesorabilmente condannato a una rapida cura dimagrante. Ottantacinque gli ausiliari da tagliare. In più si contano 350 persone tra tecnici e dipendenti amministrativi a cui saranno tolte le vecchie mansioni da appaltare all'esterno. In eccesso anche sette medici: di quali reparti non è stato comunicato. Di certo si sa però che - a fronte di una riduzione a Torino - c'è già una lista d'attesa di 4 medici che da Valenza hanno chiesto il trasferimento in lar¬ go Turati. Ventuno, infine, gli infermieri chiesti a rinforzo. Gli obiettivi sono quelli di raggiungere la quota complessiva di 256 medici in servizio a Torino (oggi sono 263), 523 infermieri (oggi sono 502), e 220 ausiliari (oggi sono 205). Nessun reparto dovrebbe sparire interamente; garantiti sei o sette dipartimenti: oncologico, cardiovascolare, della riabilitazione, matemo-infantile, di medicina e chirurgia. Non sparirà neppure il pronto soccorso, almeno fino a quando il Mauriziano resterà «pubblico». Durante l'incontro di presentazione del futuro di quest'ospedale, non è stata ultizzata la parola «esuberi». Anzi: è stato garantito che «nessuno verrà lasciato a casa», tutti saranno «ricollocati». Ma tra i sindacati - che per ora preferiscono non fare dichiarazioni - è palpabile la preoccupazione che possa invece accadere esattamente il contrario. Soprattutto, i sindacati chiedono di conoscere che cosa c'è oltre la scure. Cioè un progetto-salvezza a più lungo termine. Che ne sarà dei 420 posti letto? Non va dimenticato che il Mauriziano ha recentemente acquistato alcuni «fuoriclasse». Abbandoneranno l'incerto per cercare prospettive migliori? La Regione ribadisce: non verserà un euro per risollevare le sorti di quest'ospedale. «Si contano crediti da 196 milioni di euro, più tasse e contributi non versati, debiti verso le banche e mancati pagamenti», ha messo in evidenza un mese la commissione ministeriale incaricata di far luce sul «buco» da 376 milioni di euro. In «passivo», dopo il 1997, l'intero patrimonio immobiliare dell'Ordine, che non solo non è servito a pareggiare i conti, ma avrebbe, al contrario, contribuito al crack dell'Ente. Sulla storia del Maurizianonon c'è solo l'inchiesta del commissario Anna Maria D'Ascenzo e del suo vice Fabio Tavarelli. Indaga anche la procura: i sostituti procuratori Giuseppe Ferrando e Giancarlo Avenati Bassi intendono accertare se all'origine del tracollo finanziario ci siano errori di gestione o veri e propri reati. Risulta infatti, fra l'altro, che tredici amministrativi abbiano ricevuto in busta paga 300 milioni lordi di vecchie Gre l'anno, «una somma superiore all'equivalente stipendio negli ospedali pubblici gestiti direttamente dalla Regione». Oppure che l'Ordine abbia affittato una serie di alloggi a poche centinaia di euro, per i quali sono state pagate migliorie costosissime. E ancora: nel '99 sarebbero state assunte mille persone, in parte per l'Ircc di Candiolo, in parte destinate a Lanzo e a Valenza. «Un numero eccessivo - secondo i commissari - non motivato da alcun reale bisogno». Sempre più pesante la crisi dell'ospedale Mauriziano: il futuro potrebbe essere affidato a una gestione privata

Persone citate: Anna Maria D'ascenzo, Fabio Tavarelli, Giancarlo Avenati, Giuseppe Ferrando

Luoghi citati: Candiolo, Lanzo, Torino, Valenza