Il calvario dei pendolari del Torino-Milano di Alessandro Mondo
Il calvario dei pendolari del Torino-Milano ENNESIMA GIORNATA NERA PER I PASSEGGERI DEL TRENO: RITARDI AL MATTINO E ALLA SERA PER GUASTI Al LOCOMOTORI Il calvario dei pendolari del Torino-Milano Alessandro Mondo Da ieri i pendolari che utilizzano quotidianamente la linea Torino-Milano hanno un motivo in più per lamentarsi. Anzi due. Perchè nell'arco di una sola giornata si sono verificati ben due incidenti di percorso sulla stessa tratta; soste forzate in aperta campagna o appena fuori stazione causate da locomotori che si sono bloccati improvvisamente sui binari. Lo segnalano i membri del Comitato spontaneo dei pendolari, senza nascondere la loro inquietudine, mentre Trenitalia parla genericamente di «guasti meccanici». I fatti. Ieri mattina l'Interregionale delle 6,50 parte regolarmente da Porta Nuova diretto a Milano Centrale. Tutto tranquilla, tutto regolare: è persino in orario. Giunto in aperta campagna, tra Settimo e Brandizzo, il locomotore si spegne e non c'è verso di riavviarlo: blocco immediato della linea, con il treno inchiodato sui binari; fermi i due Intercity che seguono; scambio di informazioni fra personale a bordo e Ferrovie mentre i passeggeri cominciano ad innervosirsi. La sosta forzata dura quasi un'ora: tanto è necessario perchè «il muletto», vale a dire il vecchio ma affidabile locomotore diesel di servizio, raggiunga il convoglio»'e lo traini fino alla stazione di Chivasso. Un disastro non solo per chi doveva raggiungere il suo ufficio a Milano ma per quanti rincorrevano coincidenze con Eurostar da Milano o dovevano imbarcarsi dagli scali areoportuali di Malpensa e Linate. «Una volta arrivati a Chivasso, erano le 8,30, i passeggeri hanno abbandonato il treno precipitandosi verso lo stretto sottopassaggio della stazione - racconta Cesare Carbonari, leader del Comitato -. Alla fine siamo riusciti a guadagnare con difficoltà l'uscita che porta al binario sul quale stava per arrivare l'Intercity». Alle 8,35 sono tutti a bordo. Peccato che a quel punto la frittata è fatta: il convoglio raggiunge Milano Centrale alle 10,10 - con un ritardo di oltre un'ora. Giornata da dimenticare. «Una delle tante», correggevano nel pomeriggio i pendolari. Purtroppo non era finita. In serata un nuovo, misterioso, stop. Questa volta a bloccarsi sui binari è stato l'Intercity in partenza da Milano Centrale alle 18,15. «Poco dopo la stazione di Milano Certosa - racconta Carbonari sconsolato - il convoglio si è fermato di colpo e le luci si sono spente». Il locomotore se ne resta lì per 20-25 minuti, mentre a bordo l'esasperazione si alterna al disorientamento. Niente da fare, il mezzo non riparte. Fortunatamente di locomotori ce ne sono due: finisce che quello di coda, attivato da un macchinista, supporta quello di testa contribuendo a spingere il convoglio ed il suo perplesso carico umano fino a Torino. Ovviamente in ritardo.
Persone citate: Cesare Carbonari
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