Il Cavaliere chiude la sfilata dei «grandi»

Il Cavaliere chiude la sfilata dei «grandi» Il Cavaliere chiude la sfilata dei «grandi» Marco To satti CITTA DEL VATICANO Un pranzo di lavoro, un'oraun'ora e un quarto, per colmare un vuoto che stava diventando troppo evidente e palpabile. Un primo, - leggero -; un secondo, dolce e frutta, al tavolo del Papa. Commensali: Giovanni Paolo II e il segretario di Stato, 0 cardinale Angelo Sodano; Silvio Berlusconi e Gianni Letta, il suo grande «consigliere» per gli affari cattolici, oltre naturalmente al segretario privato del Papa, monsignor Stanislao Dziwisz. Un pranzo normale, con un caffè, preparato anche quello dalle suore polacche di Maria Bambina (thè per 0 Papa). Sulla tovaglia, la politica intemazionale: Iraq e Medio Oriente; e non si è parlato di Costituzione europea, e della presenza - o assenza - di un riferimento a Dio e alla religione nel testo. Ma in realtà su questo tema, in gestazione a Bruxelles e Strasburgo, ima consonanza di vedute fra Palazzo Chigi e Palazzi ApostoUci c'è. Invece sulla guerra preventiva all'Iraq, e sulla situazione della Terrasanta, era opportuno un «vertice» italo-vaticano. Non a caso è maturato proprio adesso ; solo pochi giomi fa il presidente del Consiglio ha ribadito con forza che una decisione può e deve essere presa solo dalle Nazioni Unite. Un «distinguo» importante; anche se l'Italia appare sempre nel partito della guerra, però il richiamo alle Nazioni Unite è stato molto apprezzato nei Sacri Palazzi, tanto che il direttore della Sala Stampa, Joaquin Navarro Valls, non esita a registrare una «convergenza» fra Santa Sede e Italia proprio su questo punto fondamentale, la centralità dell'Onu: «Si è trovata una convergenza in questa valutazione». Che è un caposaldo della pohtica diplomatica vaticana in questa crisi irachena: «La difesa del diritto intemazionale, di cui sono garanti le Nazioni Unite». Una piccola, ma significativa chiosa a uno dei comunicati più scarni filtrati dalle mura vaticane: «Il Santo Padre ha ricevuto in Vaticano Silvio Berlusconi e Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consigho. L'incontro - ha detto Navarro - ha permesso uno scambio di opinioni sull'attuale situazione intemazionale, con particolare riferimento alla crisi in Iraq ed in Terra Santa». L'incontro era un appuntamento «dovuto», commentano i diplomatici in talare. Oltre il Portone di Bronzo sono sfilati, nelle ultime settimane Tony Blair e José Maria Aznar; Tarek Aziz e Joschka Fischer; Aleksej Meskov, ((braccio destro» di Putin per gli Affari europei e Mohammad Khatami, fratello del Presidente iraniano. Il cardinale Pio Laghi incontra oggi il presidente Bush, ed è già un ricordo la «missione impossibile» del cardinale Etchegaray presso Saddam Hussein. Paradossalmente, solo il presidente del Consiglio italiano non aveva avuto un contatto diretto sulla crisi irachena con Giovanni Paolo IL E' vero che il segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, e il capo dell'esecutivo non hanno certo bisogno di incontri ufficiali per scambiarsi idee e valutazioni. Ma comunque questo «vuoto» poteva essere interpretato in maniera negativa, specialmente in un momento in cui il Vaticano rappresenta uno dei fulcri diplomatici della crisi. Non si vuole dare nessun significato particolare, invece al modo, cioè al pranzo: è stata decisa una colazione di lavoro, perché l'agenda del Papa non pennetteva altrimenti, ieri; e «invitarlo mercoledì avrebbe avuto un senso particolare, sembra che gli si chieda di digiunare». Ma era opportuno che il ((vertice» avvenisse in questi giomi, prima della prevedibile, e prevista, accelerazione della crisi. Si è parlato anche di Palestina e Israele. L'Iraq, commentano in Vaticano, copre ogni altra notizia, «ma in Terrasanta sta succedendo di tutto; l'elenco dei morti si allunga, con vecchi e bambini». All'Italia si chiede di giocare un molo più attivo. In prospettiva, il grande digiuno di oggi: «Le anni del Papa non si contano, ma si pesano» scrive l'Osservatore Romano.