Colletta per la madre di Anna Maria «Verrò a prendere la mia bambina» di Angelo Conti

Colletta per la madre di Anna Maria «Verrò a prendere la mia bambina» LA ROMENA UCCISA DALLA STUFA A GAS, INTERVIENE SPECCHIO DEI TEMPI Colletta per la madre di Anna Maria «Verrò a prendere la mia bambina» Angelo Conti La voce di Mihaela Varia arriva da lontano, da una casupola di terra e di fango di Birlad, un piccolo centro agricolo della Moldavia rumena, non lontano da lasi. Mihaela è la mamma di Anna Maria Roxana, 16 anni, la più giovane delle tre ragazze trovate senza vita il 9 febbraio scorso in un appartamento di via Palma di Cesnola, a causa del monossido di carbonio liberato dalla caldaietta del bagno. La donna ha saputo solo domenica scorsa, dopo un affannoso giro di telefonate con le autorità di lasi e Bacau e grazie all'intervento del quotidiano locale Zidadejasi, che sua figlia era morta a Torino. «Non so darmi pace - si chiede al telefono - e non so nemmeno spiegarmi come possa essere successo. Era solo una ragazzina di sedici anni, la mia bambina». Mihaela è poverissima. Vive con due sorelline di Anna Maria, che hanno appena 2 e 4 anni, solo grazie allo stipendio del marito, che è di circa 50 euro al mese. «Voglio venire a dare l'ultimo bacio alla mia bambina - ha spiegato fra le lacrime -. Cercherò di trovare il denaro necessario, anche se è moltissimo. Solo per uscire dalla Romania, con il visto turistico, occorre dimostrare di avere in tasca 500 euro. Per me sono una fortuna. Non ho mai visto questo denaro tutto insieme. Qui, in questo paese dove gli inverni sono freddissimi, può capitare che manchi anche il cibo e che non si abbia il denaro sufficiente per acquistarlo. Anna Maria ci aiutava, come poteva. Mi aveva raccontato di avere trovato un buon lavoro a Torino. No, non so che lavoro fosse». I contatti fra Anna Maria e la mamma erano comunque frequenti. «In casa non abbiamo il telefono, non ce lo possiamo permettere. Allora lei mi aveva regalato un vecchio cellulare. Mi chiamava su quel numero, una volta ogni tanto. L'ultima volta due giorni prima di morire. Era allegra, mi aveva raccontato che desiderava tanto rivedere le sorelline e che sarebbe finalmente tornata a casa in occasione del suo compleanno, l'B di marzo». Ormai Torino era la sua città. «Sì, era stata molto franca, spiegandomi che si sarebbe fermata solo qualche giorno e che sarebbe comunque tornata in Italia. Raccontava che Torino era una bella città con dei bei viali e con della buona gente. Era anche contenta della casa in cui viveva con le due amiche. Diceva che stando qui avrebbe potuto guadagnare ed aiutarci di più». La vita di Anna Maria Roxana non era stata facile. «Da noi partire è quasi obbligatorio, quando si diventa grandi. Mia figlia ha scelto di farlo già a quattordici anni, quando si è resa conto che doveva trovare un lavoro per contribuire alle spese della famiglia. All'inizio è andata a Bacau, non lontano dal nostro paese, dove ha conosciuto Petronela e Diana (Catalina «Petronela» Stirbu, 21 anni e Diana Elena Zaharia, 20 anni), le due ragazze che sono morte con lei. Lì è rimasta solo qualche mese, poi è partita per l'Italia. So che è stata per qualche settimana a Padova, dove mi aveva detto di avere lasciato il passaporto, ma non so bene a chi. Poi tutte e tre si sono spostate a Torino, dove si erano definitivamente stabilite da più di un anno». Ora Mihaela sta cercando di raccogliere quel denaro necessario a venire a Torino. Non sono pochi: c'è da pagare il biglietto del pullman che collega lasi a Milano, c'è da trovare il denaro jer la «cauzione», c'è anche da asciare di che vivere alle due piccole bambine («Allatto ancora la più piccola, che ha già due anni - ha spiegato -, perchè cosi facendo abbiamo una bocca in meno da sfamare»). Se potrà lascerà Birlad alla fine della settimana, per essere a Torino lunedì o martedì. In questo contesto di grande povertà, la famiglia Varia può contare sulla solidarietà di alcune famiglie rumene a Torino, che stanno organizzando il viaggio e che si occuperanno dell'ospitalità della donna, nonché di quella dell'avvocato Davide Diana che sta tutelando gli interessi dei parenti delle ragazze defunte (il giudice ha intanto posto sotto sequestro lo stabile e inviato alcuni avvisi di garanzia). La fondazione Specchio dei Tempi, a nome dei lettori de La Stampa, è iutanto intervenuto per pagare il viaggio dalla Romania a Torino al a mamma di Anna Maria Roxana che potrà così baciare, per l'ultima volta, il cadavere della figlia. Morta ad appena 16 anni, lontana migliaia di chilometri dai suoi affetti più cari, vittima della povertà e della disperazione. mCF4t Via Palma di Cesnola: dove il 9 febbraio scorso si è verificata la disgrazia Anna Maria Roxana, aveva 16 anni