I bookmakers puntano su Britti di Luca Dondoni

I bookmakers puntano su Britti I bookmakers puntano su Britti Ma il cantautore si schermisce: «Non ho ancora sentito gli altri» Luca Dondoni SANREMO I bookmakers del Festivalone sono già partiti e il più quotato, al momento, è Alex Britti con la sua «7000 caffè». Anche per Pierluigi Diaco, inviato del «Foglio» a Sanremo, annuncia i nomi dei vincitori del Festival durante il suo«norevole DJ» su Rtl 102.5 e Hit Channel. «I nomi dei vincitori sono già noti dice - Finalmente il Festival premia il talento. Perchè i primi tre posti veranno assegnati ad Alex Britti, Sergio Cammariere e Syria. Il premio della critica non andrà solo a Cammariere ma verrà assegnato a pari merito anche a Cristiano De Andre». Alex Britti da parte sua si schermisce e alza le spalle. «Io probabile vinci¬ tore? Giuro che non ho ascoltato nulla degli altri concorrenti - ammette - e quindi non posso dare dei giudizi. Per quanto riguarda la mia è un pezzo sincero, senza dubbio di facile presa. Questo è un plus per chi va a Sanremo ma da qui a vincerlo...». Modesto, intelligente, ma consapevole delle sue capacità. Questo è Alex, da sempre. «Per adesso sono davvero molto concentrato - racconta - e non appena passata la «buriana» inizierò a lavorare sul tour dal vivo. E' quella la condizione che preferisco e per metà aprile dovrebbe essere tutto ok». Il terzo album della carriera del cantautore romano esce il 7 marzo e il titolo, «3», racconta tante cose. «Il 3 mi piace - dice - è un numero fortunato, è il mio terzo disco, lo pubblico nel 2003, marzo è il terzo mese dell'anno. Poi il 3 ha qualcosa di mistico, di religioso». Per quel che riguarda la canzone sanremese, il testo è un po' «forte». Questo il passaggio che potrebbe venir incriminato: «Io sto qui da solo e non dormo e non volo/mentre tu sei lontana ripenso a una scena di te senza velo/ Non so bene cos'è, forse i troppi caffè/ma stanotte non riesco a dormire e l'amore lo faccio con me». Tuttavia l'autoerotismo è diventato un classico per la canzone d'autore italiana. Ricordate senz'altro il Lucio Dalla di «Disperato, erotico, stomp» o la Gianna Nannini di «America» e potremo continuare. «Mi è venuta così, per caso racconta lui - e poi l'argomento è quanto di più normale accada nella vita di un ragazzo. Quindi: perchè scandalizzarsi»? Il Festival vede Britti esibirsi davanti a un pubblico che oggi lo conosce bene. E' dall'Ariston che il ragazzo prese il volo nel '99 con quella «Oggi sono io» che anche Mina ha voluto ricantare, ed è lì che oggi è contento di tornare. «Ma sì dai. Non ci nascondiamo dietro a un filo d'erba. Il Festival è il Festival e dato che avevo già deciso di far uscire il mio nuovo disco proprio in questo periodo dell'anno sono stato molto felice di potermi attacare al carro per promuovere al meglio il mio lavoro. Milioni di persone per cinque giorni guardano la tv e seguno i cantanti, ascoltano i nuovi pezzi, fanno il tifo per questa o quella canzone. Mi piace esserci». In «3» ci sono due pezzi strumentali, intitolati rispettivamente «00:00 AM» e «G Song» (questa in realtà è una ghost-track), che ci regalano il Britti degli esordi. Il busker che suonava agli angoli delle strade il suo blues sanguigno, il chitarrista virtuoso che non hai mai smesso di studiare sa fondo il suo strumento. «E quel Britti non se ne è andato - racconta - è ancora qui, solo che per ovvie ragioni mi sono messo a scrivere più canzoni e meno pezzi strumentali. C'è qualche tifoso della prima ora che mi fa degli appunti su questo e preferirebbe più musica e meno parole. Non la penso così». Il cantautore romano Alex Britti porta al Festival la sua «7000 caffé»

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