Bomba all'aeroporto 19 morti a Mindanao di Maurizio Molinari

Bomba all'aeroporto 19 morti a Mindanao LE FILIPPINE CHIEDONO AGLI USA DI INTERROGARE IL DETENUTO DI AL QAEDA Bomba all'aeroporto 19 morti a Mindanao Tra le vittime un missionario battista americano. Centoquarantasette feriti. L'esplosione seguita da un'altra a un vicino terminal di autobus Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Diciannove morti e 147 feriti è il bilancio ancora parziale dell'attentato terroristico che ha devastato ieri la sala d'arrivo dell'aeroporto di Davao, sull'isola filippina di Mindanao da anni teatro della guerriglia separatista ed islamica contro il governo di Manila. L'esplosione è stata seguita a breve distanza da un'altra bomba, più rudimentale, fatta detonare di fronte ad un terminal di autobus a Tagum, sempre sull'isola di Mindanao, causando un morto e tre feriti. Il doppio attentato ha suggerito all'intelligence di Manila la pista del Fronte di liberazione islamico «Moro» che da anni di batte per l'indipendenza delle isole del sud, dove vivono cinque milioni di musulmani, minoranza in Paese dove la prevalenza degli abitanti è cristiano. Il «Moro» ha però escluso ogni responsabilità, condannando l'attentato con un suo comunicato. I portavoce del governo di Manila non escludono un coinvolgimento di Abu Sayyaf. il gruppo fondamentalista collegato ad Al Qaeda che opera in Estremo Oriente, le cui tracce sono state trovate anche nei documenti ritrovati dall'intelligence pakistana nell'abitazione del numero tre di Osama bùi Laden, Sheik Mohammed, catturato a Rawalpindi sabato scorso. Lo stesso Mohammed è considerato la mente di numerosi sanguinosi attentati commessi da Abu Sayyaf nelle Filippine negli ultimi anni. Le autorità di Manila ha chiesto agli americani di poter verificare che il detenuto eccellente - detenuto in una località segreta - sia in possesso di informazioni sull'attacco. Washington ha fatto conoscere con il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, la propria disponibilità a fornire «ogni tipo di assistenza necessaria». L'esplosione all'aeroporto è avvenuta mentre l'entrata era affollata da centinaia di persone in attesa dell'uscita dei passeggeri in arrivo con un volo della Cebu Pacific, che in quel momento era appena atterrato. Nascosto dentro uno zaino posizionato in un luogo riparato al centro della hall degù arrivi, l'ordigno di notevole potenza ha dilaniato decine di persone. «L'esplosione è stata molto potente ed ho visto parti umane volare in ogni direzioni - ha raccontato Terry Labado, uno dei dipendenti in servizio - siamo subito corsi a vedere cosa era avvenuto e ci siamo trovati di fronte ad un pavimento coperto di corpi e sangue». Fra le vittime vi è un missionario americano di fede battista mentre altri tre cittadini Usa - ima donna ed i suoi due bambini, di nove mesi e tre anni sono rimasti feriti. Non si ha notizia di feriti italiani. La situazione di emergenza ha trovato il piccolo centro di Davao largamente impreparato: le modeste strutture sanitarie si sono scoperte carenti di letti e di medicinali ed il sindaco, Rodrigo Duterte, ha chiesto a tutte le farmacie di restare aperte senza interruzione per consentire acquisti da parte di strutture pubbliche, ed anche di privati, per occuparsi dei feriti, molti dei quali versano in gravi condizioni. Il presidente Gloria Macapal Arroyo ha convocato una riunione di emergenza del governo promettendo eh «non lasciare impuniti i responsabili di questo atto cinico ed orrendo». Due settimane fa la Arroyo aveva dato luce verde all'arrivo di un contingente di 1600 soldati delle truppe speciali Usa nella vicina isola di Jolo per partecipare alle operazioni contro Abu Sayyaf ma l'operazione era stata poi rinviata a causa delle proteste dell'opposizione, che ha lamentato il rischio di una violazione delle norme della Costituzione che impediscono ad eserciti stranieri di operare sul territorio nazionale. Altri mille soldati degli Stati Uniti sono da oltre un anno presenti nelle isole meridionale Filippine, situate di fronte all'Indonesia, con compiti di sostegno alle unità anti-terrorismo di Manila nell'ambito deir«Operazione Balikatan» lanciata dalla Arroyo d'accordo con la Casa Bianca dopo gli attacchi dell'I 1 settembre per smantellare la guerriglia di Abu Sayyaf. Il tetto dell'aeroporto di Davao devastato dalla bomba che ha ucciso 19 persone tra le quali un americano