in Italia il «cervello» o ì manovali della banda? di Massimo Numa

in Italia il «cervello» o ì manovali della banda? ALCUNI PARTICOLARI FAREBBERO PENSARE A UN'OPERAZIONE SU VASTA SCALA in Italia il «cervello» o ì manovali della banda? Gli inquirenti non escludono l'azione di una gang internazionale sconosciuta le indagini Massimo Numa inviato ad ANVERSA CHISSÀ' che cosa pensa Peter Meeus, direttore del Diamond High Council, massima autorità di Anversa, del proprio sistema antifurto, uno fra i più sofisticati del mondo, violato, ingannato, irriso, dal signor Leonardo Notarbartolo. Questo siculotorinese di 52 anni che, con l'aiuto della sua attempata Bonnie, la moglie Adriana Crudo, più una serie di complici ancora da identificare, l'ha «sconfitto» - era il 14 febbreio, giorno di San Valentino - svuotando le cassette di sicurezza nel caveau del Diamond Center. La Diamond Land è nel cuore del ghetto ebraico, nella Schupstraatt. Quasi alle spalle della Stazione ferroviaria di Anversa. Come un muro di Berlino: prima una folla di extracomunitari, di poveri, di homeless. Accampata sui marciapiedi, le lattine di birra vuote stritolate e gettate con rabbia sul selciato e lungo le antiche arterie medievali. Poi, il cartello giallo con la scritta «stai entrando nella patria dei diamanti», e l'atmosfera cambia: gioielli, negozi di lusso, Perrari, asfalto lucido. Ecco il Diamonds Center. Sorvegliatissimo. Vigilantes armati, videocamere dappertutto, agenti in borghese con radio e revolver, gipponi della polizia incrociano lentamente nel triangolo cosmopolita. Soldi e diamanti, tutti d'accordo: ebrei, arabi, pakistani, cinesi, costretti a convivere in poco più di duecento metri, tra vetrine a specchio e ingressi blindati. Ma qui, Notarbartolo, «che ci azzecca»? Niente. Superata la prima barriera, all'ingresso del Diamond Center, due file di cassette postali. Sono delle 142 società di import-export che governano il mercato mondiale dei diamanti. Quella di «Leo» è la numero 64, un tagliando di carta bianca fra una selva di nomi altisonan- ti, il Gotha degli importatori. Sulla sua c'è scritto «Notarbartola», e qualcuno con la penna ha corretto la «a» in una «o»: Notarbartolo-Amoros. Sembra la traccia più consistente lasciata dal presunto autore del colpo del secolo. In realtà la società è una scatola vuota. Nel registro delle imprese, spiegano i funzionari del Diamonds High Council, questa società è registrata come «La Preciosa» ed il logo è un quadrato che riproduce le sfaccettature di una pietra. Altro non si sa, perché Notarbartolo non ha mai pubblicizzato nulla. Nelle eleganti «brochures» delle società, centinaia di nomi. Il suo non compare mai. «La Preciosa» doveva servire a preparare il colpo: E stop. La seconda barriera, al DC, è una gabbia di cristallo blindata. Dentro un uomo armato, giubbotto antiproiettile, controlla i pass. Bernard V. è un funzionario della sicurezza. Molto imbarazzato. Di Notarbartolo non ricorda nulla. «Veniva raramente, mi dicono, lo abbiamo visto bene solo pochi giorni prima del colpo nelle immagini sbobinate dalle riprese delle telecamere. In quel periodo era più assiduo». La storia di Notarbartolocapo della gang ad Anversa piace poco. Pensano a un basista, forse più d'uno. Subito dopo, Notarbartolo torna in Italia e cosa faccia non si sa, però poi toma' di nuovo ad Anversa, al DC, va dai responsabili e chiede preoccupato se qualcuno ha «force sa casse», cioè se la sua cassetta è stata forzata. E qui la polizia lo arresta. Tradito da un gesto guascone tipico di un uomo che a Torino ha sempre vissuto sfidando la Squadra mobile. Ad. Anversa lo ricordano come un fanatico di un ristorante greco. Sempre cortese e, recentemente, euforico. Ultima cena il 16 febbraio, con un gruppo di amici ed i famigliari. La polizia gli sequestra la ricevuta del conto: ovviamente aveva pagato lui. Le tracce di Notarbartolo si perdono nella dark side del ghetto. Charlotte Ley 33, portone di cristallo, tra una barriera di contenitori per rifiuti. Luce fioca. Un appartamento modesto, anonimo, un dormitorio. Sul citofono, nomi arabi e dalle misteriose desinenze dell'Est. Vetri sporchi e targhette strappate o divelte. Al secondo piano l'alloggio di una .cinquantina di metri quadrati. Giù in strada ristoranti cinesi, brocanteries, lavanderie, vecchie auto parcheggiate ovunque. Una specie di ordinato caos, a un passo dalla Diamond Land. Non più di 400 metri. Casa e bottega, anzi caveau. La Diamond appare una fortezza pressoché inespugnabile Invece il colpo grosso di San Valentino è stato semplice

Luoghi citati: Anversa, Berlino, Italia, Torino