Grandi manovre di Saccà per restare alla direzione

Grandi manovre di Saccà per restare alla direzione AUMENTATI I CONTATTI CON IL DIRETTORE DEL TG2 MAURO MAZZA PER OTTENERE L'APPOGGIO DI ALLEANZA NAZIONALE Grandi manovre di Saccà per restare alla direzione ^ipotesi di Pera di un presidente superpartes non vicino a Fi potrebbe aiutarlo a mantenere l'incarico anche nel nuovo Cda retroscena Augusto Minzolìni ROMA LE piccole e grandi guerre spesso sono condizionate anche dalle vicende e dai destini dei singoli uomini. L'ennesimo scontro sul nuovo «vertice» Rai non fa eccezione: mentre Silvio Berlusconi fa conoscere in giro i suoi desiderata e i presidenti delle due Camere, Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera, ripetono le gesta dei due duellanti del famoso film di Ridley Scott, incrociando le spade su ogni argomento. Agostino Sacca, attuale direttore generale della Rai, tenta di sopravvivere a se stesso, o meglio, di non avere lo stesso destino del consiglio d'amministrazione, quello presieduto da Antonio Baldassare, che lo aveva nominato un anno fa. Appunto delle capacità di sopravvivenza di Sacca, uomo targato Forza Italia, potrebbe fare le spese l'altro uomo che il Cavaliere gradirebbe alla presidenza dell'azienda di Viale Mazzini o in subordine alla direzione generale, cioè Mario Resca, il presidente della McDonald Italia che piace tanto agli americani. E già perché non potendo Berlusconi interpretare il ruolo dell'asso pigliatutto, non fosse altro per non esporre ad una brutta figura gli altri soci della maggioranza, la nomina di Resca di fatto decreterebbe la fine di Sacca, e viceversa. Così con l'idea di far fuori tutti i forzisti che potrebbero essere nominati nel consiglio d'amministrazione, l'attuale direttore generale della Rai ha cominciato la sua corsa solitaria per puntare alla riconferma. Il.piano è semplice: intanto Sacca ha mobilitato il suo partito che ha una forte presenza dentro Forza Italia e ha arruolato una serie di personaggi vicini al Cavaliere che hanno la passione per le antenne, primo fra tutti Paolo Romani. E poi Sacca è un maestro nell'utilizzare l'arma più efficace che il mondo Rai usa nei confronti dei suoi referenti politici: le lusinghe. Ovviamente, nella lista del direttore generale ci sono innanzitutto gli altri partner della maggioranza, quelli che puntano ad accaparrarsi la direzione generale, in primo luogo Alleanza nazionale e gli ex-dc. Non per nulla sul lavorio ai fianchi a cui il direttore generale sta sottoponendo gli uomini di Fini e Casini in Rai già si raccontano leggende. Tra il serio e il faceto gli avversari più maliziosi del direttore generale parlano di uno sceneggiato di venti puntate sulla vita del Duce e di un altro lavoro importante da dedicare a Don Sturzo o a De Gasperi. Probabilmente si tratta solo di boutade. Di sicuro c'è invece che da qualche settimana il direttore generale sta tentando di accattivarsi per quel che può il direttore dei Tg2 targato An, Mauro Mazza. Basterà? Forse. L'obiettivo primario di Sacca, comunque, è quello di bloccare la nomina di un presidente del Cda targato Forza Italia. Un'ipotesi del genere sancirebbe in ogni caso la sua fine^ Ecco perché dal palazzo di vetro di viale Mazzini il direttore generale segue passo passo la difficile trattativa che si sta svolgendo tra Casini e Pera. Probabilmente tra i due schemi che si fronteggiano Sacca verrebbe privilegiato so- prattutto da quello del presidente del Senato. L'inquilino di Palazzo Madama, infatti, punta ad un consiglio d'amministrazione presieduto da una personalità autorevole e al di sopra delle parti riconducibile alla maggioranza se non addirittura all'opposizione (Fabiano Fabiani, il rettore della cattolica Omaghi, Cheli), che sarebbe coadiuvata da altri quattro consiglieri scelti in modo da rispecchiare in termini chiari l'attuale maggioranza parlamentare: alla fine potrebbero essere scelti quattro personaggi vicini alla maggioranza e uno all'opposizione. Un vertice che fosse costruito sull'ipotesi di una presidenza superpartes, aprirebbe la strada ad una direzione generale di Forza Italia e in questo caso Sacca avrebbe molte chance di rimanere al suo posto. Più ostico per Sacca è, invece, lo schema perseguito da Casini che prevede la nomina di tre consiglieri vicini alla maggioranza e due all'opposizione. Un'ipotesi del genere vedrebbe probabilmente alla presidenza un uomo gradito al Cavaliere (Resca o chi per lui). In questo caso l'unica speranza dell'attuale direttore generale è che alla presidenza finisca, un pò come nel precedente cda, una personalità vicina ad An. M^a ce ne sono poche: semmai il partito di Fini, crocifisso Baldassare, ha uomini più adatti alla direzione generale come Mauro Masi che dalla sua collezione di simboli di partito (è stato con Dini e Berlusconi in passato) da qualche tempo ha tirato fuori quello blu di Alleanza Nazionale. I presidenti di Senato e Camera Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini

Luoghi citati: Italia, Roma